La nuova Piazza Augusto Imperatore di Roma secondo l’architetto Francesco Cellini 

Prima estate di apertura per la nuova piazza Augusto Imperatore di Roma. In attesa dell’atto conclusivo dal cantiere, la storica dell’architettura e professoressa associata alla Sapienza Maria Clara Ghia commenta l’intervento architettonico

Scivola leggera, la nuova Piazza Augusto Imperatore, con due cordonate che sembrano scale di un palcoscenico antico: una discende dall’abside monumentale di San Carlo al Corso, l’altra riprende l’asse di via di Ripetta, evocando con garbo e senza nostalgia la scalinata del porto settecentesco sul Tevere. Un gesto urbano tanto chiaro quanto sofisticato, che in questo giugno si è finalmente svelato al pubblico romano e ha ricucito la frattura tra il Tridente e il fiume. 

La storia del progetto della nuova piazza Augusto Imperatore di Roma 

Il progetto parte da lontano: nel 2006 il Comune bandisce un concorso internazionale, vinto dal gruppo “Urbs & Civitas” guidato dall’architetto Francesco Cellini. Un team di altissimo profilo, una specie di governo tecnico dell’architettura italiana di inizio millennio: da Mario Manieri Elia a Maria Margarita Segarra Lagunes, da Renato Nicolini a Carlo Gasparrini. Una competizione dura: dieci plastici, ottanta tavole, la giuria presieduta da Francesco Venezia, in short list molti nomi illustri. Alla fine convince la proposta che sa leggere meglio Roma e promette di tenere insieme la città classica e quella barocca, la città del ventennio e quella contemporanea, senza finire stritolata nella trappola dell’anacronismo. 

piazza augusto imperatore e mausoleo di augusto 1 La nuova Piazza Augusto Imperatore di Roma secondo l’architetto Francesco Cellini 

L’architetto Francesco Cellini e Piazza Augusto Imperatore 

Impossibile parlare della piazza senza celebrare Cellini. Romano, classe 1944, accademico di San Luca, ogni sua opera – purtroppo poche costruite e molte genialmente disegnate – è fatta di rigore geometrico ma anche sensualità del disegno. Bellissimi, ad esempio, quelli per la Communication Tower in China o per il ponte dell’Accademia a Venezia, con una particolare ossessione per la sezione e una capacità fuori dal comune di prefigurare lo sviluppo tridimensionale dello spazio, progettando in prospettiva. Qualità che lo hanno reso il punto di riferimento della generazione post-Tafuri, il migliore nel panorama romano contemporaneo. Nel progetto per piazza Augusto Imperatore la sfida è difficilissima, il confronto con il passato è talmente importante da far tremare qualsiasi matita, ma non quella di Cellini che disegna con le stratigrafie della storia ben radicate nella mente, assorbite per osmosi. 

La stratificazione storico-architettonica di Roma e la nascita di piazza Augusto Imperatore 

Si parte dal 28 a.C. con il mausoleo di Augusto: tomba imperiale, poi fortilizio medievale, quindi arena ottocentesca, infine rovina novecentesca, da sempre al centro della scena. Poi le chiese rinascimentali e barocche: San Rocco con la facciata ottocentesca firmata Valadier, San Girolamo dei Croati un tempo punto di riferimento per i barcaroli del porto, e soprattutto l’abside ellittica di San Carlo al Corso sovrastata dalla cupola di Pietro da Cortona: quinta teatrale che oggi torna finalmente leggibile, grazie alla nuova gradonata che ne accompagna le curve senza citarle in maniera scontata. In corrispondenza delle chiese, sul fiume, era il porto di Ripetta: ridisegnato nel Settecento da Alessandro Specchi con le scalinate concave e le colonne idrometriche, una scenografia perduta che ispirò Trinità dei Monti. La nuova piazza ne evoca l’impianto, restituendo alla città almeno un’idea di quella discesa al fiume cancellata dagli argini ottocenteschi. Nel 1934 il regime decide di liberare l’Augusteo: 120 edifici spazzati via dalle demolizioni; al loro posto i tre palazzi dell’INPS in travertino razionalista e la teca di vetro di Vittorio Ballio Morpurgo che, nel 1938, avvolge l’Ara Pacis come un reperto da esposizione universale. Piazza Augusto Imperatore nasce in quel momento, figlia della retorica di pietra del Ventennio. 

piazza augusto imperatore e mausoleo di augusto 3 La nuova Piazza Augusto Imperatore di Roma secondo l’architetto Francesco Cellini 
Piazza Augusto Imperatore e Mausoleo di Augusto

Una scena per la storia di Roma: piazza Augusto Imperatore secondo Cellini 

Nel 2006 Richard Meier progetta il nuovo museo dell’Ara Pacis e parte l’ennesimo cantiere‐polemica di una Capitale che stenta a diventare contemporanea. Un “fuori scala assurdo”, secondo il New York Times: due volte e mezzo il volume morpurgiano, questa scatola bianca che congela la piazza in una bolla autoreferenziale e spezza il respiro verso il fiume sembra atterrata per sbaglio nel cuore della città eterna, senza considerazione per i suoi colori e materiali, le sue proporzioni e relazioni visive. Nella nuova piazza il fuori luogo di Meier appare per ciò che è, un fondale stonato che interrompe la linea dei platani sul Lungotevere, mentre Mausoleo, curve barocche e linee razionaliste entrano tra loro in un dialogo quasi sorprendente: Cellini tiene tutto insieme con una sezione magistrale, che connette la quota della Roma augustea con quella contemporanea. La topografia si fa progetto e le rampe diventano scene mobili di un teatro urbano. I materiali, travertino locale, basalto recuperato e bronzo brunito per i parapetti, sono calibrati da chi conosce la città come il palmo della propria mano. Il risultato è un dispositivo urbano capace di tenere insieme due millenni di storia senza didascalie, una nuova scena sociale per il Tridente. 

A proposito della polemica sulla mancanza di alberi 

Roma, che da secoli fagocita ogni forma, qui è letta con una delicatezza rara. Perché questa città non si progetta “dal suolo in su”, come tutte le altre, ma sottoterra, nel tufo e tra le forre, avrebbe detto Paolo Portoghesi. 

Per chi lamenta la mancanza di alberi, la risposta è semplice: il cantiere non è finito, i giardini arriveranno intorno al Mausoleo. E comunque una piazza non è solo un luogo per sostare all’ombra: è anche uno spazio da attraversare. Questa, in particolare, attraversa non solo lo spazio tra via del Corso e il Tevere, ma anche il tempo sterminato che va dall’età imperiale a oggi. Duemila anni di Roma, compressi e tradotti in una bellissima passeggiata di pietra. 

Maria Clara Ghia 

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Maria Clara Ghia

Maria Clara Ghia

Maria Clara Ghia è storica dell’architettura, professoressa associata presso Sapienza Università di Roma. Ha svolto attività di ricerca e insegnamento in Italia e all’estero, in particolare in Francia e in Svezia. Si occupa di architettura del Novecento e contemporanea, indagando…

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