Dalla musica elettronica al silenzio. La storia di Mandali, centro di meditazione sul Lago d’Orta
In un paesino di trecento anime sopra il Lago d’Orta, due businessmen olandesi hanno aperto un luogo di meditazione e yoga. Dove esplorare la pratica del silenzio e aprire la mente alla creatività.
Immaginate un piccolo borgo come se ne possono trovare tanti nelle valli che costeggiano i nostri laghi. Solo che, al posto del municipio, c’è una reception con un centro benessere; al posto della chiesa c’è una sala polifunzionale per la meditazione e lo yoga; al posto dell’osteria c’è un ristorante vegetariano. Immaginate che la strada del paese sia un corridoio a cielo aperto, dal quale si accede alle camere invece che alle abitazioni. Che tutte le pietre (per davanzali, balconi, soglie) siano state recuperate in loco da demolizioni, che la calce degli intonaci sia stata realizzata con un’antica formula a base di calce bianca e coccio pesto, che le porte in legno siano vecchie porte riesumate nei paesi circostanti e restaurate da un artigiano locale. Magari che solo la tecnologia sia diversa, un po’ più 2.0: pannelli fotovoltaici per la corrente elettrica, un impianto solare termico per l’acqua calda, il riscaldamento invernale a pannelli radianti alimentati da una centrale termica a cippato (gli scarti di recupero della lavorazione del legno).
A immaginare tutto questo per primi sono stati due imprenditori olandesi, Wouter Tavecchio e Wildrik Timmerman, da vent’anni organizzatori di festival di musica elettronica e di eventi hard trance, hardcore e techno, e da circa due anni iniziatori di Mandali, a mille metri di quota sopra il lago d’Orta. Inaugurato sulle spoglie di un vecchio albergo di Quarna Sopra (VB), Mandali (dal sanscrito mandala, “cerchio” e “centro”; nel Buddhismo tibetano, il termine indica la rappresentazione dello stesso universo) non è una nuova mecca della dance, bensì un luogo di ritiro. Con una vista ineguagliabile sul lago, un’architettura legata al territorio e una mission internazionale: riscoprire se stessi e rigenerarsi. Sophie Ludmann, direttore marketing di Mandali, spiega meglio questo luogo così particolare.
L’INTERVISTA
Innanzitutto, perché visitare Mandali?
Per disconnettersi dal lavoro o dalla vita quotidiana, guardarsi dentro e ritrovare se stessi. Tra le altre pratiche che offriamo qui, la meditazione e il silenzio hanno dimostrato di aiutare a ridurre lo stress, sostenere la concentrazione e migliorare la creatività.
Silenzio non fa rima con noia?
Direi il contrario. Mandali è un parco giochi dove poter esplorare se stessi. Più si diventa silenziosi, meno si ascolta la mente, più si è connessi al proprio istinto, alla propria vera voce interiore. Al luogo da cui tutto è possibile, tutto è creatività.
A proposito di creatività, Cosa pensano Tavecchio e Timmerman del legame tra spiritualità e arte?
L’arte è un canale di espressione del sé. Aiuta le persone a mettere in discussione la propria vita, che è fondamentalmente quello che fa anche la spiritualità. La spiritualità è ovunque, nella nostra connessione con la natura, con le persone e il mondo che ci circonda. Molti artisti oggi esprimono questa nuova spiritualità nel loro lavoro e amiamo che l’arte offra un modo per esprimere tutto ciò che spesso le parole non possono comunicare.
Mandali è una riserva di silenzio, nata da un’esperienza ventennale nel mondo dei festival di musica elettronica. Ci saranno dei crossover tra il centro e la musica?
Certamente. Stiamo già lavorando a un festival per l’estate 2020: qualcosa di completamente nuovo che abbinerà spiritualità, guarigione, crescita, divertimento e musica.
Per quanto riguarda le mostre o le installazioni, quali i progetti artistici in programma per il futuro?
Siamo aperti a collaborazioni che siano allineate con la nostra visione di sostenere le comunità, portando saggezza, aumentando la consapevolezza in questo mondo.
Il comune limitrofo, Quarna Sotto, è famoso per la produzione di sassofoni, Quarna Sopra per il suo Festival del muro dipinto. Che relazione c’è e ci sarà tra Mandali e la comunità locale, in termini di sviluppo turistico, sostenibilità, progettualità, promozione e sviluppo territoriale?
Dal primo giorno siamo stati in comunicazione con i paesi intorno. Volevamo essere sicuri che le persone capissero chi siamo e cosa facciamo, quindi abbiamo invitato tutti all’evento di apertura. Restiamo in costante contatto con il sindaco di Quarna, stiamo sostenendo il villaggio nel suo sviluppo perché diventi una destinazione più turistica. Affittiamo case a Quarna Sopra per il nostro staff (la maggior parte proviene dai villaggi intorno), alcuni bed and breakfast ospitano nostri insegnanti. E per il festival del 2020 stiamo pensando di lavorare con la comunità locale. Per creare dei ponti attraverso la musica.
‒ Margherita Zanoletti
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