Taring Padi – Organise Educate and Agitate!

Informazioni Evento

Luogo
CANTADORA
Piazza Galeria, 7, Roma, RM, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal 1 ottobre 2025 al 4 dicembre 2025
Piazza Galeria 7, 00179 Roma, interno 20
Aperti dal martedì al venerdì dalle 11.00 alle 19.00, e il sabato dalle 14.00 alle 19.00

Vernissage
01/10/2025

ore 19

Artisti
Taring Padi
Generi
arte contemporanea, inaugurazione, personale

Nasce una nuova avventura, una nuova galleria, un progetto nato dall’incontro tra il gallerista Enrico Palmieri e la curatrice Flavia Prestininzi. Inaugura con una mostra personale del collettivo indonesiano Taring Padi.

Comunicato stampa

8 settembre - لالشعوب عدالة / People’s Justice (2024) - installazione dell’opera in occasione dell’Assemblea Nazionale dei Lavoratori e delle Lavoratrici dello Spettacolo, ospitata da Short Theatre, La Pelanda (Mattatoio), Roma

30 settembre - talk con Taring Padi @ Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell'arte, Roma

Il 1° ottobre apre ufficialmente a Roma Cantadora, nuova galleria d’arte contemporanea, fondata dal gallerista Enrico Palmieri e dalla curatrice Flavia Prestininzi. L’inaugurazione del progetto è affidata al collettivo indonesiano Taring Padi ed è frutto di un mese di residenza del collettivo a Roma.

La mostra Organise, Educate and Agitate! intreccia pratiche partecipative, comunità locali e attivismo politico, segnando la volontà della galleria di diventare un luogo di resistenza culturale e di racconto delle urgenze del presente.

TARING PADI A ROMA - gli appuntamenti

Con un approccio profondamente politico e comunitario, Taring Padi sviluppa progetti artistici partecipativi che trasformano l’arte in uno strumento di protesta, solidarietà e attivazione sociale. Il loro intervento a Roma si radica nei tre principi fondanti del collettivo che danno il titolo alla mostra — Organise, Educate and Agitate — e prende forma attraverso una residenza che si sviluppa nel mese di settembre, intrecciando pratiche collaborative con il territorio e le sue comunità.
Il processo creativo del collettivo si ispira alla metodologia del lumbung, una pratica di condivisione di risorse, tempo e conoscenze, già centrale nell’esperienza di documenta 15, alla quale il collettivo ha partecipato.
In occasione della presenza di Taring Padi a Roma, Cantadora ha curato la partecipazione del collettivo a una serie di appuntamenti pubblici in città: Il primo è l’Assemblea Nazionale dei Lavoratori e delle Lavoratrici dello Spettacolo, l’8 settembre alla Pelanda (Mattatoio), nell’ambito del festival Short Theatre. In questa occasione verrà attivata l’opera People’s Justice / الشعوب عدالة del 2024: un grande striscione nato da un processo di collaborazione con i collettivi The Kitchen, Globe Aroma, Learning Palestine, Subversive Film e The Question of Funding. Al centro della composizione, un ulivo secolare si erge come simbolo di resistenza e speranza, evocando la lotta palestinese per la liberazione.
Il 30 settembre, il progetto si arricchirà di un simposio organizzato dal Max Planck Institute in collaborazione con Cantadora, che riunirà studiosi, artisti e attivisti per esplorare il ruolo della pratica artistica come strumento di azione politica e trasformazione sociale.

Il 1° ottobre, la mostra Organise, Educate and Agitate! è il culmine dell’esperienza romana di Taring Padi che presenta il lavoro prodotto durante la residenza.
Tra le opere principali, un nuovo striscione monumentale realizzato con la comunità sikh originaria del Punjab, attiva da anni nelle campagne laziali e spesso coinvolta nei circuiti dell’agroindustria italiana, in condizioni di sfruttamento riconducibili alle cosiddette agromafie. Il progetto, sviluppato attraverso una serie di workshop partecipativi, si propone come gesto artistico e politico di visibilità e alleanza, e resterà esposto fino a dicembre 2025.
Accanto alle opere collettive, la mostra include anche una selezione di lavori individuali provenienti dagli archivi dei membri di Taring Padi, offrendo uno sguardo sulle poetiche personali che si intrecciano all’interno del collettivo. Gli artisti Fitriani Dwi Kurniasih, Dudi Irwandi, Mohamad Yusuf, Hestu Nugroho, Dhomas Yoedistiro Sugianto e Sri Maryanto abiteranno lo spazio della galleria e la città, dando vita a relazioni con realtà locali, come parte integrante della loro pratica artistica e politica.

Durante la serata inaugurale sarà inoltre attivata l’installazione del Wayang Beber, una performance narrativa ispirata al tradizionale teatro delle ombre giavanese. Presentato sotto forma di linoleografie su tessuto, il lavoro racconta i trent’anni di storia del collettivo. La narrazione sarà affidata a un dalang (narratore) in lingua indonesiana, accompagnata da una traduzione italiana per il pubblico.

LA GALLERIA

Cantadora è un termine castigliano che indica una cantastorie, una voce tra le tante, ma che al tempo stesso richiama una figura precisa e leggendaria: Candida Mara, la cantadora sarda vissuta tra Ottocento e Novecento, che con la sua voce ha saputo farsi memoria collettiva. La galleria si configura come uno spazio di accoglienza e risonanza per narrazioni plurali, un luogo di ascolto che raccoglie e restituisce storie attraverso le opere prodotte e rappresentate.

“Per noi che abbiamo costituito Cantadora” affermano Enrico Palmieri e Flavia Prestininzi, “sarà una sfida entusiasmante riuscire a restare fedeli alle premesse di cura immaginate in questa fase iniziale. Il nostro impegno sarà rivolto a rendere possibile l’esistenza di opere che si fanno racconto e affinché questo racconto, senza censura né limiti, possa essere uno strumento pubblico di resistenza”.

L’interesse profondo di Flavia Prestininzi per il dialogo tra arte, ecologie e le attuali istanze politiche si intreccia con la lunga e consolidata esperienza di Enrico Palmieri nel mondo del mercato dell’arte, dando vita a Cantadora: un progetto che intende distinguersi per posizionamento, visione e per la capacità di proporre un discorso curatoriale radicato nelle urgenze del presente. Come affermano i due co-fondatori: “La galleria nasce con l’intento di presentare lavori che condividano la nostra etica e sensibilità, ovvero una pratica consapevole, attenta ai processi, all’ambiente, alle relazioni e alle implicazioni politiche e sociali del fare artistico, un ambito sempre più spesso precario e fragile”. In questo senso, la galleria si propone come uno spazio aperto a linguaggi eterogenei, dove immaginare e elaborare idee e strategie, e costruire relazioni durature con artisti e artiste di diverse provenienze e generazioni.

Altro elemento di unicità è la posizione che la galleria occupa nella città di Roma: lo spazio che circonda la galleria (situata in Piazza Galeria 7) è una corte abitata da presenze ibride come laboratori attivi e botteghe in disuso, giovani artisti con i loro studi condivisi, uno spaccio alimentare e una carrozzeria. Alle spalle, nascosto alla vista, si estende il Parco dell’Appia Antica, mentre all’ingresso dominano i resti imponenti, e ormai silenziosi, dell’ex stabilimento chimico Socciarelli. Questo edificio di tre piani, costruito tra il XIX e il XX secolo come essiccatoio e conceria di pellami, rappresenta oggi un affascinante esempio di archeologia industriale, memoria concreta di un passato produttivo che riaffiora tra le crepe del nostro presente.

BIO
Taring Padi è stato fondato a Yogyakarta, in Indonesia, nel 1998 da un gruppo studentesco attivo nel campo dell’arte e dell’attivismo progressista, in risposta ai profondi sconvolgimenti sociopolitici seguiti alla caduta del regime autoritario di Suharto, durante l’epoca della Riforma. Fin dalla sua nascita, la pratica artistica del collettivo è strettamente intrecciata con l’azione socio-politica e culturale, e si fonda sulla solidarietà con una pluralità di comunità e realtà sociali. Le opere e le azioni prendono forma attraverso lavori collettivi che includono manifesti xilografici, striscioni di grandi dimensioni, rontek (strumenti a percussione tradizionali), pupazzi di cartone, musica, carnevali e altre forme di arte partecipativa.
Nell’estate del 2022, Taring Padi ha partecipato a documenta fifteen con una presentazione che ripercorreva oltre due decenni di artefatti legati all’azione politica diretta. Intitolata “Bara Solidaritas / Flame of Solidarity”, la mostra a Kassel, in Germania, comprendeva oltre 1.000 marionette di cartone realizzate in collaborazione con comunità provenienti da Indonesia, Paesi Bassi, Germania, Stati Uniti e Australia, che hanno preso parte a laboratori collettivi. A questa esperienza è seguita, nel 2023, una grande mostra presso il Framer Framed di Amsterdam, intitolata “Tanah Merdeka / Liberated Land”, in cui è stato esposto un banner di grandi dimensioni creato in collaborazione con l’organizzazione ebraica della diaspora brasiliana Casa do Povo e il Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST).

Flavia Prestininzi è una curatrice indipendente con base a Roma. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Filosofia del Linguaggio presso l’Università di Roma Tre, ha proseguito la sua formazione con un master in “Curating and Collections” al Chelsea College of Arts – UAL di Londra. Dal 2017 cura mostre collettive in Italia, Spagna, Regno Unito e Iran, collaborando con il suo collettivo curatoriale, fondato a Londra nel 2018 insieme a Sofia Corrales Akermann (ESP) e Golnoosh Heshmati (IRN). Ha lavorato con fondazioni e istituzioni pubbliche a livello nazionale e internazionale, sviluppando un interesse profondo per il dialogo tra arte, natura e le attuali istanze politiche.
Enrico Palmieri è un gallerista con base a Roma. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Storia dell’Arte presso l’Università La Sapienza, ha lavorato dal 2015 al 2024 presso la galleria T293, dove ha collaborato con artisti internazionali come Claire Fontaine, Puppies Puppies e Simon Denny. All’interno della galleria si è occupato di produzione, contribuendo attivamente alla realizzazione dei progetti espositivi e curando le relazioni con collezionisti e partner istituzionali.