I dimenticati dell’arte. La storia di Sergio Tofano, ovvero il papà del “Signor Bonaventura” 

Oggi riscopriamo Sergio Tofano, conosciuto come “Sto”, protagonista del Novecento, conosciuto soprattutto come padre del Signor Bonaventura, uno dei personaggi di fumetto più popolari del Novecento ma dimenticato troppo presto, forse offuscato dall’ombra del suo personaggio

Portò con estrema classe i molti doni di cui era dotato. Senza abusarne, ma affinandoli con rara disciplina. Fu elegante, senza essere blasé; arguto, senza diventare maligno; scrupoloso nel trucco, senza feticizzarlo; puntuale nelle caratterizzazioni, senza mai scadere nella macchietta”. Difficile definire in maniera più corretta di Paola Pallottino una personalità davvero poliedrica, che si muove tra Otto e Novecento nei labili confini tra scrittura, teatro e illustrazione. Parliamo di Sergio Tofano (1886-1973), meglio noto come Sto, padre di uno dei personaggi del fumetto più popolari nell’Italia del Ventesimo Secolo: il Signor Bonaventura.  

Il Signor Bonaventura di Sergio Tofano
Il Signor Bonaventura di Sergio Tofano

La vita di Sergio Tofano, detto “Sto” 

Sergio nasce a Roma da due genitori napoletani, Eugenio e di Elvira Guercia: il padre è avvocato, mentre la madre è figlia del compositore Alfonso Guercia; tra i parenti non mancano esempi illustri nel campo delle arti, dalla pittura alla composizione, dalla poesia al canto. Dopo gli studi liceali, si iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza, dove si laurea con una tesi sul ruolo dell’attore “brillante” nel teatro italiano, prima di iniziare una fortunata carriera di attore in teatro nel 1909, dopo la laurea in recitazione alla scuola dell’Accademia di Santa Cecilia. Negli stessi anni comincia un’attività di illustratore satirico con una caricatura di Gabriele d’Annunzio, pubblicata nel 1908 sul Pupazzetto Navale, diretto da Enrico Novelli. Enrico è figlio di Ermete, titolare di una compagnia teatrale di rilievo, che scrittura subito il giovane, che rimane con Novelli per tre anni. Passa poi al teatro Quattro Fontane e da lì alla compagnia di Virgilio Talli, dove dal 1915 assume il ruolo di “primo brillante”, che mantiene durante tutta la sua vita da attore, calcando i palcoscenici dei più prestigiosi teatri nazionali, dal Quirino al Piccolo, dal Maggio musicale fiorentino all’Eliseo. Nonostante il suo grande talento per la scena, la fama di Tofano arriverà invece dalla sua attività di illustratore, autodidatta e del tutto originale. “Aggiornato su esperienze artistiche europee coeve, soprattutto francesi e tedesche, influenzato dal surrealismo e dal dada- ha scritto Francesca Tancini- anticipò e fu testimone senza tempo del déco, con la sua linea sottile, il gusto sobrio, le forme stilizzate”. Nel 1909 comincia a collaborare con il Corriere dei piccoli come sceneggiatore e, dal 1917, come disegnatore. 

I dimenticati dell’arte. La storia di Sergio Tofano, ovvero il papà del “Signor Bonaventura” 
Il Signor Bonaventura sul Corriere dei Piccoli

L’esordio di Sergio Tofano con il “Signor Bonaventura” sul Corriere dei Piccoli 

Il 28 ottobre 1917 esordisce sulle pagine della rivista il Signor Bonaventura, che per mezzo secolo impazza sul settimanale, con uno stile unico e riconoscibile, accompagnato da una piccola schiera di comprimari, tra i quali Barbariccia, il Barone Partecipazio e il Bellissimo Cecè, oltre al fido bassotto giallo. Ogni avventura, composta da un minimo di 8 vignette, iniziava con la frase “Qui comincia la sventura del Signor Bonaventura…”.  Pubblicate ogni settimana dal 1917 al 1943, a causa della Seconda Guerra Mondiale vengono interrotte, per essere riprese, ma con ritmi meno serrati, negli Anni Cinquanta e Sessanta.  

L’attività di Sergio Tofano nel Dopoguerra 

Nel Dopoguerra lavora come disegnatore di moda dal tratto elegante e raffinato: partecipa all’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi (1925) e disegna per le riviste La donna, Lidel (1919-26) e Vanity fair, che lo presenta al pubblico americano come “the sensational Italian artist, who has been acclaimed by European critics as the equal to Botticelli”. Interessati al talento del “Botticelli italiano”, gli americani gli propongono di trasferirsi negli Stati Uniti per collaborare in maniera molto più intensa con la rivista, ma Tofano rifiuta, per non abbandonare il teatro. Se avesse accettato, forse il Signor Bonaventura avrebbe avuto un fratello Made in Usa! 

Ludovico Pratesi  

Libri consigliati:
(Grazie all'affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

Scopri di più