Strane Coppie – Ascoltatori selvaggi. Anti-festival di sortilegi senza menzogne
La storica rassegna culturale Strane Coppie, per la sua diciassettesima edizione, si trasforma e diventa: Ascoltatori selvaggi, Anti-festival di sortilegi senza menzogne.
Comunicato stampa
Lalineascritta Laboratori di Scrittura | Opificio Puca | Theatrum Phonosphicum
presentano
Strane Coppie-17esima edizione
Ascoltatori selvaggi
Anti-festival di sortilegi senza menzogne
Tra arte, letteratura, cinema e suono: un percorso di installazioni, performance, lectio, musica e teatro
sabato 18 ottobre – Museo Nitsch, Napoli
Lalineascritta Laboratori di Scrittura | Opificio Puca | Theatrum Phonosphicum
presentano
Strane Coppie-17esima edizione
Ascoltatori selvaggi
Anti-festival di sortilegi senza menzogne
Tra arte, letteratura, cinema e suono: un percorso di installazioni, performance, lectio, musica e teatro
Domenica 26 ottobre – Opificio Puca, Sant’Arpino
Cosa manca al nostro tempo? L’ascolto. Ascolto è tempo, è immersione totale.
Se cancelliamo il tempo dell’esperienza dell’ascolto, annulliamo la memoria della vita.
Il nostro mondo crolla poiché cancelliamo l’arte come esperienza e l’esperienza come materia profonda dell'arte.
Il nostro presente rischia di riempirsi, da un lato, di artisti che non disegnano, scrittori che non leggono, musicisti che ignorano il suono e, dall’altro, di spettatori passivi, lettori pigri, ascoltatori spaventati.
La storica rassegna culturale Strane Coppie, per la sua diciassettesima edizione, si trasforma e diventa: Ascoltatori selvaggi, Anti-festival di sortilegi senza menzogne.
Una manifestazione nata dall’amicizia tra artisti attivi in diversi ambiti e dalla collaborazione tra le associazioni Aldebaran Park – Lalineascritta Laboratori di Scrittura, theatrum phonosophicum e Opificio Puca.
Questa edizione di Strane Coppie è forse la più sperimentale di sempre: il focus si sposta sull’ascolto come chiave di accesso a ogni forma d’arte — non solo alle letterature del mondo, ma anche all’arte contemporanea, al cinema, al teatro e alla musica.
Il programma prevede un’anteprima a Milano, nella Sala delle Colonne di Banco BPM, e due giornate tra Napoli e Sant’Arpino: la prima al Museo Nitsch, la seconda all’Opificio Puca.
Due luoghi d’arte dal doppio valore simbolico: il centro antico di Napoli, dove si cela il Museo Nitsch, e la periferia di Sant’Arpino, dove si trova l’Opificio Puca, situato al confine sospeso tra campagna e area industriale.
Due eventi in cui l’espressione ideata e auspicata da Giuseppe Montesano, ascoltatori selvaggi — ripresa come missione dell’anti-festival da Leopoldo Siano (theatrum phonosophicum) — si traduce in una serie di sortilegi senza menzogne: un gioco di parole che rende omaggio a Elsa Morante e al suo Menzogna e sortilegio, nel quarantennale della sua scomparsa (2025).
Sortilegi delle arti visive, del suono, della musica; menzogne della letteratura e del cinema: un intreccio di linguaggi e visioni che si incontrano in un programma ricco e multidisciplinare.
Gli incontri, coordinati da Antonella Cilento, vedranno la partecipazione di Giuseppe Montesano, Marta Morazzoni, Leopoldo Siano, José Vicente Quirante Rives e Luigi Pingitore, in dialogo tra letteratura, cinema e teatro.
A questi si affiancheranno le installazioni site-specific degli artisti dell’Opificio Puca — Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso — insieme alle opere di Salvatore Di Vilio, Luca Dell’Aversana, Luigi Pingitore, Iole Cilento, Teresa Dell’Aversana e Shushan Hyusnunts.
PROGRAMMA
Domenica 26 ottobre – Opificio Puca
Dalle 10:00 alle 18:00
PER LE SCALE (ascolto sospeso)
Con il pubblico seduto sulle scale dell’Opificio inizia questa giornata in cui l’intera struttura verrà animata da fantasmi, immagini, respiri, suoni e visioni: in cima alla scala tre attrici/attori aspettano i visitatori per condurli lungo il percorso (cicli di 40/50 min). Attrici e attori nell’attesa fra un ciclo e l’altro leggono/interpretano brani da Elsa Morante, John Cheever, Massimo Bontempelli, Horacio Quiroga
SORTILEGI SENZA SEGRETI
STANZA SONORA (durata 30’ in loop)
Una stanza dell’Opificio Puca sarà destinata all’ascolto selvaggio di musica e letteratura firmata da Giuseppe Montesano e realizzata da Luca Dell’Aversana
Quello che posso dire è che nella stanza una voce fantasma racconterà perché stiamo smarrendo la fonte di gioia della musica vera, e la voce dirà che forse c’è un modo per ritrovare il suo potere di moltiplicazione della nostra personalità, e si sentiranno dei frammenti di musica fantasma. (Giuseppe Montesano)
LIMBO
Stanza della Sibilla dove un’operatrice segna il destino degli spettatori coi tarocchi indicando le destinazioni degli spettatori lungo il percorso.
FRAGILI PARADOSSI di Teresa Dell’Aversana
L’installazione prende vita in un ambiente a luce soffusa, dove piccoli vetri, come pellicole protettive per schermi di cellulari sono sospesi nell’aria con fili sottilissimi, quasi invisibili. Questi elementi fluttuano nello spazio, creando un’atmosfera sospesa tra il visibile e l’invisibile. Sulla loro superficie si trovano impronte in resina trasparente: tracce delicate di elementi naturali come foglie, gocce d’acqua e piume ecc. La luce interagisce con queste superfici, creando riflessi e ombre che si trasformano con il movimento dello spettatore. La scelta del vetro protettivo per cellulari non è casuale: è un materiale nato per proteggere e schermare, una barriera sottile tra l’uomo e il mondo virtuale. Nell’installazione questo stesso vetro diventa un supporto fragile che registra tracce del mondo naturale, mentre della figura umana non c’è presenza. Un paradosso visivo e concettuale: la tecnologia, solitamente usata per isolare e mediare la realtà, qui diventa il mezzo attraverso cui il mondo si manifesta.
L’installazione non è solo visiva, ma si attiva anche sonoramente. Il passaggio dei visitatori, il loro respiro o un lieve spostamento d’aria possono far vibrare i fili e i materiali sospesi, generando suoni impercettibili, come tintinnii sottili o fruscii delicati. Ogni spettatore diventa così parte dell’opera, innescando un dialogo tra il corpo, il suono e la materia.
TOO WILD TO GO (troppo selvaggio per sprecarlo) di Luigi Pingitore
Con Too Wild To Go, Luigi Pingitore trasforma lo spazio in un luogo di specchio e di voce, un’esperienza intima e collettiva al tempo stesso.
Al Museo Nitsch e all’Opificio Puca l’installazione si apre come una soglia:
Uno specchio attende lo spettatore.
Ti avvicini.
Cerchi il tuo riflesso.
Incontri una realtà esterna che ti invade.
Sei tu, e sei anche loro.
Il suono scorre, stratificato, babelico, fatto di frammenti, respiri, parole spezzate.
Lo specchio restituisce l’immagine, le voci dissolvono i confini. Un rito collettivo. Un invito a non sprecare l’ascolto selvaggio.
(Saranno distribuiti negli spazi cittadini tante scatoline di carta con il logo del riciclo e la scritta TOO WILD TO GO. Aprendo la scatolina si trova sul fondo un qr code che collega a una pagina YouTube su cui sono stati precaricati una serie di frammenti sonori: sono le voci di ideatrici e ideatori di Ascoltatori selvaggi che raccontano, narrano, sintetizzano, distorcono, spiegano quello che faranno.)
NITSCH di Salvatore Di Vilio
Uno scambio: L’Opificio Puca viene al Museo Nitsch, e il Nitsch va all’Opificio Puca.
Questa l’idea del doppio contributo di Salvatore Di Vilio, maestro della fotografia contemporanea.
Esposizione degli scatti realizzati dal maestro Salvatore Di Vilio durante una performance di Hermann Nitsch del 2006.
NADABRAHMA/ LA YURTA DEL RESPIRO di e con Iole Cilento
Installazione e performance
È uno spazio nomade, da allestire all’aperto, dedicato all’incontro col sé e alla propria capacità di rinnovamento. La struttura, ispirata ai resti del Tempio di Mercurio a Baia, ma realizzata con materiali effimeri, sfrutta la combinazione di forma concava, illuminazione puntuale e superficie liquida, per restituire echi di movimento e vibrazione attraverso il riverbero della luce al suo interno. L’ingresso e la sosta sono riservati a pochi visitatori per volta, scalzi e in silenzio, che il performer accoglie in un luogo di meditazione attiva, fatto di azioni minime e respiro profondo, abitato da tracce di suono, luce e segno, cui i visitatori saranno invitati a partecipare.
CI DEVE ESSERE STATO PER ARIA UN CIELO di Maria Giovanna Abbate, Francesco Capasso e Degoya (Francesco Di Cristofaro e Andrea Laudante)
“In verità cantare è altro respiro. È un soffio in nulla.” R. M. Rilke
Una videoinstallazione multicanale che indaga il suono come vibrazione originaria, invisibile e impercettibile. L’opera invita a un ascolto intimo, a sostare nel vuoto, dove caos e armonia coincidono in un equilibrio fragile e in continuo mutamento. Un rito percettivo sulla sottile soglia della vibrazione, là dove inizia l’esperienza del mondo.
Install’Azione SEPEITHOS. Il fiume scomparso di Napoli
a cura del theatrum phonosophicum
SEPEITHOS. Il fiume scomparso di Napoli
C’era una volta un fiume a Napoli, che scomparve. Gli antichi greci lo chiamavano “Sepeithos”. Se ci si mette in uno stato di ascolto profondo, il suo suono si può sentire ancora oggi… In questa ‘lezione performativa’, seguendo un “metodo mitico” di libere associazioni, ispirato tra gli altri da James Joyce, il theatrum phonosophicum racconta di un work in progress, nato durante la residenza di ricerca al Museo Nitsch (Fondazione Morra): l’ascolto di una città per 24 ore, immergendosi nei numerosi strati e loci dell’inconscio di Napoli. Un flusso epico di field recordings, immagini sonore, sostanze, gesti e pensieri – mescolando memorie e desideri, secoli e millenni. Un paesaggio sonoro come “chaosmos” che lascia convivere gli opposti: rumori lancinanti e mistici silenzi, luce e oscurità, pienezza e vuoto. Nella consapevolezza della continua, inesorabile trasformazione di ogni cosa. L’essere è il divenire.
“Ah, straziante meravigliosa bellezza del creato!” (Così parlò Totò alla fine di Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini).
Ore 12:00 - Sala Galleria
una lecture-performance sull’ascolto epico
con Leopoldo Siano & Shushan Hyusnunts
Ore 18:30 - Sala Galleria
TOO WILD TO GO (troppo selvaggio per sprecarlo) di Luigi Pingitore
Presentazione del progetto TOO WILD TO GO. Il titolo è mutuato dall’app Too Good To Go inventata per salvare il cibo: chi si iscrive all’app può acquistare cibo in scadenza - che appunto andrebbe sprecato - a un costo molto ridotto. Si acquistano delle surprise bag di cui si ignora il contenuto salvo il fatto che si tratti di cibo dolce o salato.
Le scatoline di carta con il logo del riciclo e la scritta TOO WILD TO GO, e che sono state distribuite in diversi eventi, hanno sul fondo un QR code che collega a una pagina YouTube su cui sono stati precaricati una serie di frammenti sonori: sono le voci di ideatrici e ideatori di Ascoltatori selvaggi che raccontano, narrano, sintetizzano, distorcono, spiegano quello che faranno. Durante l’evento, i frammenti raccolti dalle scatole prendono forma in un’installazione che li riunisce come tessere di un mosaico. Qui, la frammentazione diventa completezza: ciò che è stato disperso per le vie della città si trasforma in un’unica, potente testimonianza collettiva, un inno all’ascolto che non si lascia sprecare.
Per consultare il programma e scoprire lo storico della rassegna Strane Coppie: https://www.lalineascritta.it/
Cosa manca al nostro tempo? L’ascolto. Ascolto è tempo, è immersione totale.
Se cancelliamo il tempo dell’esperienza dell’ascolto, annulliamo la memoria della vita.
Il nostro mondo crolla poiché cancelliamo l’arte come esperienza e l’esperienza come materia profonda dell'arte.
Il nostro presente rischia di riempirsi, da un lato, di artisti che non disegnano, scrittori che non leggono, musicisti che ignorano il suono e, dall’altro, di spettatori passivi, lettori pigri, ascoltatori spaventati.
La storica rassegna culturale Strane Coppie, per la sua diciassettesima edizione, si trasforma e diventa: Ascoltatori selvaggi, Anti-festival di sortilegi senza menzogne.
Una manifestazione nata dall’amicizia tra artisti attivi in diversi ambiti e dalla collaborazione tra le associazioni Aldebaran Park – Lalineascritta Laboratori di Scrittura, theatrum phonosophicum e Opificio Puca.
Questa edizione di Strane Coppie è forse la più sperimentale di sempre: il focus si sposta sull’ascolto come chiave di accesso a ogni forma d’arte — non solo alle letterature del mondo, ma anche all’arte contemporanea, al cinema, al teatro e alla musica.
Il programma prevede un’anteprima a Milano, nella Sala delle Colonne di Banco BPM, e due giornate tra Napoli e Sant’Arpino: la prima al Museo Nitsch, la seconda all’Opificio Puca.
Due luoghi d’arte dal doppio valore simbolico: il centro antico di Napoli, dove si cela il Museo Nitsch, e la periferia di Sant’Arpino, dove si trova l’Opificio Puca, situato al confine sospeso tra campagna e area industriale.
Due eventi in cui l’espressione ideata e auspicata da Giuseppe Montesano, ascoltatori selvaggi — ripresa come missione dell’anti-festival da Leopoldo Siano (theatrum phonosophicum) — si traduce in una serie di sortilegi senza menzogne: un gioco di parole che rende omaggio a Elsa Morante e al suo Menzogna e sortilegio, nel quarantennale della sua scomparsa (2025).
Sortilegi delle arti visive, del suono, della musica; menzogne della letteratura e del cinema: un intreccio di linguaggi e visioni che si incontrano in un programma ricco e multidisciplinare.
Gli incontri, coordinati da Antonella Cilento, vedranno la partecipazione di Giuseppe Montesano, Marta Morazzoni, Leopoldo Siano, José Vicente Quirante Rives e Luigi Pingitore, in dialogo tra letteratura, cinema e teatro.
A questi si affiancheranno le installazioni site-specific degli artisti dell’Opificio Puca — Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso — insieme alle opere di Salvatore Di Vilio, Luigi Pingitore, Iole Cilento e Teresa Dell’Aversana.
PROGRAMMA
Sabato 18 ottobre – Museo Nitsch
Dalle 10:00 alle 20:00
Conferenze e letture
Ore 10:00: “Lo senti lo scorrere del fiume?”
Il collettivo di artisti dell’Opificio Puca presenta il progetto OH, AH, SI! sul fiume fuori rotta a cura Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso sul fiume Volturno con la moderazione di Leopoldo Siano
Il progetto OH, AH, SI! sul fiume fuori rotta, iniziato nel 2021 da un’idea di Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso, ha coinvolto attivamente 21 artisti, 10 associazioni del territorio, 3 comuni e diverse istituzioni pubbliche. Un viaggio esplorativo in un luogo fisico e non mentale, partendo dal mare e risalendo contro corrente il fiume Volturno, dall’Oasi dei Variconi di Castel Volturno, all’Oasi di Caricchiano di Cancello ed Arnone, rigorosamente a piedi e senza mai allontanarsi dall’impronta visiva dell’acqua. Gli ultimi 15 chilometri del fiume Volturno attraversano un’area una volta rurale ma ora fortemente urbanizzata tra Napoli e Caserta nota come Terra dei Fuochi, caratterizzata dalla costante presenza di incendi appiccati dai clan camorristici ai cumuli di rifiuti tossici.
L’abbandono e il degrado hanno trasformato quest’area in una sorta di no man lands, dove l’assenza dello Stato si avverte più che in ogni altro luogo della regione. Negli ultimi 30 anni l’area è diventata meta di flussi migratori incontrollati, modello fallimentare delle politiche migratorie Italiane.
Ore 12:00: Il cinema dei fantasmi
con Luigi Pingitore, Leopoldo Siano, Josè Vicente Quirante Rives
coordina Antonella Cilento
letture di Gea Martire
musica di Paolo Coletta
Le voci di dentro di un condominio mostrano l’intima verità di una coppia: è la tecnologia, nuovissima negli anni Cinquanta, di una radio a fare da catalizzatore mesmerico della verità nascosta di ognuno, padroni di casa e vicini…
La musica da sempre fa impazzire: un uomo assiste impotente alla follia progressiva della sua amata ossessionata dalla musica di Beethoven dopo aver acquistato un gadget, come si direbbe oggi: la maschera in gesso che riproduce il volto dell’amato artista. Poiché la ragazza non riesce più a eseguire la musica di Beethoven, acquista un fonografo ma anche quest’acquisto non le evita d’impazzire…
La moglie di un celebre attore di cinema e il suo migliore amico si amano in segreto: l’attore muore e così la relazione può emergere. Ma non cancella il senso di colpa, il tradimento commesso nei confronti dell’attore morto. Allora gli amanti andranno al cinema, per vedere i film del morto non ancora usciti ed assistere alla progressiva fuoriuscita dallo schermo dell’attore, ancora vivo…
Queste sono le trame di tre grandi racconti: Una radio straordinaria di John Cheever, La maschera di Beethoven di Massimo Bontempelli e Lo spettro di Horacio Quiroga.
Tre storie fantastiche (allucinatorie, fantasmatiche) per raccontare l’arte nell’epoca della sua riproducibilità: la radio, il fonografo, il cinema e la loro apparizione diabolica nelle nostre vite nella prime metà del Novecento.
E oggi, che siamo immersi nell’infinita moltiplicazione e parcellizzazione dell’ascolto?
Videocassette che uccidono, film che si confondono con il reale, reality che si innescano nella nostra vita, i social, i device: siamo ancora capaci di essere dei veri ascoltatori, degli ascoltatori selvaggi?
Come Warhol, prima di Warhol, in questi tre racconti l’oggetto artistico mostra la sua natura ambigua se piegato alla riproduzione commerciale: l’opera ruba l’anima o lo strumento che la riproduce a mostrarci l’abisso?
Ore 17:00: ASCOLTATORI SELVAGGI
Lectio magistralis di Giuseppe Montesano in dialogo con Leopoldo Siano
Cosa significa ascoltare davvero un'opera, scritta, suonata, dipinta, fotografata, scolpita o filmata? Cosa significa farsi attraversare dall'esperienza, lasciarsi sconvolgere, spostare, cambiare?
Ascoltare con gli occhi, toccare con le orecchie, gustare con le mani per vivere, come scrive Giuseppe Montesano in Lettori selvaggi: “Vivere in maniera non infame e miserabile, vivere non reprimendo e tagliando passioni e amori, ma facendo crescere e fiorire più passioni e amori. La vita vera è altrove? Allora l’altrove va cercato con ogni nostro desiderio. Vivere in tempi difficili ci costringe a cercare con la mano sinistra? E allora cerchiamo con la mano sinistra: con astuzia, con grazia, con candore. Rubiamo tempo vivo agli schermi menzogneri e alle relazioni fasulle, e leggiamo, ascoltiamo, pensiamo, sogniamo.”
Un dialogo fra uno dei più eminenti scrittori del nostro tempo e un musicologo, fondatore con Shushan Huysnunts del theatrum phonosphicum, che aspira alla sintesi delle arti, al Gesamtkunstwerk (dal teatro greco antico a Richard Wagner e alle avanguardie), all’ ascolto inteso come Seinserfahrung (‘esperienza dell’essere’) e al confronto antropologico col Suono, con i suoni nello spazio ovvero con il ‘paesaggio sonoro’ e gli archetipi acustici.
Ore 19:00: SORTILEGI SENZA MENZOGNE
Interventi di Antonella Cilento, Laura Bosio, Giuseppe Montesano, Marta Morazzoni
letture di Fabio Cocifoglia, Imma Villa, Gea Martire
musica di Paolo Coletta
Questo evento è un flusso: la lettura integrale de Lo scialle andaluso di Elsa Morante s’intervalla con la musica e con l’ascolto selvaggio dell’opera di Morante realizzata in diretta con la partecipazione di Antonella Cilento, Laura Bosio, Giuseppe Montesano, Marta Morazzoni.
Ad ogni movimento del racconto corrisponde una scelta musicale d’autore, a ogni ascolto di parole e musica corrisponde un ragionamento.
Installazioni e performance
TOO WILD TO GO (troppo selvaggio per sprecarlo) di Luigi Pingitore
Con Too Wild To Go, Luigi Pingitore trasforma lo spazio in un luogo di specchio e di voce, un’esperienza intima e collettiva al tempo stesso.
Al Museo Nitsch e all’Opificio Puca l’installazione si apre come una soglia:
Uno specchio attende lo spettatore.
Ti avvicini.
Cerchi il tuo riflesso.
Incontri una realtà esterna che ti invade.
Sei tu, e sei anche loro.
Il suono scorre, stratificato, babelico, fatto di frammenti, respiri, parole spezzate.
Lo specchio restituisce l’immagine, le voci dissolvono i confini. Un rito collettivo. Un invito a non sprecare l’ascolto selvaggio.
(Negli spazi espositivi saranno distribuite piccole scatole di carta, contrassegnate dal logo del riciclo e dalla scritta "TOO WILD TO GO".
All’interno, sul fondo, si troverà un QR code che rimanda a una pagina YouTube dedicata, dove sono stati caricati una serie di frammenti sonori: brevi tracce vocali in cui le ideatrici e gli ideatori di Ascoltatori selvaggi raccontano, evocano, spiegano o stravolgono ciò che accadrà durante la rassegna.)
NADABRAHMA/ LA YURTA DEL RESPIRO di e con Iole Cilento
È uno spazio nomade, da allestire all’aperto, dedicato all’incontro col sé e alla propria capacità di rinnovamento. La struttura, ispirata ai resti del Tempio di Mercurio a Baia, ma realizzata con materiali effimeri, sfrutta la combinazione di forma concava, illuminazione puntuale e superficie liquida, per restituire echi di movimento e vibrazione attraverso il riverbero della luce al suo interno. L’ingresso e la sosta sono riservati a pochi visitatori per volta, scalzi e in silenzio, che il performer accoglie in un luogo di meditazione attiva, fatto di azioni minime e respiro profondo, abitato da tracce di suono, luce e segno, cui i visitatori saranno invitati a partecipare.
OH, AH, SI! SUL FIUME FUORI ROTTA a cura Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso
L’allestimento combina tra loro alcune installazioni multimediali, sculture e azioni performative realizzate da Francesco Capasso, Gaetano Fabozzi, Carlo Menale e Miho Tanaka, per il progetto Oh,Ah,Si! e ora rimodulate per gli spazi del museo.
La sperimentazione di pratiche ibride, interdisciplinari, aperte e inclusive ha guidato questi artisti nelle zone di confine lungo il fiume Volturno, ciascuno con il proprio ‘stare al mondo’ ha osservato, interagito e sperimentato pratiche di condivisione indecise, aperte e in divenire.
ALL’IMPROVVISO di Salvatore Di Vilio
Uno scambio: L’Opificio Puca viene al Museo Nitsch, e il Nitsch va all’Opificio Puca.
Questa l’idea del doppio contributo di Salvatore Di Vilio, maestro della fotografia contemporanea.
Tre scatti realizzati “all’improvviso” all’Opificio Puca vengono al Museo Nitsch: una trasposizione senza estetizzazione, che prevede un cambio di punto di vista. Abituati come siamo a scrollare immagini e ad ingrandirle con il movimento di due dita su uno schermo, abbiamo dimenticato lo sforzo di avvicinamento che la fotografia analogica ha sempre richiesto: avvicinarsi per vedere meglio. Così All’improvviso chiede allo spettatore di avvicinarsi agli scatti che troverà disposti sul pavimento, con soggetti disposti nella stessa posizione in cui sono stati sorpresi dalla macchina fotografica.
Camminare sulle foto, come se fossimo sul pavimento dell’Opificio dove gli scatti sono stati realizzati.
FRAGILI PARADOSSI di Teresa Dell’Aversana
L’installazione prende vita in un ambiente a luce soffusa, dove piccoli vetri, come pellicole protettive per schermi di cellulari sono sospesi nell’aria con fili sottilissimi, quasi invisibili. Questi elementi fluttuano nello spazio, creando un’atmosfera sospesa tra il visibile e l’invisibile. Sulla loro superficie si trovano impronte in resina trasparente: tracce delicate di elementi naturali come foglie, gocce d’acqua e piume ecc. La luce interagisce con queste superfici, creando riflessi e ombre che si trasformano con il movimento dello spettatore. La scelta del vetro protettivo per cellulari non è casuale: è un materiale nato per proteggere e schermare, una barriera sottile tra l’uomo e il mondo virtuale. Nell’installazione questo stesso vetro diventa un supporto fragile che registra tracce del mondo naturale, mentre della figura umana non c’è presenza. Un paradosso visivo e concettuale: la tecnologia, solitamente usata per isolare e mediare la realtà, qui diventa il mezzo attraverso cui il mondo si manifesta.
L’installazione non è solo visiva, ma si attiva anche sonoramente. Il passaggio dei visitatori, il loro respiro o un lieve spostamento d’aria possono far vibrare i fili e i materiali sospesi, generando suoni impercettibili, come tintinnii sottili o fruscii delicati. Ogni spettatore diventa così parte dell’opera, innescando un dialogo tra il corpo, il suono e la materia.
TUTTO PER ESISTERE DEVE ESSERE CANTATO | Maria Giovanna Abbate con Andrea Laudante, Shushan Hysnunts, Ladifatou Traore, Nare Davtyan.
a cura di Christian Taranto
in collaborazione con Tramandars per Biennale del Vesuvio.
La videoinstallazione presentata è la restituzione di un rito condiviso nato alle pendici del monte Somma. La ricerca ha intrecciato memorie collettive, ritualità popolari e legami con la terra e l’acqua, dando vita a una serie di sculture-strumento rituali in bronzo, realizzate a partire da lische di merluzzo in collaborazione con Fonderia Nolana.
Il compositore Andrea Laudante ha affiancato il progetto con un laboratorio di ascolto meditativo nella Villa Augustea, da cui è nato il tessuto sonoro che accompagna l’opera.
Il lavoro ha trovato compimento in una performance collettiva con le performer Shushan Hyusnunts, Ladifatou Traore e Nare Davtyan insieme a Laudante, nel complesso absidale della Villa Augustea.
La performance è un respiro estremo. Una bocca aperta, immobile come la paura del futuro. Un grido ancestrale nel vuoto. Un sogno cantato per non essere dimenticato.
Per consultare il programma e scoprire lo storico della rassegna Strane Coppie: https://www.lalineascritta.it/