Sinergie
In tutto quaranta opere pittoriche di varie dimensioni, realizzate con tecniche differenti, racconteranno qualcosa di più del modo di fare arte e vivere la vita di Laura Palestrini e Alberto Mori.
Comunicato stampa
Può sembrare strano, ma è davvero così. Per due settimane lo studio del fotografo Alberto Mori in via Felice Casati 32 a Milano, tra la Stazione Centrale e Piazza della Repubblica, diventerà una vera e propria temporary art gallery per ospitare la mostra “Sinergie” (28 novembre – 15 dicembre) dedicata alla pittura astratta di Laura Palestrini e Alberto Mori.
Laura e Alberto vivono e lavorano nella stessa città, si conoscono da molti anni, non hanno mai avuto l’occasione di esporre insieme, ma sanno bene che c’è un’intensa sinergia artistica che li unisce profondamente, molto simile all’equilibrio armonico della danza, ma che in questo caso è affidato ai colori, alle forme e alle linee, che entrambi conoscono molto bene.
Laura Palestrini e Alberto Mori sono due personalità per molti aspetti diverse, che hanno affidato alle arti visive le proprie emozioni: Laura totalmente alla pittura, da qualche anno risolutamente astratta, immaginaria, mentale, intensa, Alberto alla fotografia e, a volte, a un’arte informale che va ben oltre il figurativo del suo lavoro quotidiano.
Nasce così “Sinergie”, titolo della mostra che per la prima volta li vedrà presentare insieme i propri lavori, una di fronte all’altro, dal 28 novembre al 15 dicembre nello studio fotografico di Alberto, alle spalle di Piazza della Repubblica. In tutto quaranta opere pittoriche di varie dimensioni, realizzate con tecniche differenti, racconteranno qualcosa di più del modo di fare arte e vivere la vita di Laura Palestrini e Alberto Mori.
E’ straordinario vedere come le intensità cromatiche dei loro lavori pittorici talune volte quasi coincidono:
Laura vive di pancia la sua creatività, e diversamente non potrebbe fare, conosce la fotografia così come i video in quella formula ibrida che caratterizza quasi tutti gli artisti e quel bisogno innato di non interrompere mai la propria evoluzione conoscitiva, ma è sulla tela che l’artista milanese riesce pienamente a trasferire quel disappunto interiore che la tiene agitata, nel sempiterno timore di non farcela a impressionarvi le proprie emozioni di un attimo. E spesso quel disappunto interiore in Laura Palestrini è afflizione. Un mix potente che si trasforma in quadri altrettanto potenti, come nel caso di “Quadro rosso” realizzato nel 2011. Dipinti in parte disorientanti al primo incontro perché non si capisce da dove il tutto abbia inizio, ma estremamente presenti. Opere che possono piacere oppure no, ma di fronte alle quali non si può rimanere indifferenti, come le sue ultime due esposizioni stanno a testimoniare, visto che prima a Milano e poi a Roma la sua pittura ha decisamente catturato l’attenzione del pubblico.
Alberto invece sa bene come bisogna fare per immortalare in un solo e unico scatto emozioni, estetica e proporzioni. Lo fa di mestiere, da sempre, da oltre vent’anni, occupandosi prevalentemente di moda, advertising, ritratto e nudo. Le sue foto artistiche sono di una bellezza straordinaria, espressione pura di una visual art che solo per caso, in quel momento, si esprime attraverso la macchina fotografica. Le sue opere pittoriche astratte nascono comunque da un riflesso immediato, un gesto intuitivo, semplice. Quadri come “Orchidea bianca” (2011) significano pochi attimi, il minimo della tecnica per il massimo risultato. Quindi tutto avviene in breve tempo: estasi, sublimazione, metafisica. Le creazioni artistiche di Alberto Mori sono puro piacere, e soprattutto in esse non c’è alcuna traccia di sofferenza e angosce. Ed è questo l’aspetto straordinario di questo artista: la sua è arte schietta, istintiva, mai ripetitiva, niente di programmato o studiato a tavolino, e tutto nasce da un approccio alla vita positivo e costruttivo, o più semplicemente felice. Le sue opere sono creative da qualunque angolazioni ci si pone per guardarle. Dai colori riesce a tirare fuori l’anima, come se non fossero colori: il bianco per Alberto Mori è la gioia, il nero l’assoluto.