Yuri Ancarani – Le radici della violenza
La trilogia di Yuri Ancarani è il secondo appuntamento della rassegna Inter | Sezioni, inserita nel palinsesto di ZACiak
Comunicato stampa
contemporanea alla mostra Giorni Felici?, il secondo appuntamento della rassegna Inter | sezioni, con la proiezione della trilogia di Yuri Ancarani Le radici della violenza (The roots of Violence), costituita dai video San Siro (2014), San Vittore (2018) e San Giorgio (2019).
La trilogia, a cura di Beatrice Merz, delinea un ulteriore capitolo nell’ambito della ricerca di Yuri Ancarani dedicata ai luoghi della socializzazione, del lavoro e del controllo sociale. L’interazione tra corpi umani, architetture, tecnologie e le conseguenti relazioni emotive e comunitarie che si formano, sono alla base della pratica dell’artista. (Marcella Beccaria)
24 gennaio 2024
Ore 18.30
Pensiero, creazione e confini: incontro con Yuri Ancarani e anteprima siciliana del film “Il popolo delle donne”
Con
Yuri Ancarani
Agata Polizzi
Laura Barreca
L’artista Yuri Ancarani dialoga con Agata Polizzi, curatrice della mostra “Giorni Felici?” e con Laura Barreca che introduce l’anteprima siciliana del film Il popolo delle donne.
Presentato nell’ambito della XX edizione delle Giornate degli Autori nella sezione Proiezioni Speciali / Incontri con gli autori, in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2023, Il popolo delle donne (60’, Italia, 2023) è prodotto da Dugong Films, in collaborazione con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea e ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, e distribuito da Barz and Hippo.
Il popolo delle donne evidenzia per la prima volta il rapporto fra la crescente affermazione sociale delle donne e l’aumento della violenza sessuale maschile. Quanto più il mondo delle donne, ancora inevitabilmente insicuro, viene tuttavia alla ribalta, tanto più si acuisce la violenza insofferente di una parte del mondo maschile. Un fenomeno opposto a quanto generalmente si supponeva anche in ambito scientifico. Protagonista è Marina Valcarenghi, psicoterapeuta e psicoanalista, con un passato nel giornalismo, nella politica durante gli anni Sessanta e Settanta, e con quarantacinque anni di lavoro clinico alle spalle. Da quest’ultima esperienza, ancora in corso, Valcarenghi ha potuto osservare come l’insicurezza femminile sopravviva, nonostante la progressiva conquista di autonomia economica e sociale. Per prima ha introdotto la psicoanalisi in carcere, nei penitenziari di Opera e di Bollate, lavorando per dodici anni nei reparti di isolamento maschile con detenuti in gran parte condannati per reati di violenza sessuale.