In Sardegna il festival che fa incontrare design e artigianato, con la direzione di Triennale Milano

A giugno va in scena la terza edizione di ArtiJanus/ArtiJanas, quest’anno ospitato negli spazi dell’Accademia di Belle Arti di Sassari. Si guarda all’alterità come risorsa, coinvolgendo i più giovani per rinnovare mestieri e pratiche artigianali guardando al futuro della cultura del progetto

Design e artigianato insieme, all’insegna di un proficuo scambio tra cultura del progetto e cultura del saper fare. Nasceva con questo intento, nel 2023, il Festival ArtiJanus/ArtiJanas, progetto sperimentale promosso dalla Fondazione di Sardegna con la direzione scientifica e artistica di Triennale Milano. Un appuntamento itinerante nell’isola, che dopo l’esordio a Orani e la scorsa edizione organizzata ad Alghero, quest’anno approda a Sassari, forte di una rinnovata alleanza con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Le campane di Tonara
I campanacci della famiglia Floris a Tonara

ArtiJanus/ArtiJanas: l’incontro tra design e artigianato

Negli spazi rinnovati dell’Ex-Ma.ter, sede dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, la manifestazione si terrà dal 5 al 7 giugno, coinvolgendo designer, artigiani, studenti, docenti, curatori e professionisti della progettazione contemporanea, per un fitto programma di incontri, installazioni, mostre, workshop e performance. Ma la piattaforma ArtiJanas/ArtiJanus è cresciuta in questi anni alimentata da un impegno costante e continuato, e l’edizione 2025 del festival è occasione per condensare e raccogliere le esperienze e attività di un intero anno di lavoro, che si è concentrato sul coinvolgimento delle nuove generazioni per favorire il trasferimento di competenze – “rinfrescando” al contempo i processi artigianali, grazie al contributo creativo dei più giovani – e documentare con linguaggi contemporanei mestieri e micro-realtà artigianali in via di estinzione. “Finora avevamo sempre individuato designer internazionali per portarli a dialogare con i nostri artigiani, quest’anno abbiamo scelto di esplorare il campo del progetto dal punto di vista dello studente, per cogliere l’energia di chi è ancora in fase di costruzione di una nuova professionalità”, spiega Barbara Cadeddu, che è coordinatrice scientifica del progetto.

L’Alterità come elogio della diversità. Il tema di ArtiJanas/ArtiJanus 2025

Un cambiamento di prospettiva che ha portato a ragionare sull’essenza della cultura del progetto, indicando la via per la scelta del tema dell’edizione 2025, dedicata all’esplorazione dell’Alterità come “elogio della diversità”: “Alterità è un invito ad ampliare lo sguardo, ad accogliere l’altro come fonte di arricchimento reciproco, in un’epoca segnata dall’omologazione e dalla rimozione dell’altro, del diverso, dello straniero. L’artefatto, del resto, è anche un modo di pensare e il design non genera solo oggetti, ma alimenta un sistema culturale. Il progetto deve guardare fuori di sé, anche se è qualcosa che non si conosce, e il disincanto dei giovani può aiutarci nell’esplorazione, abbandonando le certezze per andare verso l’imprevedibile”.
Sul tema delle diseguaglianze, al centro anche della 24esima Esposizione Internazionale della Triennale Milano, si sofferma anche Stefano Boeri: “Per questa terza edizione del Festival ArtiJanus/ArtiJanas abbiamo scelto di declinare il tema delle diseguaglianze in relazione a quello delle identità. La verità è che nasciamo diseguali. Tutti noi. Tra di noi. Non solo per i geni che ereditiamo, ma per la famiglia, il luogo, la parte del mondo in cui veniamo alla luce. Le diseguaglianze, le differenze segnano fin dall’inizio la vita, la vita di ciascuno di noi. A volte come risorse, a volte come catene. Possono agire come risorse da sfruttare nel corso della vita, come radici identitarie da modificare nel tempo, o come catene che ci impediscono di cambiare, lacci da cui liberarsi.
Si potrebbe sostenere che le diseguaglianze, quando diventano condizioni di freno alle libere traiettorie di vita degli individui della nostra specie, sono la forma perversa e la versione negativa delle differenze che la geografia e la storia hanno determinato all’interno delle comunità umane”.

Simone Grossi reinterpreta il ricamo tradizionale
Simone Grossi reinterpreta il ricamo tradizionale

Il ruolo delle nuove generazione nell’incontro tra design e artigianato

Una riflessione calata nell’obiettivo del progetto ArtiJanus/ArtiJanas, che da principio vuole far emergere il ruolo culturale, oltre che economico, dell’artigianato, stimolando al contempo il comparto a rileggere le proprie produzioni, contaminarle, generare innovazione e nuove opportunità di sviluppo. In questa direzione, tra il 2024 e il 2025, grazie alle partnership con il Politecnico di Milano – Master in “Fashion Accessories & Jewellery: Design & Management”, diretto dalla Prof.ssa Alba Cappellieri e il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica Alghero – Università di Sassari (DADU) – Laboratorio di Design per la Società, coordinato dal Prof. Nicolò Ceccarelli, circa 70 studenti hanno potuto conoscere e sperimentare la collaborazione con maestri artigiani della Sardegna. Inoltre, è stato rinnovato anche il sostegno al programma “Una scuola un lavoro. Percorsi di Eccellenza” promosso da Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, attraverso l’erogazione di una borsa di studio per la partecipazione di una giovane aspirante designer/artigiana a un “Mini Master” di quattro settimane presso gli atenei milanesi e un tirocinio retribuito di sei mesi presso un laboratorio artigiano in Sardegna. E ancora, grazie ai finanziamenti di bando PNRR sulla digitalizzazione della cultura, si è potuto mappare e tradurre su piattaforma digitale la storia di 10 botteghe artigiane dell’isola che sopravvivono al tempo, per centrare l’attenzione sul problema della trasmissione delle conoscenze, che sta portando molti mestieri tradizionali a estinguersi.

Il programma del Festival

Il Festival che si appresta a iniziare è il punto di atterraggio di tutte queste esperienze, “la festa di fine anno”, per dirla con le parole di Barbara Cadeddu.
Tra gli ospiti, Inga Sempé, designer francese la cui biografia è un inno all’alterità, aprirà il programma, in conversazione con Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano.
Dal 6 giugno si proseguirà con dialoghi e incontri dedicati allo studio, alla ricerca, alla collaborazione e alla messa in pratica dei saperi, con molti ospiti tra cui: Annalisa Metta, professoressa ordinaria di Architettura del Paesaggio e Presidente IASLA; Rita Elvira Adamo, architetta e curatrice, fondatrice dell’’iper-collettivo La Rivoluzione delle Seppie; Michele Brunello, architetto, curatore, direttore artistico di Zona Sarpi; Veronica Caprino, co-fondatrice di Fosbury Architecture; Paola Serrittu, architetta LandWorks – Associazione di Promozione Sociale, Argentiera; Nicolò Ceccarelli, professore Ordinario Design – DADU, Università di Sassari; Susanna Testa, designer, ricercatrice e Docente– Politecnico di Milano; Sara Vignoli, architetta, esperta in social design e design del prodotto; Vittoria Soddu e Giorgia Cadeddu di Studio Landa.
In calendario anche spettacoli – come la performance TUMBARINOS IN DUB. ARROGALLA & TUMBARINOS DE GAVOI e il live musicale PICTURES OF YOU con Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus – e workshop gratuiti (su prenotazione) con maestri artigiani. Si potranno inoltre visitare installazioni e mostrerealizzate con le Università partner e con l’Accademia di Belle Arti di Sassari. Con l’auspicio che proprio Sassari – città che ha tenuto a battesimo l’esperienza illuminata del centro Isola, istituito negli Anni Cinquanta per alimentare il comparto artigiano sardo con una visione contemporanea, diretto dal genio di Eugenio Tavolara – possa diventare residenza stabile del Festival, anche nei prossimi anni.

Livia Montagnoli

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