Cartier recupera un palazzo brutalista di Madrid e ci presenta la sua collezione

La maison di lusso ha esposto i pezzi di alta gioielleria ispirati alla natura di “Beautés du Monde” nella vecchia ambasciata britannica, abbandonata per anni e ora restaurata

Le gemme di Cartier fioriscono dal cemento brutalista: accade a Madrid, dove la maison di lusso ha presentato la sua ultima collezione di alta gioielleria Beautés du Monde all’interno della vecchia ambasciata britannica della città. Abbandonato dal 2009, quando gli ambasciatori e il personale si sono trasferiti nel grattacielo di Torre Emperador, il monolitico edificio è rimasto deserto fino all’arrivo di Cartier, che l’ha recuperato dalle sue pessime condizioni. Qui la casa ha presentato in un gala ricchissimo di star del cinema e della musica – tra cui Lily Collins, Rami Malek, Yara Shahidi, i Black Eyed Peas redivivi e Jisoo delle Blackpink – con una cena dello chef Jesús Sánchez, ben 100 pezzi della nuova collezione, che tra l’eccentrico e lo chic si ispira a flora e fauna con rimandi a serpenti, pianeti, coralli e pelli d’iguana.

LA VECCHIA SEDE DELL’AMBASCIATA BRITANNICA A MADRID RECUPERATA DA CARTIER

Progettata nel quartiere di Chamberi nel 1966 dagli architetti W.S. Bryant, britannico, e Luis Blanco-Soler, madrileno, l’ambasciata ricorda nella forma un’arena da toreador, cinta com’è da un’alternanza di finestre e burladeros (le staccionate che riparano dalle incornate del toro). In linea con i principi di conservazione del patrimonio già manifestate in più occasioni, Cartier ha completamente rinnovato e salvaguardato l’intero edificio svelando insieme alla collezione, lo scorso 13 giugno, anche la sua ritrovata bellezza, anche se ancora resta da capire per cosa sarà usato in futuro. Lo showroom e i saloni di osservazione privati per il lancio della collezione sono stati affidati dalla maison al designer spagnolo Jaime Hayon, che per creare un ambiente onirico e allo stesso tempo ordinato ha deciso di spezzare la dedalica struttura del palazzo con ampie zone di colore (traendo ispirazione dalla collezione stessa) e introdurre una serie di archi come strumento di ulteriore segmentazione dello spazio e come richiamo all’architettura spagnola.

– Giulia Giaume

www.cartier.com/it-it/

https://hayonstudio.com/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

Scopri di più