Focus su Emily Carr, la pioniera dell’arte moderna in Canada
Vita e opere di una delle artiste e scrittrici più importanti del Canada, Emly Carr, pioniera dell'arte moderna canadese. Nota per i suoi dipinti sulla natura e la cultura dei nativi
Emily Carr è nata il 13 dicembre 1871 a Victoria, nella Columbia Britannica, in Canada. La sua carriera artistica attraversa tre periodi principali. Il primo periodo iniziò nel 1890, quando si trasferì a San Francisco per studiare arte alla California School of Design. Tre anni dopo i problemi economici la fecero tornare a Victoria. Dopo sei anni, nel 1899 la sua passione per l’apprendimento la portò in Europa, questa volta alla Westminster School of Art di Londra. Lì si iscrisse a corsi di disegno dal vero, migliorando la propria tecnica.
L’istruzione tradizionale e conservatrice della scuola la deluse e dopo due anni lasciò l’istituto. Durante questo periodo dipinse per lo più paesaggi in stile tradizionale inglese e studiò i motivi dei nativi della costa occidentale.
EMILY CARR DALLA FRANCIA AL RITORNO IN CANADA
Il secondo periodo artistico di Emily Carr inizia nel 1910, quando va a studiare in Francia, all’epoca capitale del mondo dell’arte. Lì conobbe il post-impressionismo e il fauvismo. Come risultato dell’esperienza francese, nelle sue opere appaiono colori vividi e forti pennellate. Nel 1911 due suoi dipinti sono stati esposti al Salon d’Automne di Parigi, tra le opere dei più grandi artisti del suo tempo.
Tornata in Canada, nel 1912, espone nel suo studio a Vancouver le opere realizzate in Francia. I suoi lavori però non ebbero un buon impatto sulla società conservatrice dell’epoca. Successivamente Carr inizia un viaggio di sei settimane a nord e a est della Columbia Britannica per immortalare i totem della costa occidentale. Nel 1913 espose il progetto a Vancouver e tenne una conferenza per spiegarlo al pubblico, ma né il suo stile né il suo soggetto ricevettero la dovuta attenzione.
IL SUCCESSO DI EMILY CARR E IL GRUPPO DEI SETTE
Dopo questo deludente periodo arrivò il giusto riconoscimento: nel 1927 il suo lavoro catturò l’attenzione del direttore della National Gallery of Canada, Eric Brown, che dopo aver visitato il suo studio selezionò alcune opere per una mostra collettiva assieme ai più importanti artisti canadesi dell’epoca.
Fu in questa occasione che conobbe il “Gruppo dei Sette”: in quegli anni il Canada era in fase di transizione da colonia a Paese indipendente, pertanto gli artisti canadesi volevano creare qualcosa di diverso dall’arte europea sia nello stile che nei soggetti. “The Group of Seven” era il nome del gruppo dei sette pittori che si riunirono in Ontario per dipingere paesaggi canadesi in stile modernista. Come osserva Lewis DeSoto in Emily Carr (2008), le opere di Lawren Harris impressionarono molto Carr, e Harris a sua volta della Carr disse che i suoi dipinti avevano davvero catturato “lo spirito del Canada“. Ha scritto: “Sento che non è mai stato fatto nulla di simile in Canada… lo spirito di questi lavori, la sensazione, il disegno, il modo di padroneggiarlo, è qualcosa di diverso e parla in modo tremendamente espressivo della costa della British Columbia, il suo animo forse molto più di quanto tu creda“.
GLI ULTIMI ANNI DI EMILY CARR E L’EPILOGO DA SCRITTRICE
Come ricorda Lisa Baldissera in Emily Carr: life & work (2015), Carr ha esposto il suo lavoro con “Il Gruppo dei Sette” nel 1930 e nel 1931, ed è stato incluso anche nelle mostre collettive “alla Tate Gallery di Londra nel 1938 e all’Esposizione Universale di New York nel 1939”.
Alla fine degli Anni Trenta, i problemi di salute dell’artista spostarono la sua attenzione dalla pittura alla scrittura. Nel 1945 morì a Victoria prima di ricevere il dottorato onorario in lettere dall’Università della British Columbia. A sette anni dalla sua morte, nel 1952, è stata una delle rappresentanti del Canada alla Biennale di Venezia.
EMILY CARR COME ICONA
Secondo molti studiosi come DeSoto (2008) e Shadbolt (2013), Emily Carr rappresenta un’icona. Ciò che la rende tale non è solo il suo successo nell’arte, ma la rottura delle regole socio-culturali e artistiche del suo tempo. Nella sua vita privata ha preferito l’arte al matrimonio, e, come artista, invece di dipingere fiori e bambini (come la maggior parte delle pittrici del suo tempo), dipingeva paesaggi e motivi nativi con pennellate ruvide e colori vivaci, cosa insolita anche per gli artisti più audaci del suo tempo.
Oggi la casa di Carr a Victoria è un museo e la Vancouver Art Gallery e il British Columbia Archive possiedono i più grandi archivi delle sue opere.
– Mohsen Veysi
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