Tatiana Akhmetgalieva – Hello world!
Tratto peculiare delle installazioni di Akhmetgalieva è l’utilizzo di fili da tessitura artigianali, che spesso eccedono la superficie dell’opera, espandendo in questo modo il concetto stesso di dipinto, superandone i confini canonici della cornice e facendolo evolvere in maniera nuova nello spazio.
Comunicato stampa
La galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea ospita la prima mostra in Italia di Tatiana Akhmetgalieva, artista russa fra le più interessanti dell'ultima generazione.
Tratto peculiare delle installazioni di Akhmetgalieva è l'utilizzo di fili da tessitura artigianali, che spesso eccedono la superficie dell'opera, espandendo in questo modo il concetto stesso di dipinto, superandone i confini canonici della cornice e facendolo evolvere in maniera nuova nello spazio.
Il filo è il medium principale dei lavori dell'artista. La tela diviene 'telaio', nel quale il tessuto della vita è avvolto intorno ad un perno temporale. Il tempo è il riferimento senza il quale l'uomo perde il filo stesso della vita, dei sentimenti, dei sogni e delle speranze che collega tutti noi.
Il soggetto delle opere è la realtà, scandagliata ed analizzata, sebbene poi le figure ritratte dall'artista esistano sulla tela più come progetto o schizzo, vite potenziali che solo nel futuro sapranno realizzarsi.
Questo sguardo investigativo sul mondo contemporaneo è costantemente presente nel lavoro di Akhmetgalieva, insieme ad una profonda riflessione su temi esistenziali come la solitudine, l'ansia, la ricerca di una via di fuga dalla realtà.
È da questa prospettiva che nasce il progetto “hello world!”, presentato in questa mostra. Esso è dedicato allo studio della quasi totale immersione dell'uomo moderno nel mondo virtuale, del suo perenne stato di alienazione dalla realtà, e della vita di quelle che l’artista chiama "persone-gusci", che nella vita reale sono come avatar virtuali. Viviamo in un mondo di materiali falsi ed artificiali, dove l'autenticità è stata ormai sostituita da ibridi sintetici. Le immagini che ci circondano, nonostante la loro specificità, vengono private della loro essenza, e ci lasciano con un senso di alienazione e di insoddisfazione.
L'arte è allora quel potere che si può opporre a questa disgregazione. La metafora del filo è quindi completa: esso vuole rappresentare la speranza di poter, in qualche modo, annodare un mondo in disintegrazione, farlo rivivere e dare un senso all'esistenza.
Nata a Kemerovo, Russia, nel 1983 | vive e lavora tra San Pietroburgo e Mosca
Mostre personali:
2012
«Toys», Triumph gallery, Mosca, Russia
«Synthetic Syndrome», TKACHI, San Pietroburgo, Russia
"My Room", Galerie Forsblom, Helsinki, Finlandia
2011
«Happy chaildhood», Freud Museum of Dreams, San Pietroburgo, Russia
«Whisper», Turku biennal 2011 «Patterns of the mind», The Aboa Vertus & Ars Nova Museum, Turku, Finlandia
«Incubator», Galerie Forsblom, Helsinki, Finlandia
2009
"The chrystalis stage", centro d'arte contemporanea Winzavod, "START", piattaforma per i giovani artisti, 3 biennale d'arte contemporanea di Mosca