A Imola, un corso pratico d’arte contemporanea
Corso e relativo workshop, che parte come un’iniziativa personale. Una serie di pub e una pinacoteca. Apparentemente, con il contemporaneo tutto ciò poco c’azzecca. Ma non fatevi bloccare dal suo aspetto modesto: il corso pratico di arte contemporanea di Imola tenta la formazione di un pubblico adulto. Una missione spinosa, raccontata dai protagonisti.
Nell’arte contemporanea italiana, il pubblico è il Godot di turno: se ne parla tantissimo, in modo logorroico, ma l’oggetto della vexata quaestio sembra una presenza invisibile, ai limiti del fantastico. E alla fine si arriva a una serie di conclusioni, più o meno radicali: il pubblico dell’arte contemporanea, esclusi gli addetti, non esiste, oppure è una minoranza, oppure – ipotesi peggiore – non è cosciente di ciò e perché va a vedere qualcosa. Spesso ci si nasconde dietro la constatazione che l’arte contemporanea sia “difficile”, o che può essere rivolta solo a un’élite.
Come ovviare a questo gap? Le strade sono tre: ignorarlo, affrontarlo di petto e con mezzi mastodontici quanto il campo in questione oppure, opzione più strategica, aggirarlo, prenderlo per vie più inconsuete, eccentriche e liminali. E proprio quest’ultimo atteggiamento è sottesa all’idea di Corso Pratico, nato nel 2010 da un’idea di Enrico Morsiani: una serie di lezioni serali con cadenza settimanale che si tengono in due pub a Imola e Faenza; il corso partirà presto anche a Bologna e dal 2011 vede la collaborazione esterna del blogger Luca Rossi.
Si parte da un presupposto semplice, quasi banale, vale a dire che il pubblico dell’arte contemporanea è specie rara non perché non possa esistere, ma perché privo degli strumenti e delle opportunità per esistere. La “praticità” del corso sta proprio nel ricondurre una serie di strategie proprie dell’arte contemporanea alla quotidianità; ad esempio, il concetto di ready made portato nel quotidiano diventa l’invito a indossare un paio di scarpe sportive a una cerimonia ufficiale, forzando un codice di comportamenti e pronti a osservare tutte le conseguenze del gesto.
Ogni anno, a conclusione del corso, i partecipanti sono chiamati a un workshop in collaborazione con i Musei Civici di Imola e tira le fila di tutto un percorso. Forte di questa vocazione relazionale, non a caso il workshop nel 2011 è stato curato da Italo Zuffi.
Non si tratta di pretendere un pubblico da multisala a Natale, ma di accettare in modalità critiche e autocritiche un confronto e un “corpo a corpo” con il pubblico, senza mai dimenticare l’aspetto ludico e la capacità di riportare tutto alla propria quotidianità. Forse si tratta di abbandonare una certo snobismo fintamente cool che spesso ci rende schiavi di un’egemonia anglofona dove alcune questioni, come appunto il pubblico, vengono date per scontate.
Che la praticità sia con voi.
Giulia De Monte
Imola // 29 gennaio 2012 ore 14.30
Shake. Narrare diverso
a cura di Enrico Morsiani e Giulia De Monte
MUSEO CIVICO SAN DOMENICO
[email protected]
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