Wang Guangyi – Negatives of Idols

Informazioni Evento

Luogo
SPRING CENTER OF ART
798 Art District, No.2 Jiuxianqiao Road, Chaoyang District, Beijing, China
Date
Dal al
Vernissage
16/11/2014
Artisti
Wang Guangy
Curatori
Demetrio Paparoni
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra personale

Comunicato stampa

New Religion
Testo per una sezione la monografia di Wang Guangyi edita da Skira, a cura di Demetrio Paparoni

New Religion è una serie di dipinti a olio su tela, i cui soggetti sono i grandi leader politici (Lenin, Stalin, Mao), spirituali (Cristo), spirituali e politici insieme (Giovanni XXIII) o filosofi il cui pensiero continua a esercitare la sua influenza ancora oggi (Marx e Engels). Wang Guangyi ha tratto queste immagini da fonti molto note, al punto da divenire vere e proprie icone, elaborandole come se avesse ripreso il modello da un negativo fotografico. I soggetti scelti sono il Cristo morto di Andrea Mantegna, l’Ultima cena di Leonardo, foto giornalistiche che hanno avuto grande diffusione, ritratti fotografici e pittorici. Benché in queste opere Wang Guangyi usi la tecnica pittorica tradizionale dell’olio su tela, l’ambiguità creata dal riferimento al mezzo meccanico spezza la familiarità che lo spettatore ha con queste immagini e lo spinge a non considerarle scontate, ma capaci di suscitare nuove riflessioni sul loro significato. Stessa funzione di disturbo svolgono anche i numeri stampigliati su alcune di queste tele e le sgocciolature di colore, che contrastano con le ampie campiture uniformi. Attraverso questo ciclo di lavori Wang Guangyi si è interrogato su cosa accomuna le grandi utopie, sul fascino che esse esercitano sull’essere umano, e sul perché tutti gli uomini avvertano il bisogno di individuare figure su cui riversare la propria fede.
Le utopie, così come le figure che le incarnano, sono alla base dell’educazione di milioni di persone e lasciano una traccia che non può essere cancellata del tutto, anche quando ci si allontana dall’ortodossia. Il dogmatismo su cui le concezioni utopiche si fondano richiede fede ed è corroborato da riti, testi sacri, icone, reliquie e precetti. Questi dipinti suggeriscono così che il bisogno di trascendenza dell’essere umano può rivelarsi anche nella devozione verso chi ha promosso una visione materialista della Storia che, pur in antitesi con il concetto stesso di trascendenza, condivide con la religione una visione provvidenziale del divenire. In questo senso i cinque ritratti che compongono The Guides, potrebbero essere sovrapponibili, così come il Cristo morto di Pietà e il Mao di Death of the Guide: il dio che si fa uomo e l’uomo elevato a dio dal suo popolo sono entrambi rappresentazione dell’anelito di fede dell’essere umano.
Per quanto il concetto di religione abbia molte valenze, che abbracciano la storia, la cultura, l’antropologia, la teologia, filosofia, in qualunque di questi ambiti si espliciti, non manca mai di rivelare il suo carattere sacro. La religione è infatti espressione del legame tra l’essere umano e ciò che egli reputa straordinario e degno di ricevere il tributo di riti liturgici.
Queste opere pongono l'accento sul fatto che lo spirito che anima le migliaia di persone provenienti da tutta la Cina che si mettono in coda per rendere omaggio alle spoglie del presidente Mao non è diverso da quello dei fedeli che si recano in pellegrinaggio presso santuari che custodiscono sepolture o reliquie. Il mausoleo, la teca di cristallo, la bandiera del partito comunista cinese che avvolge il corpo incorrotto del Presidente sono segni, mutuati dal linguaggio religioso, volti ad accrescere il sentimento di devozione del popolo nei confronti della propria guida. Questo sentimento di devozione è ulteriormente amplificato dalle immagini che rappresentano i momenti cruciali di queste liturgie, che assurgono al ruolo di icone indipendentemente dal loro riferirsi all'ambito dell'esperienza religiosa o a quello del credo politico.
Maria Cannarella

How To Define Sindone To Human Beings?
Maria Cannarella
Dal catalogo Wang Guangyi, Viaggio in Italia – Ravello, a cura di Demetrio Paparoni

L’iconografia cristiana ricorre nell’opera di Wang Guangyi sin dagli inizi del suo percorso artistico, iniziato a metà degli anni ottanta. Certamente il suo interesse per questi soggetti è in relazione con la Storia dell’arte occidentale, si pensi alle opere che fanno riferimento a Il ritorno del figliol prodigo di Rembrandt, l’Adorazione dei Magi, alla Madonna del Garofano, a L’ultima cena e all’Annunciazione di Leonardo da Vinci, agli studi per la Cappella Sistina e alla Pietà di Michelangelo. Il principale motivo di attrazione per queste immagini da parte di Wang Guangyi sta però nella riflessione sui temi del dogma e della fede, riflessione che percorre tutta la sua opera.
In Wang Guangyi il tema della fede si intreccia con quello del dogma culturale, politico e religioso, che inizialmente egli ha esplorato reinterpretando in una forma sintetica alcuni famosi dipinti della Storia dell’arte occidentale, la cui la sacralità non è espressa solo dal loro contenuto, ma anche dal loro essere universalmente conosciuti e considerati capolavori indiscutibili. Già nei ciclo Post-classic (1986-89) l’equivalenza tra fede religiosa e politica, che troverà sviluppo nei suoi lavori successivi, emerge nei dipinti Death of Marat A e Death of Marat B (1987), in cui l’eliminazione dei dettagli fa emergere le analogie sintattiche tra la rappresentazione che David fa del corpo esanime del rivoluzionario Marat e la rappresentazione che della deposizione di Cristo hanno fatto molti artisti del passato.
In tempi più recenti Wang Guangyi ha approfondito questa sua ricerca nel ciclo di dipinti New Religion, i cui soggetti sono Lenin, Stalin, Mao che rappresentano i grandi leader politici; Cristo, che rappresenta i leader spirituali; Giovanni XXIII che unisce i due aspetti, in quanto leader spirituale e capo di Stato; i filosofi Marx ed Engels, autori del Manifesto del Partito Comunista, che può essere considerato il testo sacro del materialismo storico. Wang Guangyi ha tratto queste immagini da fonti molto note, elaborandole come se avesse ripreso il modello da un negativo fotografico. I soggetti scelti per questo ciclo sono il Cristo morto di Andrea Mantegna, l’Ultima cena di Leonardo, foto giornalistiche che hanno avuto grande diffusione, come quella che ritrae Papa Giovanni XXIII in visita al carcere romano di Regina Coeli, ritratti fotografici e pittorici. Benché in queste opere Wang Guangyi usi la tecnica pittorica tradizionale dell’olio su tela, l’ambiguità creata dal riferimento al mezzo meccanico interferisce con la familiarità che lo spettatore ha con queste immagini e lo spinge a non considerarle scontate, ma capaci di suscitare nuove riflessioni sul loro significato. Stessa funzione di disturbo svolgono anche i numeri stampigliati su alcune di queste tele e le sgocciolature di colore, che contrastano con le ampie campiture uniformi.
Attraverso questo ciclo di lavori Wang Guangyi si è interrogato su cosa accomuna le grandi utopie, sul fascino che esse esercitano sull’essere umano e sul perché tutti gli uomini avvertano il bisogno di individuare figure su cui riversare la propria fede. Le utopie, così come le figure che le incarnano, sono alla base dell’educazione di milioni di persone e lasciano una traccia che non può essere cancellata del tutto, anche quando ci si allontana dall’ortodossia. Il dogmatismo su cui le concezioni utopiche si fondano richiede fede ed è corroborato da riti, testi sacri, icone, reliquie e precetti. Questi dipinti suggeriscono così che il bisogno di trascendenza dell’essere umano può rivelarsi anche nella devozione verso chi ha promosso una visione materialista della Storia che, pur in antitesi con il concetto stesso di trascendenza, condivide con la religione una visione provvidenziale del divenire. In questo senso i cinque ritratti che compongono The Guides, potrebbero essere sovrapponibili, così come il Cristo morto di Pietà e il Mao di Death of the Guide: il dio che si fa uomo e l’uomo elevato a dio dal suo popolo sono entrambi rappresentazione dell’anelito di fede dell’essere umano. Per quanto il concetto di religione abbia molte valenze, che abbracciano la storia, la cultura, l’antropologia, la teologia, la filosofia, in qualunque di questi ambiti si espliciti, questo concetto non manca mai di rivelare il suo carattere sacro. La religione è infatti espressione del legame tra l’essere umano e ciò che egli reputa straordinario e degno di ricevere il tributo di riti liturgici.
Le opere della serie New Religion pongono l'accento sul fatto che lo spirito che anima le migliaia di persone provenienti da tutta la Cina che si mettono in coda per rendere omaggio alle spoglie del presidente Mao non è diverso da quello dei fedeli che si recano in pellegrinaggio presso santuari che custodiscono sepolture o reliquie. Il mausoleo, la teca di cristallo, la bandiera del partito comunista cinese che avvolge il corpo incorrotto del Presidente sono segni, mutuati dal linguaggio religioso, volti ad accrescere il sentimento di devozione del popolo nei confronti della propria guida. Il sentimento di devozione è ulteriormente amplificato dalle immagini che rappresentano i momenti cruciali di queste liturgie, che assurgono al ruolo di icone indipendentemente dal loro riferirsi all'ambito dell'esperienza religiosa o a quello del credo politico. La bandiera che ricopre il corpo di Mao è, per i devoti del Presidente, un sacro sudario. Essa ispira gli stessi sentimenti che i fedeli cristiani provano dinanzi alla Sindone, il lenzuolo di lino che ha avvolto il corpo di Cristo, di cui ha mantenuto impresse le sembianze.
Alla Sindone Wang Guangyi ha dedicato una serie di lavori su tela e su carta, e un grande trittico dal titolo How To Define Sindone To Human Beings? (Come spiegare la Sindone agli esseri umani?). Il titolo di quest’opera è un chiaro riferimento alla performance del 1965 di Joseph Beuys, Wie man dem toten Hasen die Bilder erklärt? (Come spiegare i quadri a una lepre morta?), durante la quale Beuys teneva tra le braccia una lepre morta, si avvicinava ai dipinti appesi alle pareti e poggiava le zampe dell’animale sulla superficie dei dipinti, mentre gli sussurrava all'orecchio parole incomprensibili. Proprio il negativo di una celebre foto di questa performance, in cui Beuys, con il volto ricoperto di miele e da lamine d’oro, è seduto con la lepre morta in braccio è il soggetto del pannello di sinistra del trittico How To Define Sindone To Human Beings? di Wang Guangyi. Nel pannello di centro il riferimento a Beuys ritorna nella sedia su cui è adagiato il telo di lino ripiegato, in cui la Sindone prende il posto che il grasso aveva nell’opera del 1964 Stuhl mit Fett (Sedia con grasso) dell’artista tedesco. Il pannello di sinistra riprende il ritratto con cui Velàzquez tra il 1649 e il 1650 ha reso immortale la figura di Papa Innocenzo X. Nei tre quadri che compongono il trittico è sempre presente lo scambio tra divino e umano che avviene attraverso il rito, attraverso l’arte o attraverso figure preposte a questo scambio. Nel primo pannello descritto, infatti, emerge l’aspetto rituale che lo stesso Beuys ha messo in gioco grazie al significato simbolico dell’oro; attraverso il valore sacrale che egli attribuiva agli animali, che rappresentano quella parte di noi che il nostro io razionale vorrebbe mettere a tacere, ma con la quale nostro malgrado continuiamo a parlare; attraverso la glossolalia, il pronunciare parole incomprensibili, che si riscontra in molti riti.
Nel secondo pannello, il lenzuolo di lino, si trasforma da semplice oggetto in oggetto sacro mediante il riferimento al grasso che, nell’opera di Beuys, si trasforma da scarto corporeo in materiale scultoreo, mettendo in atto una trasfigurazione attraverso l’arte. Nel terzo pannello la scelta del ritratto di Velàzquez in cui la natura umana di Giovanni Battista Pamphilj emerge chiaramente, nonostante gli abiti che il pontefice indossa e lo scranno su cui è seduto ce lo presentino come il Vicario di Cristo. In tutti e tre le tele che compongono il trittico la sedia è anche il piedistallo sul quale la materia si trasforma in arte.
Ritenuta il sudario che ha avvolto il corpo di Gesù, la Sindone è la testionianza non spiegabile scientificamente di un evento, la resurrezione, che per il fedele non ha bisogno di essere provato. Cercare di spiegare la Sindone agli essere umani equivale dunque a cercare di spiegare l’inspiegabile. Parafrasando il titolo di una famosa performance di Beuys, Wang Guangyi ha voluto evidenziare che quello che sentiamo è più potente di quello che riusciamo a elaborare razionalmente.
Maria Cannarella