Il progetto Unicoscarto: design a chilometro zero con gli scarti delle industrie siciliane

La sostenibilità non è più un optional ma un prerequisito del progetto, e sono sempre più numerosi i designer che lavorano con materiali di recupero regalando loro una seconda vita. In Sicilia, Giuseppe Campailla ci racconta il suo progetto basato sugli scarti provenienti da una rete di aziende locali

Conosciuta soprattutto per il suo aeroporto e per la presenza di un’antica fonte dedicata alla dea Diana, la cittadina di Comiso, poco più di trentamila anime nel cuore della Sicilia barocca, non è certo un hub del design. Eppure, è qui che il designer Giuseppe Campailla ha scelto di tornare dopo una serie di esperienze in studi di interior a Londra e Barcellona e di aprire un laboratorio dove autoprodurre le proprie idee usando prevalentemente materiali naturali o di recupero: legno e ferro, in primis, ma anche carta e plastica riciclate. I capisaldi del suo lavoro sono le forme ispirate alla natura e la sartorialità, cioè la realizzazione di arredi studiati per adattarsi ai corpi e alle abitudini dei loro utilizzatori. Il progetto più famoso in questo senso è il divano B2B Sofa, una piccola alcova sulla quale ci si può sedere o sdraiare in tante posizioni diverse. 

La nascita di Unicoscarto: un progetto tutto siciliano

A un certo punto, però, Campailla ha scelto di fare un passo ulteriore nella direzione della sostenibilità e di andare a visitare le aziende della zona per capire se ci fossero degli scarti che proprio non riuscivano a riutilizzare e se ci fosse un modo per dare loro una seconda vita grazie al design. È nato così il progetto Unicoscarto, basato sulla realizzazione di pezzi unici o piccole serie a partire da pannelli, listelli, tubi e più in generale materiali considerati come rifiuti da smaltire dall’industria. La filiera è corta, anzi cortissima, poiché tutti i passaggi si svolgono sul territorio sicilianoe le lavorazioni sono per scelta semplici e a basso impatto ambientale

Da due pannelli per un controsoffitto a un tavolino in edizione limitata

Un’azienda catanese, peraltro già inserita in un contesto di riciclo dal momento che produce pannelli comprimendo polveri di scarto, si era ritrovata con oltre 2600 esagoni in MDF spessi sedici millimetri, destinati a essere posati sul controsoffitto di un nuovo piano mai realizzato”, racconta il designer ripercorrendo la nascita del side table Prysm, il primo prodotto ideato nel contesto di Unicoscarto. “La soluzione più semplice, l’unica che avrebbe consentito di recuperarli senza trasformarli completamente, era prendere due esagoni, lavorarli al pantografo in maniera poco dispendiosa in termini di energia e laccarli. Uno dei due è diventato il piano del tavolino; l’altro, tagliato a spicchi, è andato a formare i piedi”. 

I vasi fatti con gli scarti industriali

Un altro pezzo, più recente, è un vaso per fiori secchi fatto con tubi di rame provenienti da una fabbrica ragusana di impianti di riscaldamento e condizionatori. “Si tratta di porzioni lunghe tra i settanta centimetri e il metro che vengono scartate nonostante la materia prima di cui sono fatti abbia molto valore”, spiega ancora Campailla. “Curvati e ripiegati su se stessi diventano dei portafiori dalle forme organiche”. In entrambi i casi, si tratta di edizioni limitate per forza di cose, poiché la tiratura dipende dal numero di pannelli o di tubi disponibili

Giulia Marani

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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