Com’è andata la Fashion Week di Parigi 2022 tra moda e arte

La città dell'amore ha sorpreso il pubblico, tra effetti a sorpresa - il vestito "spray" di Coperni per Bella Hadid in primis - e un intervento artistico di Santiago Serra per Balenciaga

Parigi conclude il lungo mese della moda che ha segnato la rinascita di New York, cui sono seguite Londra e Milano con un calendario molto ricco di eventi tra brand affermati ed emergenti. È lampante, però, che la “città dell’amore” abbia veramente ammaliato tutti, anche più del suo solito, riproponendo il già noto Surrealismo e puntando sull’effetto sorpresa, che si traduce per alcuni in fashion show che assumono sembianze di veri e propri spettacoli e per altri in location sensazionali.

GLI HIGHLIGHT DELLA SETTIMANA DELLA MODA 2022 A PARIGI

In quell’insieme di sfilate e vestiti, è possibile identificare più tendenze che convivono tra di loro, figlie dell’algoritmo folle dei social media, che richiede continue novità, stelle nascenti e cambiamenti repentini, anche nella moda. Dunque, non è un caso se sulle passerelle parigine si possano trovare enigmatici simbolismi alla Loewe, diretto dal surrealista Jonathan Anderson – il quale sembra aver puntato a linee più semplici, ma sempre difficili da indossare e assurde da vedere -, o banali abiti licenziosi come Victoria Beckham e Ludovic de Saint Sernin, che propone un uomo – ma anche una donna – alla stregua di un rockettaro trapiantato in un teenager anni ‘2000. Ciononostante, il minimalismo di The Row fa a pugni con la libido e con le bizzarrie scelte da altri, giocando a denudare o coprire il corpo a proprio piacimento, servendosi di linee austere, giacche insolite e larghezze. Allo stesso modo, Dries Van Noten e Yves Saint Laurent hanno preferito l’essenziale allo sfarzo, riuscendo uno a valorizzare l’arte del vestire e l’altro a trasmettere al pubblico un ideale di donna forte, aggraziata e compenetrante col suo fascino.

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L’EFFETTO SORPRESA ALLA PARIS FASHION WEEK CON L’ABITO SPRAY DI BELLA HADID

Valentino è riuscito ad abbandonare il Pink PP, alleggerendosi di un marchio quasi distintivo e attualizzando un’essenziale eleganza consapevole della bellezza del corpo, mentre Coperni ha estasiato tutti avvicinandosi all’arte contemporanea “vaporizzando” in diretta un abito con lo spray sul corpo di Bella Hadid grazie ad acute tecnologie (già usate in passato).

Ci sono stati però alcuni passi falsi, e la sfilata di Balmain può essere un esempio. D’altronde, la collezione presentata da Olivier Rousteing rispecchia al meglio la difficoltà dell’uomo odierno di scegliere un solo trend, o una sola identità, essendo stato messo in crisi dalle molteplici esistenze vivibili grazie ad Internet.  Espliciti rimandi alla celebre, e ultima, season di Alexander McQueen, Plato’s Atlantis, massimalismo esasperato, “uso e consumo” delle invenzioni di Jean Paul Gaultier e tanto altro sono alla base degli infiniti look visti, che hanno inspiegabilmente attratto molti, forse a causa della massiccia presenza di fedeli fashion blogger e star, tra cui Cher che ha chiuso il fashion show.

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BALENCIAGA E SANTIAGO SERRA PER LA PARIS FASHION WEEK

Tanto rumore anche per la sfilata di Balenciaga dove Demna ha presentato il suo  “Mud Show” in collaborazione con l’artista spagnolo Santiago Serra (noto per le sue opere di denuncia) dando vita a una spiegazione sulla sua visione del mondo della moda, con una dichiarazione lasciata sui seat degli show, che racconta perché le etichette non sono più interessanti, che la moda è individualismo e non omologazione, dove il messaggio è “fate l’amore non la guerra”.

Per l’ennesima volta, però, – in un fashion system che parla di inclusione, ma si limita alle solite quattro città per istituire eventi modaioli di un certo rilievo – sono Parigi e Milano a battersi per ottenere il primato di miglior fashion week della stagione, specialmente dopo l’insuccesso della London Fashion Week. È certo che oggi i giovani si stiano facendo largo in un settore occupato costantemente dagli stessi volti, talvolta oscurando case di moda storiche mentre  costruiscono il proprio futuro. Ma ciò che importa è che, al termine del fashion month più atteso di tutto l’anno, abbia trionfato la moda, la quale è ritornata ad essere dibattuta da persone più disparate, riuscendo anche a intrattenere i più scettici. Questa è la vera vittoria di quest’anno, che si trasformerà in maggiori vendite e attenzioni da parte di un pubblico sempre più attento e consapevole.

Giulio Solfrizzi

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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