Western Simulacrum

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA COMUNALE D'ARTE - VOLTONE DELLA MOLINELLA
Voltone della Molinella, 4/6 , Faenza, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/11/2025

ore 18,30 presso Spazio MEET NOAM – Galleria Comunale della Molinella, Faenza
All’interno del NOAM – Festival del Cinema Nord Americano

Artisti
Emanuele Mengotti
Generi
fotografia, new media

Western Simulacrum, mostra multimediale, debutta in anteprima mondiale al NOAM – Festival del Cinema Nord Americano.

Comunicato stampa

Western Simulacrum, mostra multimediale, debutta in anteprima mondiale al NOAM – Festival del Cinema Nord Americano, a Faenza dal 12 al 16 novembre 2025.
Un’esposizione fotografica, archivistica e sonora che interroga uno dei miti fondativi dell’immaginario occidentale: il West. Non come luogo geografico, ma come miraggio ereditato, simulacro collettivo, promessa culturale.
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Greetings from the Hyper Frontiers
Mostra fotografica e installazione di Emanuele Mengotti
Con soundscape originale di Enrico Coniglio
A cura di: Gian Marco Magnani · Fabio Monducci · Matteo Vandelli
Inaugurazione: mercoledì 12 novembre 2025, ore 18:30
Spazio MEET NOAM – Galleria Comunale della Molinella, Faenza
All’interno del NOAM – Festival del Cinema Nord Americano
A seguire intervista all’autore Emanuele Mengotti a cura di Andrea Valmori, Direttore del NOAM nello spazio MEET NOAM.
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Western Simulacrum
di Emanuele Mengotti
A mio padre, che mi ha donato un West che non esisteva.

Mostra multimediale che abita il punto esatto in cui l’immaginario americano si sostituisce alla realtà. Un attraversamento del West come mito più che come luogo: un paesaggio prima sognato, interiorizzato, esportato, e solo dopo vissuto. Un’America che esiste nella mente prima che nello spazio.
La mostra intreccia intimità familiare, memoria visiva e propaganda iconografica, mettendo in dialogo Polaroid analogiche scattate nel cuore dell’America più remota, cartoline originali del secolo scorso con le loro scritture manoscritte autentiche, ed oggetti personali, che legano l’autore al West, tracce di un mito che vive ai margini, ma non smette di pulsare.
Le cartoline esposte non sono semplici reperti: rivelano una narrazione ingenua e potente, dove ciò che appare turismo è già ideologia culturale e politica.
Molti messaggi, scritti tra gli anni ’20 e ’60, risultano attuali non solo nelle parole, ma nel linguaggio immaginario con cui l’America continua ancora a raccontare sé stessa. Lo stesso slogan oggi usato in chiave nazionalista “America First” nasce proprio dalle cartoline turistiche del primo Novecento, che recitavano “See America First” un invito a tralasciare tutte le altre mete per concentrarsi sulla propria nazione.
Western Simulacrum non mostra “il West”, ma interroga il desiderio del West, il suo potere di sopravvivere ai fatti, di plasmare realtà e biografie, di trasferirsi da padre a figlio come un’eredità invisibile.Al centro dell’esposizione alcuni oggetti personali come un tomahawk (arma cerimoniale e da combattimento dei nativi americani) ed una Polaroid di uno dei paesaggi più iconici del West: la Monument Valley, colpita e perforata da un colpo di pistola da parte di un cowboy nel deserto californiano, come performance artistica che rivela il ferimento di questo mito.

La mostra è accompagnata da un'installazione sonora di Enrico Coniglio: quattro mangianastri ed un quinto punto d’ascolto esterno che accompagnano e creano atmosfere americane, tra illusione, disillusione, crollo del mito e rinascita. Tra field recordings realizzati alla Monument Valley e in Italia, archivi sonori fantasma e rovine dell’immaginario americano.
Una colonna sonora per un film che non è mai esistito, ma che tutti abbiamo già nella memoria.

NOAM – Festival del Cinema Nord Americano
Il NOAM è oggi uno dei più importanti festival italiani interamente dedicati alle nuove visioni del Nord America. Ospita anteprime, film indipendenti, programmi sperimentali e incontri speciali con autori, curatori e artisti visivi. L’edizione 2025 continua a interrogare la rappresentazione del Nord America contemporanea tra cinema, arti visive e suono, aprendo nuove convergenze tra linguaggi. La terza edizione del NOAM segna la chiusura di un primo ciclo e l’apertura di un nuovo orizzonte del cinema nordamericano contemporaneo: un dialogo tra mito e presente, tra i classici che hanno fondato un immaginario e le nuove voci che oggi lo mettono in crisi e lo reinventano. Tra le novità più attese, la prima nazionale di Smashing Machine, il nuovo film di Benny Safdie. Dal tributo a Redford, Hackman e Lynch al Premio alla Carriera a Eliza Hittman.

NOAM_2025

Biografie
Emanuele Mengotti (Venezia, 1986) è un regista e artista visivo. Dopo un viaggio on the road, coast to coast in solitaria, decide di partecipare alla lotteria della Green Card, documento che permette di vivere e lavorare negli Stati Uniti. Dopo aver vinto la Green Card, si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha vissuto a Los Angeles, Las Vegas e nell’Oregon continuando ad esplorare il West del paese. Nel 2017 è diventato cittadino americano. Nel 2017, involontariamente è testimone della più grande sparatoria negli Stati Uniti a Las Vegas.
Il suo lavoro nasce da un approccio immersivo e totalizzante: Mengotti vive nei luoghi che racconta, condividendo la quotidianità delle persone che filma e fotografando ciò che resta ai margini. Il viaggio non è solo ricerca estetica, ma condizione esistenziale e metodo di lavoro.
Nel 2019 ha diretto West of Babylonia, presentato in anteprima mondiale al Biografilm Festival 2020; disponibile in streaming sulla piattaforma ZaLabview.. Rosso di sera, secondo capitolo della trilogia sul West americano, è pluripremiato al Biografilm 2022; disponibile su RAI Play. Il terzo capitolo, Trona, è attualmente in fase di sviluppo.
Attraverso cinema e fotografia, Mengotti indaga l’immaginario del West come spazio mentale e politico, dove il mito e la realtà si confondono fino a diventare un’unica sostanza visiva.

NOTA DELL’ARTISTA

“Western Simulacrum nasce da un’eredità immaginaria: il West che mio padre mi ha trasmesso senza averlo mai visto. Per anni ho viaggiato in solitaria attraverso deserti, piccoli paesi e confini invisibili, raccogliendo Polaroid e cartoline che raccontano un’America sospesa tra mito e realtà.
In questo lavoro ho cercato di attraversare il miraggio, di capire come un’immagine possa diventare destino. Il West che ho trovato è fatto di presenze che sembrano uscite da un film, di gesti antichi e di un’umanità fragile che cerca ancora di somigliare al proprio mito. Le Polaroid, con la loro materia viva e imperfetta, sono il linguaggio ideale per restituire questo spazio intermedio: ciò che resta del sogno e ciò che non smette di sognare.
Questa mostra è un viaggio dentro un immaginario che continua a mutare, e allo stesso tempo un gesto di gratitudine verso mio padre, che mi ha insegnato a guardare oltre l’orizzonte.”
Emanuele Mengotti