Simone Staffieri – Deus ex machina
La ricerca di Simone Staffieri (S. Benedetto del Tronto, 1979) abbraccia molteplici campi di applicazione, dalla realizzazione e produzione di capi d’abbigliamento, su cui imprime le sue figurazioni a tecnica serigrafica, alle installazioni, oltre la pittura, la grafica e le sue scatole magiche.
Comunicato stampa
La ricerca di Simone Staffieri (S. Benedetto del Tronto, 1979) abbraccia molteplici campi di applicazione, dalla realizzazione e produzione di capi d’abbigliamento, su cui imprime le sue figurazioni a tecnica serigrafica, alle installazioni, oltre la pittura, la grafica e le sue scatole magiche. Altrettanto si estende dal punto di vista dell’indagine iconografica studiandone i modelli legati alla cultura mistico-esoterica ed alchemica, all’estetica misterica di matrice gotica, che il giovane artista trasfigura con stilemi propri attribuendogli una chiave di interpretazione ricca di riferimenti alla contemporaneità.
Lo contraddistingue una vena al tempo stesso poetica e dissacratoria che trova espressione in una grafica raffinata quanto in una pittoricità in cui si uniscono realismo e comunicazione di massa venendo a definire così un linguaggio complesso ma altrettanto fortemente comunicativo nell’invito, sempre insito nei suoi lavori, dalla t-shirt al dipinto, a riflettere su tematiche filosofiche ed esistenziali. Non a caso ha denominato “Hermetic 7” il progetto creativo che evolve da anni in questo percorso contrassegnato da un simbolismo arcano e per certi versi inquietante: le sue elaborazioni, che investono anche i materiali più vari ed uniscono la conoscenza delle tecniche tradizionali alla curiosità e l’azzardo di nuove e libere sperimentazioni, non sono fruibili solo per il godibile risultato estetico ma pretendono un approccio più riflessivo per accostarsi al loro spessore psicologico.
Con la mostra Deus ex machina, in corso dal 19 al 31 luglio presso Simultanea Spazi d’Arte, Staffieri rivisita “oggetti sacri” come il reliquario o l’immagine votiva dell’icona russa restituendoli ad una nuova intrigante lettura che, attualizzandone le forme, la materia e il contenuto, diviene metafora del legame ininterrotto con la storia, con l’arte, con la cultura – cultura “imparziale” nel suo sguardo rivolto ad Occidente quanto ad Oriente! -. In questa peculiare operazione creativa, e scelta di campo espressiva, l’artista non compie un mero atto di recupero inteso come citazionismo né di semplice restyling piuttosto tende a costruire un ponte ideale - che diviene anche concreto attraverso l’opera, bidimensionale, tridimensionale, persino “indossabile” - tra passato ed attualità nel continuum della fascinazione dell’aspetto magico della vita: il suo “deus ex machina” ci consente così di assimilare al significato classico, derivato dal teatro greco di un intervento che salva da situazioni improbabili se non impossibili da risolvere, quello invece proposto dai nuovi linguaggi d’animazione giapponesi (come il manga “Mirai Nikki”) che propone un dio dello spazio e del tempo quale leva di avvio del “nuovo classico”, il survival game; è così che Simone Staffieri, moderno alchimista, trasforma un’antenna parabolica in cupola bizantina accompagnandoci in un viaggio che attraversa il suo mondo ermetico.
Simone Staffieri (S. Benedetto del Tronto, 1979) consegue il diploma al Liceo Artistico di Porto S. Giorgio nel 1997 e quello all'Accademia di Urbino nel 2004 per poi specializzarsi a Bologna. Partecipa a numerose mostre collettive in Italia e all'estero soprattutto in Germania e Inghilterra. Realizza istallazioni in plexiglas e alluminio con largo uso di tecniche serigrafiche . Negli ultimi anni torna alla pittura e alla grafica creando ritratti-icona d'ispirazione storica ispirandosi alla pittura sacra del mondo cristiano ortodosso. Crea nel 2010 Hermetic 7, un brand d'abbigliamento specializzato nella stampa di t-shirt e felpe ispirandosi all'universo mistico e alchemico vendendo in tutta Europa e collaborando con etichette discografiche e artisti del panorama musicale italiano.