The same (chair) in any language?

Informazioni Evento

Luogo
MAC - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
Viale Elisa Ancona, 6 20851, Lissone, Italia
Date
Dal al

mercoledì e venerdì: 10-13 / giovedì: 16-23 / sabato e domenica: 10-12 e 15-19

Vernissage
27/04/2022

ore 18

Generi
design
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9 nuove sedute di design per la collezione del MAC
acquisite grazie al “PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea”.

Comunicato stampa

Il MAC Museo d'Arte Contemporanea di Lissone presenta la mostra “THE SAME (CHAIR) IN ANY LANGUAGE?” che si terrà da mercoledì 27 aprile a domenica 24 luglio 2022. La mostra espone l'acquisizione di un gruppo di nove sedute di prestigiosi studi di design e progettisti avvenuta grazie all’iniziativa bando “PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea”, a cui il Comune di Lissone ha concorso sotto la direzione artistica di Alberto Zanchetta. L’iniziativa, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, ha consentito di finanziare il progetto del Comune di Lissone per la cifra di 19.950 euro, sostenendo così il percorso di acquisizione di nuove opere di design, avviata nel 2017, allo scopo di incrementare la collezione di design del MAC che a oggi conta oltre trecento pezzi.
Le sedie acquisite dal MAC – rare, autoprodotte o in edizione limitata –, realizzate da alcuni maestri del design italiano, da autori mid career e da apprezzati designer a livello internazionale, sono: Post Steltman (1990) e Redesign Chair (1985) di Studio Alchimia, Post Steltman plexiglass (1978-2012) di Alessandro Guerriero, Houdini (2009) di CtrlZAK, Felix (2016) di Franco Raggi, Foglio (2012) di Lorenzo Damiani, Avvitamenti (AV1, AV2) (2015) di Carlo Contin, Terra! (2000-2016) di Studio Nucleo.
Le sedute, esemplari e inconsuete, innovative e versatili sono molto più che un semplice oggetto d'arredo. Le Corbusier definiva la sedia come una sitzmaschine, una “macchina da sedere”. Molto più che un semplice oggetto d'arredo, la sedia è una sfida irrinunciabile per i designer di tutto il mondo. Risalgono alla metà degli anni Settanta le sedie della famosa collezione “Redesign” con cui Studio Alchimia ha inteso criticare la filosofia del funzionalismo; Alessandro Mendini e Alessandro Guerriero hanno infatti ridisegnato le sedie di Colombo e Rietveld adornandole con motivi o materiali colorati. Non meno provocatoria è la Houdini di CtrlZAK: rivestita con una camicia di forza (da qui il rimando all’arte dell’escapismo) la sedia fa parte della collezione “Remeditate”, che trae ispirazione dal mondo medico per riflettere sulle questioni simboliche e funzionali degli oggetti. Richiamandosi all’umile gesto di svitare qualcosa, Carlo Contin ha invece trasformato la vite filettata in un importante sistema strutturale che evidenzia un modello ripetibile da cui traggono origine gli sgabelli autoregolabili della serie “Avvitamenti”.
Le ultime tre sedute rappresentano innovazione nei materiali e nelle tecniche di lavorazione. Lo sgabello Felix di Franco Raggi è dotato di quattro gambe che si curvano – grazie alla particolare fresatura che rende elastico e pieghevole il materiale – e si uniscono a formare il sedile. La panca Foglio di Lorenzo Damiani sfida la normale concezione del marmo, materiale tanto nobile quanto antico: svuotando i volumi e assottigliando gli spessori, la seduta è composta uno strato millimetrico in marmo che diventa pieghevole ma non si spezza, resistendo al peso del corpo. Infine, la poltrona Terra! dello Studio Nucleo non è un prodotto finito ma un’idea: essa consiste in un kit d’assemblaggio per terraformare il giardino; rivestita con la terra, la poltrona diventa parte integrante del paesaggio. Terra! permette di sedersi e sentirsi più comodi all’interno del proprio giardino, ma soprattutto rispecchia i requisiti del terzo millennio: etica, sostenibilità, intelligenza e materiali biodegradabili. Questo progetto è stato esposto al Centre Pompidou di Parigi, allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alla Triennale di Milano, è stato inoltre selezionato nella sezione “Prodotto per la comunità” del XIX Compasso d’Oro ADI.
Le nuove sedute di Studio Alchimia, Alessandro Guerriero, CtrlZAK, Franco Raggi, Lorenzo Damiani, Carlo Contin, Studio Nucleo vanno ad affiancarsi ad un patrimonio museale ormai pluri-decennale. In occasione delle varie edizioni del Premio Lissone (1946-1967) sono state acquisite le opere che oggi costituiscono il nucleo più importante della collezione permanente. A partire dal 2000, le raccolte sono state ampliate per documentare il divenire dell'arte negli ultimi cinquant'anni. All'ampliamento del patrimonio hanno contribuito le donazioni e i comodati a lungo termine, tra cui la collezione di “taglieri d'artista” di Ico Parisi e un consistente nucleo di opere di Gino Meloni. Dal 2017 il MAC ha incrementato e aggiornato le proprie collezioni con una raccolta di circa 300 oggetti e progetti di design che rispecchiano la tradizione manifatturiera e mobiliera della provincia briantea, in linea con la sua storia che la vede divenire, negli anni Sessanta e Settanta, il “Primo Centro Italiano del Mobile”. Impegnata in progetti provenienti da mezzo mondo e sensibile ai temi della collaborazione, nel corso dei decenni la comunità mobiliera di Lissone ha realizzato prototipi di importanti architetti e designer (eredità manifatturiera che è anche un’identità territoriale, da sempre incentrata sul “saper fare”). Il MAC di Lissone ha inteso riscoprire le implicazioni storiche e culturali della città in cui ha sede, rinverdendo i fasti di quella filiera del legno e dell’arredo che dal secolo scorso ha caratterizzato l’identità del territorio brianteo.