Una rivoluzione artistica

Informazioni Evento

Luogo
NUVOLA LAVAZZA
Via Ancona angolo via Pisa , Torino, Italia
Date
Il
Vernissage
08/06/2018

ore 17,30

Generi
incontro - conferenza
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Documenti dell’Arte Povera dal Castello di Rivoli all’Ermitage di San Pietroburgo.

Comunicato stampa

In occasione di ARCHIVISSIMA - il primo Festival degli Archivi che si terrà a Torino dal 6 all’8 giugno 2018 - che vede coinvolti oltre centocinquanta archivi nell’intento di raccontarne la loro storia e individuare nuove possibili modalità di valorizzazione dei loro patrimoni, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea partecipa alla manifestazione proponendo un incontro con il curatore e critico d’arte Luca Cerizza.

Nell’ambito delle attività del nuovo CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli), di cui saranno introdotti gli obiettivi e le finalità, verrà illustrato il lavoro svolto dal Centro in occasione della mostra Arte Povera: una rivoluzione creativa. La rassegna, organizzata dal Castello di Rivoli grazie all’accordo di programma siglato nel 2017 tra la Regione Piemonte e l’Ermitage di San Pietroburgo e attualmente in corso al museo russo (fino al 16 agosto 2018), è realizzata con il sostegno di Lavazza.

In occasione di questa mostra, il CRRI ha raccolto una selezione di pubblicazioni, articoli, recensioni e immagini fotografiche che, accompagnate da didascalie discorsive, raccontano la diffusione e la fortuna critica dell’Arte Povera in Italia e all’estero dal 1966 al 1972, dagli albori di questa poetica ancora non definita Arte Povera da Germano Celant (come nella mostra Fuoco Immagine Acqua Terra, L’Attico, Roma, 1967), fino al definitivo riconoscimento del movimento attraverso documenta 5 curata da Harald Szeemann nel 1972.

Proprio a Harald Szeemann il CRRI dedicherà una mostra al Castello di Rivoli nella primavera del 2019.

Se per il pubblico russo questi documenti servono a orientarsi nelle diverse occasioni espositive e uscite stampa sull’Arte Povera, la conferenza userà questi documenti come possibilità per leggere modi e strategie di diffusione di questo movimento nel contesto italiano ed estero, anche attraverso strumenti come la rivista e il catalogo.

Dalla prima occasione espositiva nella quale Celant utilizza la sua fortunata definizione (Galleria La Bertesca, Genova, settembre-ottobre 1967) e dalle prime mostre in gallerie italiane (Galleria de’ Foscherari, Bologna, 1968 a esempio), l’Arte Povera trova presto un contesto di dialogo internazionale in una mostra-evento come Arte Povera+Azioni Povere (Amalfi, ottobre 1968) dove gli artisti italiani espongono insieme ad alcuni artisti europei.

La presentazione di rare fotografie degli eventi di Amalfi conservate negli archivi di Marcello Rumma e per la maggior parte inedite e mai viste fino a oggi, dimostra l’importanza del lavoro del nuovo CRRI.

Pochi mesi dopo Amalfi, un folto gruppo di “poveristi” espone nella leggendaria mostra When Attitudes Become Form (Kunsthalle Berna, a cura di Szeemann, marzo-aprile 1969), ricevendo grande visibilità al di fuori dei confini nazionali. Così l’anno dopo saranno altre due mostre di respiro internazionale come Processi di pensiero visualizzati (Kunstmuseum, Lucerna, a cura di J.C. Ammann) e Conceptual Art Arte Povera Land Art (GAM Torino, a cura di Celant) a sancire il definitivo inserimento dell’Arte Povera nel contesto internazionale, che riceverà un fondamentale riconoscimento nella quinta edizione di documenta a Kassel.

Se le immagini dei cataloghi e delle mostre restituiscono la comunicazione visiva di questi artisti, i materiali d’archivio esposti all’Ermitage includono anche testimonianza del dibattito che ben presto si scatena intorno alla costruzione critica di Celant, per la prima volta esplicitata proprio su una rivista (Flash Art, novembre-dicembre 1967). Dibattito che si diffonde attraverso convegni e testi critici — già dalla mostra della galleria de’ Foscherari per continuare ad Amalfi — e sulle pagine delle riviste dell’epoca come Domus, Cartabianca e DATA.

Il senso di quella rivoluzione artistica e di quella temperie critica arriva ora in uno dei musei più importanti del mondo, attraverso le opere e i materiali documentativi e archivistici scelti e raccolti dal CRRI del Castello di Rivoli.

Creato all’interno del Museo quale estensione della sua Biblioteca, il CRRI è un dipartimento volto all’approfondimento scientifico e critico dell’arte contemporanea e, in particolare, alla ricerca, raccolta e valorizzazione dei materiali d’archivio di artisti, curatori, critici, galleristi e collezionisti attivi tra gli anni Sessanta e i giorni nostri.

Gli archivi raccolti e catalogati diventano così non solo materiale di studio e di ricerca da parte di studiosi italiani e internazionali, ma anche materia viva soggetta all’utilizzo creativo e interdisciplinare.

Il CRRI si adopera anche nella formazione di figure professionali, come dimostrano i workshop per la formazione di archivisti che ha avuto luogo nel 2017 e quello per Registrar, che si svolgerà tra giugno e settembre 2018 in collaborazione con Family office Tosetti Value.

Le attività del CRRI sono sostenute dalla Regione Piemonte e dalla Compagnia di San Paolo.