Yang Fei Yun – Alla ricerca della propria origine

Informazioni Evento

Luogo
ACCADEMIA DELLE ARTI DEL DISEGNO
Via Orsanmichele 4, Firenze, Italia
Date
Dal al

da martedì a sabato: ore 10.00 - 13.00 / 17.00 - 19.00
domenica: ore 10.00-13.00
Lunedì chiuso.

Vernissage
04/02/2017

ore 17,30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Yang Fei Yun
Curatori
Rodolfo Ceccotti, Adriano Bimbi, Gao Jun
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra dell’artista cinese Yang Fei Yun, Direttore dell’Accademia di Pittura a Olio di Pechino, dal titolo “Alla ricerca della propria origine”, curata da Adriano Bimbi, Rodolfo Ceccotti e Gao Jun.

Comunicato stampa

Dal 4 al 26 febbraio 2017 l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, presso la Sala delle Esposizioni in Via Ricasoli n.68, angolo Piazza San Marco, ospita la mostra dell’artista cinese Yang Fei Yun, Direttore dell’Accademia di Pittura a Olio di Pechino, dal titolo “Alla ricerca della propria origine”, curata da Adriano Bimbi, Rodolfo Ceccotti e Gao Jun. L’iniziativa espositiva testimonia il consolidato rapporto di collaborazione dell’Accademia delle Arti del Disegno con le più importanti istituzioni accademiche artistiche cinesi, onorando fedelmente l’impegno e la tradizione intrapresi dai fondatori dell’Accademia sin dalla sua nascita nel 1563, ovvero promuovere e valorizzare la qualità dell’arte e degli artisti di ogni nazionalità.

Battesimo, olio su tela,1999

Delle ventiquattro opere di grande formato presenti in mostra, i ritratti, specialmente femminili, selezionati dai curatori dalla vasta produzione dell’artista, testimoniano la straordinaria abilità pittorica del Maestro Yang Fei Yun, la cura meticolosa, lo stile e la perfezione d’esecuzione raggiunta nel ritratto dal vero, ma anche il simbolismo naturalistico e la capacità poetica chiaramente rintracciabile in ogni tela.

Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, in relazione all’artista Yang Fei Yun, afferma che “è un mondo suo, e solo suo, quello in cui la sua pittura ci lascia entrare: popolato di apparizioni della moglie-Venere in integrale e casta nudità, di donne dalle vesti sontuose e spavalde, di cervi e cerbiatti misteriosamente entrati ad aggirarsi nelle stanze chiuse e severe, arredate qualche volta con scura mobilia neogotica di gusto inglese, qualche altra volta con pezzi cinesi rilucenti d’ebano, d’oro, di lacca rossa. La sua condizione personale di convertito al luteranesimo s’intuisce da certe ambientazioni e traspare da qualche raro soggetto, anzitutto dal battesimo del figlioletto, seduto nudo nella pienezza delle tonde forme infantili a ricevere sulla testa, non senza stupore, il getto trasparente dell’acqua lustrale”.

Istante, olio su tela, 1991

Yang Fei Yun è artista cólto, appassionato dal Seicento spagnolo, Velázquez in primis, e dall’Ottocento francese, dagli impressionisti e, ancor di più, dai postimpressionisti. Nei ritratti e nei nudi femminili che sono protagonisti della mostra fiorentina, non si avverte niente di morboso, ogni composizione figurativa si delinea con eleganza e candore, con avvertibile senso del pudore verso la giovinezza dei corpi. Una pittura che è certamente “accademica”, ma non in termini conformistici o intellettualistici, semmai nell’accezione storica del termine, poiché plasmata ed “educata” in una scuola votata espressamente alla formazione degli artisti; una tecnica che prende l’avvio dallo studio del modello, da un tirocinio severo, dall’esercizio costante nella pratica della copia di opere dei grandi maestri del passato e dei capolavori della pittura a olio europea, elemento, quest’ultimo, imprescindibile nel percorso di formazione e di insegnamento degli artisti contemporanei cinesi.

A questo proposito, Antonio Natali, autore di un testo critico nel raffinato catalogo realizzato a corredo della mostra, sottolinea come “in Oriente la cultura figurativa occidentale s’innesta in una civiltà ch’è certo più antica, ma d’una connotazione formale radicalmente diversa. Quello che in Cina s’è nel secolo scorso sperimentato dell’arte europea, è soprattutto il naturalismo; o, per meglio intendersi, il realismo. Ma la tradizione dell’Occidente – dal Trecento al Novecento – rimane una specie di ente estraneo. Alieno; e tuttavia nobile e molto amato dagli artisti cinesi; a tal segno amato da meritare uno studio fervido e assiduo”.

Il catalogo, con i testi di Cristina Acidini, Adriano Bimbi, Rodolfo Ceccotti, Chao Ge, Gao Jun, Yang Fei Yun ed Antonio Natali, è edito da Polistampa.