La Collezione Schloss. In asta da Christie’s a Parigi una storia di restituzione di successo

Si avvia alla conclusione con un'asta di Christie's un nuovo capitolo nella travagliata storia della Collezione Schloss e dei dipinti Old Masters restituiti alla famiglia dopo decenni di ingiustizie

La Collezione Schloss, composta da 333 opere d’arte olandese e fiamminga del XVI e XVII Secolo, prima confiscata e poi trafugata, rappresenta una delle storie più affascinanti nel dibattito corrente sulla restituzione di opere d’arte. Anche grazie all’impegno del dipartimento Restituzione della casa d’aste inglese Christie’s, sette dipinti sono tornati finalmente ai legittimi eredi e sono nel catalogo dell’asta parigina Maîtres Anciens che si concluderà online il prossimo 12 giugno 2025.

La storia della Collezione di Adolphe Schloss

Adolphe Schloss (1842-1910), collezionista d’arte franco-tedesco, lasciò alla sua morte una straordinaria raccolta di pittura olandese e fiamminga, italiana e francese del XVI e XVII Secolo, una delle ultime grandi di Old Masters della Francia di inizio Novecento. Nel 1938, alla morte della moglie, Mathilde Lucie Haas (1858-1938), la collezione passò ai sei figli che, nel 1939, alla vigilia della guerra, la trasferirono dalla residenza al 38 di Avenue Henri Martin a Parigi al Castello di Chambon, nel Corrèze, riuscendo a nasconderla almeno fino al 1943. Fu allora che la collezione purtroppo, infine, venne localizzata e confiscata dai nazisti, che, insieme al governo di Vichy, la smembrarono a piacimento: 49 dipinti furono trasferiti al Museo del Louvre, che li pagò oltre 18 milioni di franchi; altri 22 furono venduti probabilmente tramite il mercante Jean-François Lefranc, mentre il governo francese collaborazionista autorizzò la vendita per circa 50 milioni di franchi delle restanti 262 opere alla Germania. Queste furono trasferite in maggior parte al Führerbau di Monaco in attesa della costruzione del Führermuseum di Linz.

Nel 1945, tra la caduta del Terzo Reich e l’arrivo delle truppe alleate, il contenuto del Führerbau di Monaco fu oggetto di saccheggi e la Collezione Schloss scomparve nel nulla. Nel Dopoguerra, gli eredi della famiglia avviarono una lunga e complessa campagna di restituzione, a cominciare dal ritorno delle opere del Louvre, che nel tempo ha portato al recupero di 162 dipinti, mentre i restanti, risultano tuttora dispersi. 

Maestro di Griselda, La Vierge dans un paysage, Marie Madeleine dans un paysage. Courtesy Christie's Images Ltd. 2025
Maestro di Griselda, La Vierge dans un paysage, Marie Madeleine dans un paysage. Courtesy Christie’s Images Ltd. 2025

In asta da Christie’s i lotti della Collezione Schloss restituita

Una parte della raccolta Schloss, tornata ai legittimi eredi, è stata già venduta e dispersa, nel passato, attraverso tre aste tra 1949 e 1954 e altre in anni più recenti. Oggi una nuova selezione è nel catalogo di Christie’s, in una sessione online aperta fino al 12 giugno. 
Tutti i sette lotti originariamente parte della collezione di Adolphe Schloss e oggi offerti da Christie’s hanno condiviso la proprietà e il destino fino al deposito presso il Commissariat général aux questions juives (CGQJ) di Parigi, a seguito del sequestro da parte dei funzionari del regime di Vichy. 
La Vergine in un paesaggio e Maria Maddalena in un paesaggio del Maestro di Griselda sono state trasferite a Jean-François Lefranc e da questi probabilmente vendute. Le due opere, ritrovate in una collezione privata negli Stati Uniti, sono state restituite agli eredi di Adolphe Schloss nel 2024. La lettrice di Dominique van Tol fu rubata dal Führerbau ed entrò in una collezione privata tedesca e poi in una statunitense, per tornare agli eredi di Adolphe Schloss solo nel 2025. Le opere di Karel de Moor, Ary de Vois, Willem Kalf e Joost van Geel sono state anch’esse saccheggiate al Führerbau ed entrate in collezioni private tedesche, fino alla restituzione legittima promossa anche da Christie’s sempre nel 2025.
Accanto alle opere della Collezione Schloss, Christie’s aggiungeva in questa asta anche altri importanti casi di restituzione, tra cui quattro dipinti provenienti dalla Galerie Matthiesen, restituiti alla famiglia dell’antiquario ebreo tedesco Franz Zatzenstein-Matthiesen nel 2024.

Il dipartimento per le restituzioni di Christie’s

La vendita di alcuni lotti della Collezione Schloss rappresenta un ulteriore tassello della storia che incrocia l’operatività del mercato dell’arte e delle case d’asta contemporanee. Christie’s è, infatti, da diversi anni attivamente impegnata nella restituzione delle opere trafugate dai nazisti durante il regime e la Seconda Guerra Mondiale. E le perdite subite dalle collezioni europee tra il 1933 e il 1945 continuano ad avere un impatto profondo sul mercato dell’arte contemporaneo.

Con un dipartimento dedicato, Restitution, Christie’s si occupa di verificare la provenienza dei lotti e partecipare alla risoluzione di casi complessi, fornendo supporto alle richieste di restituzione, in linea con i Principi di Washington, attraverso soluzioni eque e diplomatiche. Guidato da Richard Aronowitz, con il presidente Marc Porter e la direttrice Sarah Done, il team della casa inglese ha ottenuto nel tempo importanti risultati, tra cui il caso emblematico della collezione Schloss in Francia.

La Collezione Schloss a Parigi. Courtesy Musée d'Art et d'Histoire du Judaïsme via Christie's
La Collezione Schloss a Parigi. Courtesy Musée d’Art et d’Histoire du Judaïsme via Christie’s

La storia dei saccheggi d’arte nazisti e il contributo della filiera artistica oggi

Con l’invasione della Francia da parte della Germania nazista, numerosi collezionisti ebrei come i figli di Schloss cercarono di proteggere le loro opere depositandole in musei, caveau bancari e luoghi lontano dalla capitale. Ma già dal giugno dello stesso anno, i nazisti avviarono sistematiche confische, convogliando molte opere saccheggiate attraverso il Jeu de Paume di Parigi, trasformato in centro di smistamento. Il progetto Lost Paris, promosso dal dipartimento Restituzione di Christie’s, raccoglie informazioni di e su collezionisti, mercanti e artisti colpiti dalle persecuzioni e dalle sottrazioni illegittime. 

Tra queste spiccano le storie della famiglia Schloss, Rothschild e di René Gimpel. Mentre un contributo cruciale al recupero di molte opere trafugate fu dato dalla curatrice Rose Valland, che, a rischio della propria vita, documentò in segreto le movimentazioni naziste al Jeu de Paume. Il saccheggio della collezione Schloss è raccontato nel suo libro Le Front de l’art (1961), basato sui suoi appunti. Valland è oggi considerata una figura chiave nella Resistenza francese e nella tutela del patrimonio culturale e i suoi diari restano ancora oggi fondamentali per le attuali ricerche sulle provenienze e l’impegno per le restituzioni delle opere d’arte sottratte.

Alessandra Frigerio

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