Tappezzeria

Informazioni Evento

Fondazione Exclusiva, inaugura “Tappezzeria”, un progetto a cura di Luigi Prestinenza Puglisi, in collaborazione con Interno 14 e con il sostegno di Fondazione Exclusiva.

Comunicato stampa

“Tappezzeria”
A cura di Luigi Prestinenza Puglisi
Marco Bernardi - Arianna Bonamore - Primarosa Cesarini Sforza - Gruppo Giacenza - Roberta Mariani

26 ottobre 2016 ore 18.00 | Fondazione Exclusiva | Roma

Il giorno 26 ottobre 2016 alle ore 18.00, presso gli spazi di Fondazione Exclusiva, inaugura “Tappezzeria”, un progetto a cura di Luigi Prestinenza Puglisi, in collaborazione con Interno 14 e con il sostegno di Fondazione Exclusiva.

Tappezzeria in questo primo appuntamento vede in mostra cinque artisti: Marco Bernardi, Arianna Bonamore, Primarosa Cesarini Sforza, Gruppo Giacenza, Roberta Mariani.

“Tappezzeria è il progetto che mi vedrà impegnato per il prossimo quinquennio, vale a dire sino al 2021. La parola Tappezzeria è stata scelta perché è irritante e, insieme, promette inaspettate aperture. Indica una condizione ambigua che non appartiene ai mondi dell’arte e dell’architettura ma che, allo stesso tempo, li coinvolge.

Dall’invenzione della fotografa in poi, la pittura ha dovuto fare, persa la sua condizione di finestra sulla realtà sia pure dell’immaginazione, i conti con la tappezzeria vista insieme come un limite ma anche come un obiettivo, se si vogliono interpretare in un certo modo le intuizione di Clement Greenberg. Non sono stati tappezzieri Matisse, Mondian o Warhol? L’architettura moderna, dal canto suo, ha mostrato non poche difficoltà a confrontarsi con le altre arti, ridimensionandole a semplice ornamento: basti per tutti pensare al ruolo del colore negli edifici canonici di maestri quali Le Corbusier o Mies van der Rohe, ridotto a una semplice sottolineatura di giochi o permutazioni compositive che poco avevano a che fare con la pittura come arte. E in effetti gli architetti diffidano dagli artisti e questi preferiscono esporre in white boxes, il più possibile anonime.

Il progetto Tappezzeria rifugge dalla sistematicità. È partito con due iniziative. La prima è un ciclo di nove articoli che stanno apparendo con cadenza quindicinale su Artribune e che affrontano il tema dal punto di vista storico e, se la parola non apparisse eccessiva, teorico. Sinora sono stati coinvolti: Walter Gropius, Theo van Doesburg, Duchamp, Katherine Dreier, Frederick Kiesler, Ludwig Wittgenstein per arrivare a David Hockney e Bansky.

La seconda è una mostra che impegna cinque artisti italiani che hanno affrontato nel corso della loro ricerca il tema dell’ambiguità tra arte e tappezzeria: Marco Bernardi, Arianna Bonamore, Primarosa Cesarini Sforza, Gruppo Giacenza, Roberta Mariani. Ai cinque non è stato presentato un dettagliato progetto curatoriale. Sono stati invece sollecitati attraverso incontri e conversazioni solo trasversalmente attinenti il tema. In questa luce sono da leggere le personali di quattro di essi a Interno 14 e la realizzazione, da parte del Gruppo Giacenza, di un’opera di tappezzeria, per la galleria stessa, di cui oggi rimane solo una traccia.” (Luigi Prestinenza Puglisi)

Marco Bernardi nasce a Roma nel 1969. Si diploma a Venezia all’Accademia delle Belle Arti. Vive e lavora tra Roma e Venezia. Dal 2004 al 2007 lavora nello studio dell’artista Fabio Mauri. Nel 2008 apre a Roma uno spazio espositivo per l’arte sperimentale, “CONDOTTO C”. Ha esposto a Roma, Torino, Venezia, Londra, Parigi, Mosca, San Pietroburgo, Argentina, Slovenia, Croazia, Repubblica slovacca. “Tre anni fa ho trascorso molto tempo a casa. Nei pensieri predominanti il richiamo storico delle donne che ricamavano per rendersi occupate e superare la noia. Al centro dei loro lavori di ricamo c’erano spesso decori floreali. Un modo per importare l’Esterno all’Interno? Chissà...Io ho voluto passare il tempo allo stesso modo - cucendo gli “arazzetti da guerra” - come se l’uomo chiuso in casa potesse almeno sognare l’avventura violenta della guerra. Un modo produttivo per compensare una forzosa inattività. In corso d’opera ho scoperto il fascino del contrasto tra il Cucito e la Guerra.”

Arianna Bonamore nasce nel 1977 a Roma dove attualmente vive e lavora. Nel 2014 è cofondatrice con Paolo Assenza, Nicola Rotiroti e Germano Serafini di Spazio Y; dal 2011 al 2013 fa parte della redazione di ARIA rivista d’artisti. Tra le sue esposizioni ricordiamo: Mezza Galera (Residenza Carcere di Montefiascone a cura di G. de Finis e Arte Libera Tutti), IV Biennale di Viterbo (Palazzo dei Papi a cura di Laura Lucibello), Tower of Babel (Schema Projects- New York a cura di Mary Judge), Complementari (TRAleVOLTE-Roma a cura di M.Becchis), Try (Trebisonda-Perugia a cura di Trebisonda e Spazio Y), Mash up Architects meet in Selinunte (Castelvetrano a cura di AIAC), Onda d’Urto (Linea 0-Performance art festival a cura di Beat 72), Gradus (Interno 14 a cura di P. Aita), Insieme (Città dell’Arte Fondazione Pistoletto a cura di G. De Finis), Portafortuna (Spazio Y), Home Sweet Home (Maam a cura di G De Finis), Arte di Facciata (Teatro Comunale di Corano a cura di O. Liuzzi), Limo (Residenza d’Artista Gola del Furlo a cura di A. Devecchi), In viaggio con Calvino (Casa dell’Architettura a cura di L. Mazzullo e A. Melpignano), Ginkgo (70° anniversario della Restistenza a cura di V. Fiore), Interstizi (Dipartimento Scienze della Formazione Università Roma Tre a cura di P. Aita e M. Gammaitoni), Ventinovegiorni (Spazio Menexa a cura di P. Aita), Tuffo- C’era una volta una volta sola (Torre Angioina-Formia a cura di Aria rivista d’artisti), Viva nell’opera (Castello Morra- Valsinni), O.S.B Ossessione Segnica Bidimensionale (Galleria Minima Arte Contemporanea a cura di M.Tosto), Isabella Morra (Ambasciata Americana Roma cura di M. Terry). Nelle opere presentate in questa occasione la tappezzeria cambia funzione: la carta da parati usata notoriamente come rivestimento bidimensionale si ribella alla sua nota staticità tramite delle piegature casuali, atto forzato indotto dall'artista stessa, rivelando volumi e forme che andranno a comporre il soggetto dell'opera. La carta non è più considerata il supporto ma diventa una mappa che rivela tramite i segni scelti il viaggio dell'autrice.

Primarosa Cesarini Sforza, nata a Bologna, vive e lavora a Roma. Dal 1969 svolge un'ininterrotta attività espositiva. Ha esposto le proprie opere in numerose mostre personali sia in Italia che all'estero: tra l'altro, a Roma, New York, Parigi, Tangeri, Madrid, Colonia, Lisbona, Il Cairo, Istanbul, Bilbao. Ha partecipato a varie manifestazioni italiane e internazionali come ARCO Madrid, Arte Fiera di Bologna, Basil Art Fair, Paris Beaubourg, Stockolm Art Fair, Découverte Paris, Firenze Fiera, RipArte Roma, Biennale del Libro d’artista di Cassino, Artissima Torino, Salon d’Art Contemporain de Montrouge, Moussem Culturel d’Asilah (Marocco), Chicago Art Fair, Prima Biennale d’Arte di Sharja (Dubai), Primo Festival Internazionale d’Arte di Amman (Giordania), Premio Michetti (Italia). Ha esposto sue opere in numerose manifestazioni tra le quali Arte/architettura/città (Palazzo delle Esposizioni, Roma), Art for All (Complesso San Salvatore in Lauro, Roma), Il luogo dei luoghi (Società Geografica di Roma), Lavori in corso-1999 (MACRO Roma; opera acquistata dal Museo), Carte 7 (Fondazione Niavaran, Teheran, e Ambasciata italiana, New Delhi), Rassegna nazionale del Libro d’artista (Foggia), Biennale delle Arti del Mediterraneo (Salerno), Università di Colonia e Kholn Art Salon di Colonia (Germania), Galleria Vigadò (Budapest), Dogus University (Istanbul), Casa dell’Architettura (Bilbao). Sue opere sono nelle collezioni del MACRO (Roma), MUBAQ (L’Aquila), Fondazione Orestiadi (Gibellina), Fondazione Mastroianni (Arpino), Ambasciata italiana (Brasilia), Ambasciata italiana (Cipro), Museo d’arte contemporanea (Asilah, Marocco), Museo d’Arte Contemporanea (Amman), Collezione Libri d'Artista (Cassino). “Tappezzeria è qualcosa che copre. Avvolge. Nasconde. Ma anche svela, inventando spazi diversi e rendendoli reali, in un’evocazione teoricamente infinita di nuovi spazi e in corrispondenza di ciascun cambiamento che in essa possa introdursi. Là dove c’era all’origine una funzione di chiusura si insedia dunque una dilatazione. Questa possibilità di dilatazione ho inteso rendere esplicita creando uno spazio ideale-stanza, una dimensione ambiente che può essere indefinitamente modificata ed ampliata.”

Gruppo Giacenza. Restio a rilasciare dati del Gruppo, di Giacenza si sa solo che è una equipe operante in ambito artistico-costruttivo. Lo compongono dall’anno duemila, interagendo con disinvoltura: due architetti, un compositore e un fannullone. Si occupano professionalmente di scenografia ed arredamento ma non ne restano appagati. Per prestazioni espositive sviluppano in genere interventi specifici progettualmente indefiniti e di conseguenza non certi negli esiti. Il Gruppo Giacenza è stato invitato a produrre un'opera annuale per una sala di Interno 14 di Roma, producendo un intervento di copertura di un'intera parete già destinata ad opere d'arte. “Affermiamo di fingerci tappezzieri. Ci siamo dunque posti come Norman o come Friedman scegliendo determinati punti di vista spaziali, temporali, soggettivi, mono-prospettici, pluri-prospettici, da protagonisti, oppure testimoniali, dotati di onniscienza drammatica, selettiva, multi-selettiva, neutra od editoriale. Le decorazioni dei rivestimenti sono risultate vivaci. Immaginandoci scoperti, osserviamo ancora rivestimenti e traiettorie possibili.” (G. G.)

Roberta Mariani (1972) vive e lavora a Roma; si è diplomata all’ Accademia di Belle Arti. Tra le principali mostre personali: 2016 “Si sedes non is“ a cura di Paolo Aita, Interno 14, Roma. Mostre collettive: 2015 MAMM, Museo dell’altro e dell’altrove, Roma; 2014 Galleria Cristina Busi, Chiavari (Ge); 2014 Spazio Cima, Roma; 2012 “ Statements “, CircoloQuadro a cura di Ivan Quaroni, Milano; 2012 “ Alberi “, Galleria Cristina Busi, Chiavari (Ge). Roberta Mariani nella sua ricerca indaga lo spazio attraverso un gesto che le consente di creare un’unità di misura con cui rapportarsi. Con il segno determina e calcola estensioni, esprime l’impulso a controllare e contenere una dimensione con cui si sente costantemente in relazione. Trae ispirazione dalla tradizione calligrafica orientale e attraverso il gesto, come un sismografo, cerca di rilevare l’ immagine del mondo che le appare. Nel lavoro presentato con il titolo “Disorder Drama“ traccia un diagramma che esprime sia la sensazione di perdita di confini, anche e soprattutto interiori, sia l’idea di umanità in movimento e l’idea di sradicamento. Ne deriva uno spazio in cui la sensazione di limite, che caratterizza lo stare in terra, viene superato da una distesa sempre uguale ma al tempo stesso animata da un moto imprevedibile.

Fondazione Exclusiva, ente no profit nato nel settembre 2015, è impegnato nella salvaguardia e nello sviluppo delle filiere creative. Attraverso le proprie attività, si propone di condividere, insegnare e creare eccellenza, legando tradizione e innovazione. La fondazione, promuovendo lo stretto legame tra arte e artigianato, recupera la tradizione e il DNA che ha consentito all’Italia di diventare il brand più riconosciuto al mondo, favorendo inoltre il passaggio dal “made in Italy” al “made with Italy”. Al contempo, il focus sull’innovazione diviene misura della capacità delle nuove generazioni di innescare processi aggiornati, approcci critici (quest’ultimi intesi nella loro valenza costruttiva) e strategie di comunicazione integrata. Secondo Fabio Mazzeo, Presidente di Fondazione Exclusiva: “L’arte è l’enzima d’innovazione della creatività. Progettare il futuro, innescando contaminazioni culturali, significa oggi dover unire, con coraggio, codici espressivi anche distanti, compiendo un attraversamento di saperi in grado di richiamare ogni possibile esperienza del "saper fare". Nei progetti e nelle iniziative che sosteniamo puntiamo a bilanciare un’equazione dove scienza, tecnica e arte trovino ulteriori e innovative forme di dialogo.” Fondazione Exclusiva sostiene il progetto “Tappezzeria”, condividendo gli obiettivi divulgativi e sperimentali di questa interrogazione sulla relazione tra spazio (a tre dimensioni) e decorazione (a due dimensioni). Le opere degli artisti, esito della riflessione sul tema, verranno esposte nella sede romana della fondazione (all’interno del complesso di una ex fonderia a pochi passi dal Mattatoio), inaugurata lo scorso anno a seguito di un attento progetto di restyling.