Ron Griffin

Informazioni Evento

Luogo
LVS - ARCHITECTURE/ART
via Legnano 28 Alessandria, Alessandria, Italia
Date
Dal al

Lunedì - Sabato | ore 16.00 - 19.30

Vernissage
01/10/2011

ore 18.30-21

Artisti
Ron Griffin
Generi
arte contemporanea, personale
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La mostra offre la possibilità di comprendere il linguaggio dell’artista dedito allo studio delle infinite sovrapposizioni e rielaborazioni di forme.

Comunicato stampa

Alessandria, 30 settembre 2011 - Dopo la personale dedicata a Luigi Ghirri, la galleria LVS architecture/ART inaugurerà domani 1° ottobre una mostra dell’artista californiano Ron Griffin artista presente anche nella collezione Panza di Biumo. La selezione di opere che verranno esposte fino al 5 novembre negli spazi di Via Legnano 28, offre la possibilità di comprendere il linguaggio dell’artista dedito allo studio delle infinite sovrapposizioni e rielaborazioni di forme.
Ronald Dean Griffin è nato a Pomona, California nel 1954, vive e lavora a Venice, California. L’opera di questo artista affonda le radici nella tradizione della natura morta, connotatasi nel XVI secolo come genere autonomo nella pittura occidentale con due caratteristiche specifiche: l’imitazione del reale e la valenza simbolica attribuita alla rappresentazione per cui gli oggetti assumono significati trascendenti la propria definizione.

Ron Griffin dipinge nature morte che sono il prodotto di un’evoluzione del genere che ha attraversato le rivoluzioni più audaci. La rappresentazione del reale fu usata per affermare l’autonomia della pittura e negare l’importanza dell’imitazione, poi i collage cubisti introdussero oggetti reali inseriti nel dipinto; si dimostrò che gli oggetti più banali possono essere altro da quello che appaiono e che nella loro ambiguità possono dischiudere nuove realtà, come nelle opere metafisiche e surrealiste, sino alle radicali rivoluzioni legate alla Pop Art, più facile citazione legata all’opera di questo artista.
Nelle sue opere oggetti banali (buste, sacchetti, scatole, tovaglioli) isolati al centro dello spazio e schiacciati sul piano, inducono all’idea di una composizione ready made, invece sono il frutto di una grande padronanza del mezzo pittorico in funzione della mimesi del reale.

L’insieme risulta così severo, che forme e colori portano l’astrazione dell’immagine allo stesso livello del suo realismo, come se i piani dell’astrazione e della figurazione gareggiassero tra loro.
Oggetti banali diventano pezzi unici cui l’attenzione dell’artista conferisce dignità e poesia.
Un secondo periodo della sua pittura è in seguito caratterizzato da superfici cupe e lucide, in cui la sfida passa dall’emulazione della realtà fisica degli oggetti di carta a quella più ardua della realtà virtuale. Lo sfondo ha una bidimensionalità ambigua che lo assimila ad uno schermo sul quale si muovono forme geometriche rigidamente composte.
L’imitazione maniacale nell’esecuzione manuale del disegno computerizzato ripropone la freddezza di una logica fredda ma falsa, di una realtà ingannevole ma virtuale, di una libertà di movimento programmata.