Tutti in sella!
Il MUSE celebra con una mostra la passione dei trentini per la bicicletta, nata nel lontano ’800 con l’arrivo delle prime due ruote. Al centro dell’esposizione, la storia del ciclismo e la straordinaria vicenda umana di Gino Bartali, protagonista di tante salite e di grandi sfide sulle montagne del Trentino.
Comunicato stampa
Il MUSE celebra con una mostra aperta dal 30 aprile al 15 giugno 2014 la passione dei trentini per la bicicletta, nata nel lontano ’800 con l’arrivo delle prime due ruote. Al centro dell’esposizione, la storia del ciclismo e la straordinaria vicenda umana di Gino Bartali, protagonista di tante salite e di grandi sfide sulle montagne del Trentino
“Quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita” cantava Paolo Conte, tracciando in poche parole il ritratto di uno degli eroi e simboli dell’Italia degli anni ’40 e ’50, Gino Bartali. Un’icona pop, si direbbe oggi. Grande scalatore, molto forte nelle tappe di montagna – nelle quali ha costruito i suoi tronfi in due Tour de France e tre Giri d’Italia, competizione che lo ha visto anche aggiudicarsi per ben sette volte la classifica Gran Premio della Montagna – spesso è proprio in Trentino che ha dato maggiore spettacolo. Il “territorio della farfalla”, nel centenario della nascita del campione, gli dedica la mostra “TUTTI IN SELLA! Sulle strade e nei campi, storie di biciclette e di Gino Bartali”, in programma al MUSE di Trento dal 30 aprile al 15 giugno 2014.
Il percorso espositivo arriva al MUSE con una sezione riservata alle piste ciclabili del Trentino e si inserisce in un percorso che vede il museo, quale ente dedicato alla conservazione della natura, impegnato a promuovere - attraverso l'attività didattica, di divulgazione scientifica e la pratica quotidiana - la diffusione di buone prassi nell'ambito della sostenibilità ambientale, dell’attenzione per l’ambiente e della mobilità alternativa.
Il centenario della nascita di Gino Bartali è anche occasione per realizzare una sezione sulla figura del ciclista fiorentino e del suo rapporto con il Trentino, da sempre terra di ciclisti e appassionati di questo sport. La vicenda del grande ciclista è uno dei temi principali, ma non l’unico: l’esposizione ripercorre la storia del ciclismo in Trentino, dagli ultimi decenni dell’800 ad oggi: dalla nascita del Touring Club all’istituzione della Federazione ciclistica, dal “codice del ciclista” al “cavallo d’acciaio” come simbolo della modernità, dal ruolo del ciclismo nella Grande guerra a quello delle prime donne in bicicletta, dall’evoluzione del mezzo tecnico alle grandi corse a tappe. Una speciale sezione riguarderà inoltre il cicloturismo delle moderne piste ciclabili, eredi dei primi velodromi per velocipedi costruiti a Trento e Rovereto. Qui sono nate e cresciute molte leggende delle due ruote, come Francesco Moser, Maurizio Fondriest e Gilberto Simoni, che hanno potuto allenarsi sulle mitiche salite trentine, spesso elette tappe del Giro d’Italia. Il ciclismo è stato lo sport più seguito in Italia dalla fine dell'800 alla prima metà del ’900, e sulle Dolomiti ha trovato un terreno fertile dove attecchire, a partire dai primi club per appassionati. La bicicletta ha giocato un ruolo importante durante le guerre mondiali, e nell’emancipazione femminile. La sua evoluzione tecnica ha seguito il progresso tecnologico e scientifico, sancendo il passaggio dai primi velocipedi in legno ai moderni telai in fibra di carbonio. Negli spazi del MUSE saranno esposti modelli d’epoca e moderni assieme alle biciclette originali di Gino Bartali.
Per entrare maggiormente nello spirito della mostra, è possibile raggiungere il MUSE in bicicletta. Il nuovo polo museale si colloca infatti nei pressi della pista ciclabile lunga ben 90 km che unisce l’Alto Adige con il Veneto e che, a Trento, passa molto vicina al centro storico. Per venire incontro alle esigenze dei ciclisti, all’esterno del MUSE, nel quartiere Le Albere e in concomitanza con l’esposizione, aprirà un “Prestabici Tambosi” punto noleggio e bike-service per i cicloturismo, specializzato nell’assistenza e nella segnalazione degli itinerari, e prenotabile on-line in abbinamento con il biglietto del MUSE. "Prestabici" è nato nel 2005 come punto orientato all'assistenza e gestione del noleggio biciclette dell'Università degli studi di Trento. Nel corso degli anni, il Prestabici ha introdotto un servizio noleggio, con circa ottanta mezzi, vendita di biciclette e accessori.
In Trentino la bicicletta è uno sport molto praticato, e una tradizione consolidata. Ben 11 piste ciclabili attraversano le località più affascinanti, città, borghi e paesaggi, collegando la provincia di Trento con quelle di Bolzano o di Verona e con la pianura Padana. 400 km di piste ciclabili attrezzate con bicigrill, servite da trasporto bici con treno o bus ed un servizio di bike sharing diffuso che permette ad ogni ospite di noleggiare una bicicletta in una valle e riconsegnarla in un'altra viaggiando così in libertà senza preoccupazioni.
Tra le piste, quella che taglia da Nord a Sud il Trentino si sviluppa lungo il fiume Adige, solcando le stradine tra le campagne coltivate a vigneto, i frutteti, i borghi storici e i centri di Trento e Rovereto. Presto il Trentino si doterà di una vera e propria rete di piste ciclabili, utilizzabili da ciclisti di ogni livello, dai meno allenati ai globetrotter più instancabili. Un modo per incentivare una forma di turismo ecocompatibile, rispettoso e dall’approccio “slow”.
Curata da Alessandro de Bertolini per la Fondazione Museo storico del Trentino, la mostra è organizzata da MUSE Museo delle Scienze e Fondazione Museo storico del Trentino, in collaborazione con Prestabici Tambosi e Servizio ripristino della Provincia autonoma di Trento.