Sacrosanctum #14 – Loris Cecchini
Loris Cecchini espone all’oratorio di san Mercurio di Palermo (largo san Giovanni degli Eremiti) il suo intervento site-specific.
Comunicato stampa
“Sì, il sacro appare. Ma il dio resta lontano.
Il tempo del bene ritrovato che è in serbo è l’epoca in cui Dio manca.
La «mancanza» del Dio è il fondamento del mancare di «nomi sacri».
Ma siccome il bene ritrovato, in quanto è in serbo, è comunque vicino,
nell'avvicinarsi dei celesti chi saluta è il Dio che manca.”
(M. Heidegger, Erläuterungen zu Hölderlins Dichtung,
hrsg. von F. W. Von Herrmann, Vittorio Klostermann,
Frankfurt am Main, 1981, S. 23; Id., La poesia di Hölderlin,
a cura di L. Amoroso, Adelphi, Milano 1994, p. 27)
Venerdì 29 aprile, alle ore 19:30, Loris Cecchini espone all’oratorio di san Mercurio di Palermo (largo san Giovanni degli Eremiti) il suo intervento site-specific.
Giocando sulla duplicità forma-funzione e scontrandosi con la concezione classica di scultura come oggetto solido, Loris Cecchini interviene direttamente sull’interfaccia materica dello spazio, manipolandone e reinventandone l’involucro esteriore.
Soggette alla forza della gravità o a indefinibili forze interne, le superfici appaiono fluide e irregolari, solcate da pieghe e cedimenti che capovolgono le normali aspettative visive. L’oggetto concreto si trasforma in un’entità organica, una materia mutevole e in apparente movimento che sfida il senso comune di accettazione e riconoscibilità.
Tra occultamento e trasformazione, illusione ottica e paradosso, il panorama quotidiano raggiunge una dimensione altra, mostra la propria struttura interna rivelandone al contempo un’intrinseca forza. Agendo sulla “pelle” degli oggetti, dunque, Loris Cecchini ne riconosce una duplice identità (corpo/anima) e ne sfalda la superficie nel tentativo di indagarne l’essenza interiore.
A conquistare lo spazio è la dissoluzione di ogni possibile verità percettiva, un’apologia del nulla che mostra come limite l’impossibilità di superare una rappresentazione illusoria della realtà.
La rassegna, promossa e sostenuta dall’Associazione Amici dei Musei Siciliani e a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto, nasce nell’intento di promuovere e valorizzare un patrimonio artistico unico, rivalorizzato grazie alla potenza testimoniante degli artisti e all’impegno diretto di chi la città la vive e la esplora.
Bio
Nato a Milano nel 1969, Loris Cecchini vive e lavora a Berlino.
Sue personali sono state allestite in prestigiosi contesti museali quali il “Palais de Tokio”, il “Musée d’Art Moderne” di Saint-Etienne Métropole, il “MoMA PS1” di NY, il “Shanghai Duolun MoMA” di Shanghai, il “Casal Solleric Museum” di Palma di Maiorca, il “Centro Gallego de Arte Contemporanea” a Santiago di Compostella, la “Kunstverein” di Heidelberg, la “Teseco Foundation” di Pisa, “Quarter” a Firenze, Il “Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci” di Prato e la “Fondazione Arnaldo Pomodoro” di Milano.
Ha partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui la 56a, la 51a e la 49a Biennale di Venezia, la 6 a e la 9 a Biennale di Shanghai, la 15a e la 13a Quadriennale di Roma, la Biennale di Taiwan a Taipei, la Biennale di Valenzia in Spagna, la 12a Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, il Ludwig Museum a Colonia, Palazzo Fortuny a Venezia e il Macro Future a Roma.
Sono numerose le mostre collettive a cui a partecipato nel mondo. Tra queste, al “Ludwig Museum” di Colonia, al “PAC” di Milano, a “Palazzo Fourtuny” a Venezia, al “Macro Future” a Roma, al “MART” di Rovereto, ”Hayward Gallery” di Londra, “The Garage Centre for Contemporary Culture Moscow, al “Palazzo delle Esposizioni” di Roma, al “Musée d’Art Contemporain” di Lione, al “MOCA” di Shanghai e alla “Deutsche Bank Kunsthalle” di Berlino.
Tra le installazioni site-specific: a Villa Celle (Pistoia) e nel cortile di Palazzo Strozzi (Firenze) nel 2012; al “Cleveland Clinic's Arts & Medicine Institute” (Stati Uniti) nel 2013.