Stefano Arienti – Custodie Vuote

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA - PALAZZETTO TITO
Fondamenta Gherardini 30123 venezia, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da mercoledì a domenica: 10.30 – 17.30

Vernissage
27/07/2012

ore 21.30

Biglietti

3 euro

Patrocini

Con il supporto di Epson Fondazione Musei Civici Venezia Miroglio Textile
Grazie a Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti Studio Guenzani, Milano Greengrassi, Londra Giuseppe Ferrè

Artisti
Stefano Arienti
Curatori
Francesca Pasini
Uffici stampa
SEC
Generi
arte contemporanea, personale

L’esposizione affianca e completa la collaborazione dell’artista con lo spettacolo Fenix, concepito per il Teatro La Fenice insieme al coreografo svizzero Foofwa d’Imobilité.

Comunicato stampa

La mostra di Stefano Arienti Custodie Vuote, curata da Francesca Pasini, sarà presentata nelle sale di Palazzetto Tito da venerdì 27 luglio a domenica 30 settembre 2012. L'esposizione affianca e completa la collaborazione dell'artista con lo spettacolo Fenix, concepito per il Teatro La Fenice insieme al coreografo svizzero Foofwa d'Imobilité.

Per questo progetto Arienti è partito dall'idea del Piacere della conoscenza. Mentre al Teatro La Fenice il tema si esprime attraverso un'apertura verso il pubblico, nella mostra a Palazzetto Tito l'artista privilegia l'aspetto intimo e quotidiano della conoscenza. I libri distribuiti in due stanze di Palazzetto Tito si possono toccare e sfogliare. Altrove troviamo tappeti originali persiani tinti di rosso dall'artista, che ricoprono interamente il pavimento; un grande tavolo, con ceramiche realizzate insieme ai suoi studenti dell'Università IUAV, e divani, tutti elementi che alludono a una dimensione privata e quotidiana della conoscenza, ma anche a quella che avveniva nei salotti degli antichi palazzi veneziani. Nel salone centrale le copertine dei CD di musiche provenienti da tutto il mondo, alternate ad alcuni loro involucri vuoti, creano la visione di una geografia del mondo i cui confini sono determinati da suoni che si rincorrono. Si tratta di materiale che proviene da una costante ricerca condotta da Stefano Arienti per una infinita collezione di musiche. Custodie Vuote è il titolo di questa installazione, dalla quale nasce la proiezione per Fenix sul sipario tagliafuoco del Teatro La Fenice dove per oltre un'ora e senza ripetizioni si vedono le scansioni digitali delle copertine dei CD in mostra a Palazzeto Tito.

Sia la proiezione che l'installazione sono mute e, nel salone centrale di Palazzetto Tito, i dischi sono stati volutamente rimossi dalle custodie. Questa intenzione segnala la progressiva smaterializzazione del commercio musicale che finisce preferenzialmente nella rete.

I libri manipolati e traforati creano una relazione con il Libro Fenice presente in Teatro, nel quale si alternano pagine disegnate dall'artista e pagine bianche dove i visitatori sono invitati a scrivere i loro pensieri. Un nuovo importante ciclo di lavori verrà esposto in due sale contigue: oltre trenta carte di grande formato, dipinte direttamente dall'artista, avvolgono completamente le pareti delle stanze creando “un'aerea tappezzeria” di vari colori, con forti dominanti di rosso e con toni più scuri e abbrunati. Un passaggio inedito nel lavoro di Arienti che affronta la pittura come una sequenza di luci e colori che ci rimandano alle sue innumerevoli sequenze fotografiche. Un legame con il Teatro La

Fenice ritorna anche attraverso Préparépétitions, video preparatori per la coreografia di Fenix di Foofwa d'Imobilité proiettati in una delle sale di Palazzetto Tito. Altri elementi mettono in luce l'attenzione multidisciplinare di Arienti, in particolare le stoffe, disegnate per la ditta Miroglio Textile, con le quali sono realizzati i costumi dei danzatori di Fenix, e alcuni cuscini esposti a Palazzetto Tito. Ritorna l'aspetto intimo e colloquiale della conoscenza e l'apertura creatrice con altre discipline: come dichiara Arienti “invece di parlare di una cultura intimidente, penso a elementi che portino alla conoscenza come fonte di forme e di piacere”.