Sainte Chapelle

Informazioni Evento

Luogo
THE FACTORY
via Oronzo Massa 25 , Palagiano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
12/09/2014

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra opera d’arte collettiva.

Comunicato stampa

“Sainte Chapelle” è una “esperienza”. Una esperienza caratterizzata essenzialmente dal concetto di network. Un “sistema, un gruppo di individui interconnessi e cooperanti” in una comunicazione diretta, senza filtri nè censure. La totale apertura; l’orizzontalità; la non competitività richiamano alla mente l’Arte Postale e la sua sostanziale peculiarità: la raccolta di contaminazioni e contributi inviati e ripresi a creare un nuovo gioco. L’arte evolve e lo fa seguendo i tempi e le teorizzazioni e così possiamo parlare di Web Art, Net Art e Arte relazionale (Nicolas Bourriaud) in cui l’artista si adopera per creare dispositivi in grado di attivare la creatività del fruitore trasformando l'oggetto d'arte in un luogo di dialogo, confronto e, appunto, di relazione in cui perde importanza l'opera finale e assume centralità il processo, la scoperta dell'altro, l'incontro. L’essenza della rappresentazione del mondo reale offerta dall’artista dialoga con il video “Pandora” (interpretato live dal musicista Remigio Furlanut durante l’inaugurazione del 12 settembre 2014 al Thefactory di Palagiano, in streaming (ore 20:00) a questo link https://www.youtube.com/watch?v=M97wknwBek8) anche’esso frutto di contributi, modificazioni e contaminazioni a interpretare coralmente il mondo attuale dopo l’11 settembre.

Paolo Potì espone la lenta dissoluzione dei corpi, frutto del tempo che si impone sull'essere umano modificandone l'aspetto. Indaga i volti e i corpi dei soggetti alla ricerca di una particolare espressività che va oltre la mera riproduzione fisica, soffermandosi sui caratteri "intimi" dell'individuo, sulla sua interiorità e psicologia, che interpreta in maniera creativa donando ai suoi ritratti connotati quasi fantastici.

La mostra è un invito alla riflessione, al pensiero, al dialogo. Non ci resta che “vivere” questa esperienza e lasciare che alimenti ulteriori e infinite riflessioni sul nostro “essere” oggi.