Ryts Monet – Schuld

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO FRICHIGNONO
via San Dalmazzo 7, Torino, Italia
Date
Dal al

Apertura mostra | 26 ottobre – 2 novembre 2019
Orari di apertura su appuntamento
• sabato 26 ottobre 2019 dalle 10 alle 13
• domenica 27 ottobre 2019 dalle 15 alle 19
• lunedì 28 ottobre 2019 dalle 17 alle 19
• sabato 02 novembre 2019 dalle 10 alle 13



La mostra sarà visitabile solo ed esclusivamente su appuntamento.

Vernissage
26/10/2019

ore 10 su appuntamento

Contatti
Sito web: http://www.rytsmonet.eu
Artisti
Ryts Monet
Curatori
Beatrice Zanelli
Generi
arte contemporanea, personale
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Nella settimana dedicata alle arti contemporanee ARTECO è lieta di annunciare l’apertura di Schuld, mostra personale di Ryts Monet (Enrico De Napoli, Bari 1982) fase conclusiva della residenza present_continuous, concepita come dispositivo per attivare una riflessione a partire da un fondo di incisioni conservato presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.

Comunicato stampa

Nella settimana dedicata alle arti contemporanee ARTECO è lieta di annunciare l’apertura di Schuld, mostra personale di Ryts Monet (Enrico De Napoli, Bari 1982) fase conclusiva della residenza present_continuous, concepita come dispositivo per attivare una riflessione a partire da un fondo di incisioni conservato presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Un nucleo di eccellenza, ordinato in album negli anni sessanta dell’Ottocento dall’eclettico collezionista e conoscitore piemontese Giovanni Volpato.

Dalle stesse incisioni, da cui è partito l’artista per produrre le opere in mostra, è stato tratto il ciclo di affreschi, attribuito a maestranze locali seicentesche, di Palazzo Frichignono, storica dimora privata nel centro di Torino in cui la mostra avrà luogo. Un’occasione unica per scoprire un luogo privato, solitamente chiuso al pubblico, che rappresenta altresì un frammento rilevante della storia della Resistenza torinese. Il palazzo, adibito nel Novecento ad albergo Canelli, divenne, durante la guerra, luogo di incontro per il Comitato di Liberazione Nazionale.

Non è un caso che la ricerca di Ryts Monet, dedicata all’indagine del rapporto che l’uomo contemporaneo intreccia con il vasto panorama della produzione di immagini, delle iconografie del potere, dei miti dell’identità e della realizzazione personale sollecitati dal sistema consumista, si presenti in queste inedite sale.

A partire dalla riflessione sul periodo storico pre-unificazione italiana, nel quale la collezione di incisioni della Nazionale assumeva la forma odierna, Ryts Monet, presenta una serie di opere dedicate all'osservazione dell'impiego della classicità, come metafora universale, da parte dell’economia capitalista e del potere occidentale, ma anche nel suo farsi dispositivo vantaggioso alla costruzione identitaria europea.

In parallelo alla mostra vedrà la luce la pubblicazione che raccoglie l’intero progetto: Present Archives. Riflessioni a partire da un fondo di stampe edita da A+Mbookstore e VIAINDUSTRIAE publishing, a cura di ARTECO e presentata a FLAT 2019.

A metà novembre 2019, in una differente sede site-specific verrà presentato Ahimè! [a tre voci], opera video dell’altra artista coinvolta nel progetto, Alessandra Messali.

La mostra sarà visitabile solo ed esclusivamente su appuntamento.

Ryts Monet (Enrico Di Napoli, Bari 1982) vive e lavora a Vienna. Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero presso musei e spazi espositivi, tra i quali ricordiamo Kunsthaus Dresden, Dresda, Germania (2019), Q21 Museumsquartier Vienna, Austria (2019); 7th Nakanojo Biennale, Giappone (2019), 6. Moscow International Biennale for Young Art, Mosca (2018), Mediterranea 18, Young Artist Biennale, Tirana (2017), Kunsthaus Graz, Austria (2016); Stedeijk Museum Bureau Amsterdam, Olanda (2015); PAN, Palazzo delle Arti di Napoli (2013).
Nel 2014 ha presentato la sua prima mostra personale in Giappone, Sister, presso Gallery Coexist-Tokyo. Dal 2015 collabora con la Galleria Michela Rizzo di Venezia. www.rytsmonet.eu 



Il progetto present_continuous (a cura di Ersilia Rossini e Beatrice Zanelli) si è articolato in una campagna di schedatura, nell’organizzazione di una giornata di studi destinata a rinnovare la percezione contemporanea dell’archivio e delle collezioni in deposito e in una call internazionale volta alla selezione di due artisti - Alessandra Messali e Ryts Monet (Enrico De Napoli) - chiamati a condividere una residenza volta a generare nuovi immaginari, proprio a partire dal fondo di stampe, al fine di dare voce a urgenze sociali e culturali del nostro tempo. A cosa serve oggi un fondo di stampe databili tra il XVI e il XIX secolo conservato in un deposito bibliotecario? Cosa può raccontarci delle epoche in cui stato costituito, conservato e riordinato? Come queste informazioni possono relazionarsi con la contemporaneità? Un artista può avviare il motore di immaginari condivisi mettendo in luce ciò che dell’antico permane nel presente?

Dal 2010 ARTECO opera nel campo della valorizzazione del patrimonio storico-artistico, nella consapevolezza che tale patrimonio costituisca un insieme organico di opere, strettamente legato al territorio che lo ha prodotto e che rappresenti un elemento portante della società civile. La sezione Cataloguing archive si propone di operare sul patrimonio attraverso interventi di: inventariazione, catalogazione e digitalizzazione di beni e fonti storico-artistici e valorizzarlo attraverso una rete di collaborazione fra Enti Pubblici, Fondazioni ed Associazioni non profit. La sezione Curatorship si propone di promuovere e organizzare eventi di arte contemporanea, fornendo ai giovani artisti l’opportunità di esporre le proprie opere in mostre personali e collettive. Consapevole della interdipendenza tra questi due ambiti Arteco riconosce nel valore formativo di entrambi il fil rouge del proprio operato, ponendo l'accento sul valore sociale del bene culturale che è “costantemente in evoluzione” e che “comprende tutti gli aspetti dell’ambiente derivati dall’interazione nel tempo fra le persone e i luoghi” (Convenzione di Faro). In un'ottica processuale e relazionale che sposta dunque l'attenzione dall'oggetto alla persona, Arteco opera dunque nell’ambito Educational attraverso la progettazione di processi partecipati che si costituiscano come facilitatori di accessibilità e protagonismo culturale e la mediazione del patrimonio storico-artistico.