Ruben Montini – Questo Anonimato è Sovversivo
Questo Anonimato è Sovversivo, prima mostra personale in un’istituzione pubblica italiana dell’artista Ruben Montini, a cura di Efisio Carbone e Camilla Pavan.
Comunicato stampa
La Fondazione MACC ha il piacere di presentare Questo Anonimato è Sovversivo, prima mostra personale in un’istituzione pubblica italiana dell’artista Ruben Montini, a cura di Efisio Carbone e Camilla Pavan. La mostra, che apre al pubblico il 29 aprile 2023 al Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta e realizzata grazie al contributo della Fondazione di Sardegna, ripercorre la genesi e gli sviluppi dell’omonima opera dell’artista, risultato di una performance corale e partecipativa iniziata nel 2017 e realizzata in tutti i 28 paesi della Unione Europea.
L’opera, un drappo ricamato di cotone bianco - della lunghezza 30 metri – ha viaggiato per tutta Europa: in ciascun museo, istituzione, spazio o contesto domestico in cui la performance è stata realizzata, il pubblico è stato invitato a ricamare ciò che desiderava, dando vita a un’opera collettiva capace di racchiudere le storie di moltissimi individui. Il titolo dell’opera Questo Anonimato è Sovversivo trae ispirazione da un'intervista di fine anni '70 di Jean Le Bitoux a Michel Foucault da cui emerge un concetto affascinante dell’anonimato e dalla forte connotazione politica: l’anonimato dei partecipanti al progetto di Montini crea infatti una sorta di visibilità democratica, sovvertendo il potere e aumentando il senso della comunità.
Questo Anonimato è Sovversivo nasce dal desiderio di abbattere le diversità sociali e politiche attraverso la partecipazione diretta del pubblico che, nell’azione del ricamo, trova la forza di esistere all’interno di una comunità eterogenea che vive nell’unione delle differenze. Durante l’emergenza pandemica, il progetto si è adattato alle esigenze delle restrizioni e si è svolto nelle case private degli abitanti. Se per le tappe in Francia, Portogallo, Slovenia, Ungheria e Bulgaria l’opera è stata spedita e ricamata, in Olanda i partecipanti hanno lavorato singolarmente e poi inviato il materiale all’artista affinché i ricami potessero essere uniti al drappo.