Flashback 2025 non avrà un titolo. La scelta della fiera più libera della settimana dell’arte di Torino

Dal 30 ottobre al 2 novembre, la fiera che non segue gerarchie e si presenta da oltre dieci anni al motto di “l’arte è tutta contemporanea” torna negli spazi dell’ex brefotrofio di Torino. E l’edizione 2025 sarà senza titolo. Le prime anticipazioni

Non è solo un gesto dimostrativo, la scelta di non attribuire un titolo alla tredicesima edizione di Flashback Art Fair, in programma dal 30 ottobre al 2 novembre 2025 (preview il 29 di ottobre) negli spazi di Flashback Habitat, a Torino, durante la settimana dell’arte che ruota intorno ad Artissima. In corso Lanza, a partire dalla primavera 2023, la manifestazione diretta da Ginevra Pucci Stefania Poddighe, con la direzione artistica di Alessandro Bulgini, ha trovato una casa stabile diventata nuovo ecosistema artistico “per le Culture Contemporanee” da condividere con la città. Ma la fiera non ha mai perso lo spirito che la anima sin dall’origine: essere una narrazione in divenire, un progetto che ogni anno si trasforma e si espande, per restituire all’arte, anche a quella storicizzata, un legame forte e attuale con il presente.

Lo spazio Flashback Habitat a Torino

E Flashback Habitat – nato dalla riconversione dell’ex brefotrofio di Torino, nei padiglioni razionalisti circondati dal verde nel cuore della città, con circa 20mila metri quadri adibiti a spazio espositivo – ha confermato le premesse, concretizzando un’attività di cura, sociale ed artistica, che si articola nell’arco di tutto l’anno, in uno spazio sempre attivo. Uno spazio pensato per essere luogo di accoglienza nell’accezione più inclusiva possibile: un territorio non colonizzato, privo di vessilli, in cui ogni diversità può esprimersi. Dove l’arte, secondo l’approccio che continua a indirizzare l’attività di Flashback, “non segue le gerarchie imposte, ma si muove in un ambiente fluido e orizzontale, libero da etichette e imposizioni”.

Flashback Art Fair e la scelta di non darsi un titolo

Ecco perché l’edizione della fiera in programma per l’autunno 2025 non avrà titolo. Si tratta, spiegano gli organizzatori, di “un atto deliberato di resistenza, che equivale a rifiutare qualsiasi narrazione unica o definitiva. Significa creare un habitat fertile, uno spazio denso, in continuo movimento, dove le diversità si incontrano e si confrontano. In questa zona franca dell’arte, l’accoglienza delle differenze, delle molteplici identità, delle voci fuori dal coro diventano principi fondanti. Con questa scelta, Flashback non solo celebra la libertà dell’arte, ma afferma con chiarezza la volontà di abbattere le barriere, fisiche e temporali e restituire visibilità all’invisibile”.

Flashback Art Fair 2025 a Torino. Come sarà

L’invito al pubblico che visiterà la fiera (nel 2024 si è registrato un grande successo di presenze) è dunque “a perdersi e ritrovarsi in uno spazio senza definizioni, dove l’arte abita il presente senza doverlo spiegare e ogni sguardo può generare una nuova possibilità di senso, passione e stupore”. E la scelta di non fornire un tema diventa tema essa stessa, rafforzando il motto della casa – “L’arte è tutta contemporanea” – che punta alla valorizzazione di opere di qualità, indipendentemente dal periodo storico a cui appartengono. Fra le prime opere selezionate, LIBER di Aldo Mondino (Galleria Umberto Benappi) si propone come una dichiarazione di indipendenza artistica, incarnando il rifiuto delle etichette e la libertà di sperimentazione; mentre l’opera di Pinot Gallizio (Le Couple Viking, olio su tela, 1961, Gallerie del Ponte) apre l’arte a una dimensione collettiva e democratica. E ancora, tra le opere anticipate, ci saranno le Delocazioni di Parmiggiani presentate dalla Galleria Riccardo Boni, a evocare l’invisibile e la memoria; e l’Hermaphrodite (1910-1911) di Amedeo Modigliani (Galleria dello Scudo) incarnazione di quei mondi liminali che sfuggono alle norme e alle etichette e che Flashback indaga come valore fondante. La Galleria Mancaspazio presenterà le “pietre sonore” di Pinuccio Sciola, la Galleria Canesso il Muzio Scevola davanti a Porsenna di Luigi Miradori detto Genovesino, Frascione Gallery sarà presente con un altro tormentato pittore genovese, vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento, Bernardo Strozzi. Mentre Floris Van Wanroij Fine Art porterà la pittura fiamminga del “maestro indipendente” Adriaen van Overbeke.
Bisognerà ancora attendere, invece, per la lista completa delle gallerie partecipanti (nel 2024 erano state circa quaranta).

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Redazione

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