Stefano Cagol – Partendo da Basilea
Mentre il Mart celebra la ventennale carriera di Stefano Cagol con una mostra personale alla Galleria Civica di Trento, lo Studio d’Arte Raffaelli decide di fare altrettanto, a vent’anni esatti da quando per la prima volta nel ’96 portò ad Art Basel una sua video installazione, selezionata e presentata nella sezione espositiva curatoriale intitolata “Video Forum”, ora tra le opere che aprono il percorso cronologico alla Civica.
Comunicato stampa
Mentre il Mart celebra la ventennale carriera di Stefano Cagol con una mostra personale alla Galleria Civica di Trento, lo Studio d’Arte Raffaelli decide di fare altrettanto, a vent’anni esatti da quando per la prima volta nel ’96 portò ad Art Basel una sua video installazione, selezionata e presentata nella sezione espositiva curatoriale intitolata “Video Forum”, ora tra le opere che aprono il percorso cronologico alla Civica.
L’evento presso lo Studio Raffaelli, in corso dal 21 aprile al 5 giugno 2016, s’intreccia con la mostra alla Civica, presentando opere collegate a cicli esposti in Civica e altre capaci di ampliare ulteriormente lo sguardo d’insieme sulla produzione di questo artista trentino, che raramente fino ad ora ha esposto nelle gallerie private, privilegiando progetti di grande respiro, con musei, fondazioni e arte pubblica.
“In oltre vent'anni di attività, il lavoro di Stefano Cagol si è caratterizzato, dagli storici video, ai più recenti progetti esplorativi, in modo estremamente specifico, all'interno del panorama artistico italiano. Un'opera che si è mossa con estrema reattività, con grande attenzione al contingente, al quotidiano. In questo interesse per il “qui e ora” si è rivelata cruciale un'urgenza di ripensare quel presente che prende la forma di notizie, cronaca, grandi eventi politici e sociali o fatti storicamente rilevanti. La pratica di Cagol si configura così come una risposta diretta, consapevole di quanto il reale sia innervato da una stretta correlazione tra cause ed effetti. Vi sono, infatti, tra gli interessi di Cagol, universi di senso che si stratificano e sovrappongono in una salda relazione tra pratiche ed esiti. L'artista costruisce un profilo estetico a corrente alternata, variabile e flessibile, che è motivato dalle modalità e dalle necessità che la ricerca stessa impone. In questo senso il lavoro ora è video, ora è installativo, ora si risolve in una pratica relazionale o in un'effimera azione. Questa liquidità disegna uno specifico approccio all'arte che si caratterizza come esperienza di conoscenza, di scoperta e di ricerca. Se nel corso di questi ultimi anni diversi curatori si sono posti il problema di definire e inquadrare teoricamente il profilo dell'artista – ricercatore, sicuramente Stefano Cagol in Italia ne è esempio e precursore.”
Alessandro Castiglioni, “Cause, effetti e sistemi complessi”
in Stefano Cagol. Works 1995 / 2015, 2016
L’ultimo progetto di Stefano Cagol che è esposto anche allo Studio Raffaelli, The Body of Energy (of the Mind), vincitore del premio Visit della fondazione tedesca RWE, è stato presentato lo scorso anno in una decina di musei europei: alla Bergen Kunsthall in Norvegia, al Museo MAGA di Gallarate, al Folkwang Museum di Essen in Germania, al Museo Madre di Napoli, al Museo Maxxi a Roma, al Museion a Bolzano, alla Kunst Halle Sankt Gallen in Svizzera e allo ZKM di Karlsruhe.
Le opere di Stefano Cagol fanno parte di numerose collezioni pubbliche, tra cui, Museo MA*GA di Gallarate, Museion - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano, ZKM di Karlsruhe, Mart - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, White Box di New York, VAF Stiftung, Nomas Foundation, UniCredit Group, Terna.
La sua partecipazione al Padiglione Nazionale delle Maldive della 55. Biennale di Venezia, della quale verrà esposta un’opera, aveva colpito nel segno uscendo su The New York Times, BBC, Huffington Post, Rai, mentre il Kunst Bulletin di Zurigo gli ha dedicato l’editoriale e la copertina.