Santiago Sierra – Mea Culpa

Informazioni Evento

Luogo
PAC - PADIGLIONE D'ARTE CONTEMPORANEA
Via Palestro 14, Milano, Italia
Date
Dal al

mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30- 19.30
martedì e giovedì 9.30 - 22.30
chiuso lunedì
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
anteprima stampa il 28 marzo ore 11.30

Vernissage
28/03/2017

ore 19 su invito

Biglietti

Intero € 8,00 Ridotto € 6,50 gruppi di almeno 15 persone accompagnati da guida; visitatori dai 6 ai 26 anni; visitatori oltre i 65 anni; portatori di handicap; soci Touring Club con tessera; soci FAI con tessera; militari; forze dell’ordine non in servizio; insegnanti; studenti Summer School Comune di Milano; possessori abbonamento Card Musei Lombardia; possessori biglietti aderenti all’iniziativa “Lunedì Musei ( Poldi Pezzoli / Museo Teatrale alla Scala). Ridotto speciale € 4,00 tutti i visitatori ogni giovedì a partire dalle 19.00; gruppi di studenti delle scolaresche di ogni ordine e grado; gruppi organizzati direttamente dal Touring Club e dal FAI; volontari Servizio Civile muniti di tesserino; dipendenti Comune di Milano dietro esibizione del badge (ospite al seguito € 6,50); tutti i giornalisti non accreditati che presentano in biglietteria il tesserino dell'Ordine dei Giornalisti con il bollino dell'anno in corso.

Patrocini

una mostra Comune di Milano - Cultura, PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Silvana Editoriale

Editori
SILVANA EDITORIALE
Artisti
Santiago Sierra
Curatori
Diego Sileo, Lutz Henke
Uffici stampa
PAOLA C. MANFREDI STUDIO
Generi
arte contemporanea, personale
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Installazioni, fotografie, video e performance per la prima mostra antologica in Italia dell’artista contemporaneo spagnolo.

Comunicato stampa

Il PAC dedica all’artista contemporaneo spagnolo la prima mostra antologica mai realizzata in Italia. Oggetto del suo lavoro è la violenza strutturale imposta dal sistema politico ed economico, violenza che si fa di tutto per ignorare e che Sierra invece mette sotto la lente di ingrandimento. Il suo è un attacco feroce all’ingiusta distribuzione della ricchezza e alle condizioni di lavoro disumane della nostra società, ma anche una critica all’immagine positiva del lavoro in essa dominante.