Al Centro Pecci di Prato una grande mostra di Studio Formafantasma

La mostra offre una riflessione sull’industria del legno, a grande scala nel XIX secolo e oggi determinante per l’equilibrio dell’ecosistema

Dal 15 maggio fino al prossimo 24 ottobre, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ospita Cambio, un progetto espositivo multidisciplinare dedicato a Studio Formafantasma, duo di designer italiani, al secolo Andrea Trimarchi (1983) e Simone Farresin (1980), con sede ad Amsterdam. Organizzata e presentata in prima battuta a Londra, alla Serpentine Gallery, curata da Hans Ulrich Obrist e Rebecca Lewin e da Cristiana Perrella per il Centro Pecci, la mostra offre una riflessione sull’industria del legno, nata a grande scala nel XIX secolo e oggi determinante per l’equilibrio dell’ecosistema. Gli alberi, dunque, al centro di una riflessione richiamata nel titolo per il riferimento alla membrana cambiale che produce legno e determina l’ampliamento degli anelli del tronco. Su questa traccia e all’interno di una visione che pone strategicamente il design al centro di nuove opportunità per il vivente, la mostra procede su uno schema a circonferenze: un nocciolo con indagini, interviste, filmati, casi studio, esteso con ritmo centrifugo verso i numerosi contributi di esperti, nei settori della scienza, dell’ingegneria, delle politiche ambientali e della filosofia. 

 IL PROGRAMMA DEL PECCI

“Si tratta di una mostra importante”, sottolinea Cristiana Perrella, direttrice del Centro Pecci, “non solo perché coinvolge i designer più interessanti e innovativi delle ultime generazioni, ma perché riguarda questioni come l’attenzione alla sostenibilità ambientale, il ruolo del verde e il rapporto con il mondo vegetale, sulle quali operiamo costantemente. Cambio non è un episodio isolato ma è inserito in una linea di ricerca per noi centrale, già indagata, per esempio con Verde Prato, una mostra del 2019 che presentava le linee guida del comune di Prato in merito al tema della forestazione urbana. Su questo fronte stiamo per aprire un urban centre, in collaborazione con il comune, che si occuperà del futuro della città e delle politiche ecosostenibili. Abbiamo inoltre avviato un progetto con Virgilio Sieni, sul rapporto tra il corpo e le piante, e una collaborazione con Stefano Mancuso per la progettazione di attività educative con le scuole, nei nuovi spazi, operativi nei prossimi mesi”. Partendo da alcuni campioni di legni da alberi ormai estinti, dopo il loro massivo utilizzo, divenuti emblema di un vorace sfruttamento coloniale, l’itinerario espositivo propone sedute e mobili firmati Studio Formafantasma, realizzati da un unico albero, abbattuto durante la tempesta Vaia, che colpì l’Italia settentrionale nel 2018. Lavori che suggeriscono associazioni con altre opere, tra le quali quelle di Giuseppe Penone, elitarie nel rapporto con gli alberi.  “Una presenza per noi doverosa quella di Penone – ribadisce Perrella – ricambiata da una generosa collaborazione dell’artista che presta un’opera di sua proprietà e scrive anche un testo per il catalogo”. 

L’OPERA OLFATTIVA DI SISSEL TOLAAS

Da segnalare, tra le altre, anche l’opera olfattiva dell’artista Sissel Tolaas, scienziata e performer norvegese, da anni coinvolta in progetti che mirano a potenziare la conoscenza olfattiva. Come in questo caso, in cui l’odore di un bosco è un “memento” per scongiurarne la sua distruzione. La produzione di Studio Formafantasma è cruciale nell’ambito di un design che abbandona sentieri di ricerca solo estetica e formale per porsi come strumento riparatore di una rifondata relazione uomo-ambiente. Fondamentale per il duo risulta, inoltre, il rapporto tra materiali e tradizioni, suggellato in un design concettuale, dove la forma si svela alla fine, inespressa e dunque ‘fantasma’ fino al dipanarsi totale dell’iter progettuale. Studio Formafantasma è presente nelle collezioni permanenti di prestigiosi musei come il MoMA e il Metropolitan Museum di New York, il Victoria and Albert di Londra, il Chicago Art Institute, il Centre Georges Pompidou di Parigi, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il MUDAC Lausanne, il MAK Museum di Vienna, la Fondation Cartier a Parigi.

– Marilena Di Tursi

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Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi, giornalista e critico d'arte del Corriere del Mezzogiorno / Corriere della Sera. Collabora con la rivista Segno arte contemporanea. All'interno del sistema dell'arte contemporanea locale e nazionale ha contribuito alla realizzazione di numerosi eventi espositivi, concentrandosi soprattutto…

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