Sofa chats – after the border

Informazioni Evento

Luogo
DOUBLEROOM
via canova 9, Trieste, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
07/05/2014

ore 18,30

Artisti
Matija Debeljuh
Generi
incontro - conferenza

DoubleRoom arti visive presenta un incontro di approfondimento sulla recente produzione del videomaker croato Matija Debeljuh.

Comunicato stampa

incontro
after the border
contrada + la città d'acciaio
conversazione con Matija Debeljuh
introduce collaab.it

Mercoledì 7 maggio alle ore 18.30, DoubleRoom arti visive presenta un incontro di approfondimento sulla recente produzione del videomaker croato Matija Debeljuh proposto dal collettivo collaab.it nell’ambito della rassegna “SOFA CHATS videoarte da salotto”. L’appuntamento, che verrà riproposto su Radio Fragola la domenica successiva alle 11.30, intende analizzare il rapporto fra film sperimentali, videoarte e documentazione nelle arti visive, spaziando da esperimenti di videodanza, nell’ottica di una possibile restituzione video delle azioni compiute, a video che documentano complessi eventi espositivi, fino all’ultima videoinstallazione “La città d'acciaio” che verrà presentata per la prima volta in Italia a seguito dell’omonima personale a cura di Branka Benčić allestita alla Galleria Rigo di Cittanova. Le esperienze e i lavori di Debeljuh verranno così messi a confronto in un dialogo in bilico fra documentario, videoarte e film sperimentale.

Si partirà con la proiezione di “Contrada”, un corto sperimentale nato dalla collaborazione con la danzatrice contemporanea Roberta Milevoj; il film mette in relazione gli elementi della danza e del movimento con l’ambiente naturale, una foresta, che diventa la location perfetta di una nuova interpretazione del corpo restituito da una videocamera. L'attenzione è rivolta all'uomo e al suo rapporto con l'ambiente, e si concentra principalmente su una persona che affronta la vita che la circonda. Attraverso la danza, si esprime la necessità di una trama non lineare che affonda le sue radici nella natura, attraverso la quale trae il suo materiale coreografico nella direzione di una nuova forma espressiva di danza.

Molto diverso è il video “After the border” che, con uno stratagemma quasi da fiction, documenta la mostra-evento “Triple Identity”, curata da Ludovico Pratesi e organizzata dall’Unione Italiana di Fiume e dall’Università Popolare di Trieste presso gli spazi del Museo d’Arte Contemporanea dell’Istria di Pola, in occasione dell’entrata della Croazia nell’Unione Europea. Attraverso la curiosità di una singolare spettatrice, Bojana Babajić, che si muove fra le sale del museo, Debeljuh racconta le installazioni site specific realizzate da Lara Favaretto, David Maljković e Tobias Putrih, tre eccellenze dell’arte contemporanea italiana, croata e slovena rappresentativi della triplice identità di cui l’Istria storicamente si compone, e accomunati da un’acuta e attenta speculazione sul proprio paese e, per questo, sulla propria identità territoriale.

Si proietterà infine “La città d'acciaio”, video dal sapore documentaristico che ripercorre i ricordi d’infanzia dell’autore in visita alla città natale della madre, Zenica in Bosnia-Erzegovina, caratterizzata da un paesaggio industriale asfisiante. Su questo articolato lavoro, il critico Branka Benčić annota che: “Matija Debeljuh combina l'interesse per il film sperimentale, la documentarietà e il linguaggio delle videoinstallazioni con lo scopo di presentare il paesaggio fisico e mentale come una meditazione sui resti del progresso e della dissoluzione. Il video sottolinea il rapporto tra il luogo e i documenti, si accosta al documentarismo poetico e tratta delle questioni del lavoro, sebbene non appartenga al genere, ossia alla forma, del film documentario. Oggi possiamo parlare della “svolta documentaria” nelle prassi artistiche contemporanee con cui gli artisti desiderano stabilire un rapporto specifico con le cose, ridefinendo il linguaggio visivo, l'estetica, la sperimentazione, mediante la rappresentazione delle realtà sociali e delle storie personali. Numerosi artisti visivi ricorrono ai metodi e agli strumenti della documentarietà, che sembra diventata il luogo di riferimento dell'arte contemporanea: la documentarietà diventa infatti lo strumento della mediazione dei rapporti con la realtà, ponendosi come un modo di interpretazione della realtà e del mondo circostante.”