Roberto Ghezzi – Della Terra

Informazioni Evento

Luogo
GILDA CONTEMPORARY ART
via San Maurilio 14, Milano, Italia
Date
Dal al

Lunedì e mercoledì 10:30 – 15:30
Martedì e venerdì 10:30 – 19
Giovedì 10:30 – 12:30 e 16 - 19
Catalogo in mostra Arsprima Edizioni

Vernissage
02/12/2021

dalle ore 18 alle 21 su prenotazione, invito e possesso di green pass
Gilda Contemporary Art - via San Maurilio 14 Milano 20123

Artisti
Roberto Ghezzi
Generi
arte contemporanea, personale
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Gilda Contemporary Art presenta Della terra, mostra personale di Roberto Ghezzi a cura di Cristina Gilda Artese e Elena Isella.

Comunicato stampa

Gilda Contemporary Art presenta Della terra, mostra personale di Roberto Ghezzi a cura di Cristina Gilda Artese e Elena Isella.
La galleria milanese ubicata nel cuore del quartiere delle 5 vie conferma la propria vocazione green con un progetto di mostra in collaborazione con Phoresta Onlus che vede Roberto Ghezzi primo artista a realizzare un proprio personale progetto mettedo la propria creatività in relazione con il bosco della biodiversità di Bologna, grazie al quale la galleria ha messo in atto un piano di compensazione delle proprie emissioni di CO2.
Il rapporto tra arte e scienza è in questi decenni molto cambiato, diventando un’alleanza. Si è superata l’idea che all’invenzione e creatività dell’una siano contrapposti la conoscenza e il rigore sperimentale dell’altra. Soprattutto in questi ultimi anni, le arti ecologiche e molte branchie della scienza hanno poi un oggetto comune di interesse, di studio e di indagine: il cambiamento climatico.
L’intenso e approfondito percorso di Roberto Ghezzi è un’espressione artistica personale e originale che si inserisce in questo contesto di temi e pratiche.
Nel 2000 circa Ghezzi avvia la serie delle Naturografie, opere in cui è la natura a “disegnare” e a lasciare un’impressione di sé sul supporto che l’artista le mette a disposizione. Le Naturografie nascono da un’attenta fase progettuale che inizia con l’analisi del luogo e degli elementi che lo compongono, l’individuazione del punto di installazione, la scelta del supporto (cotone, lino, crinolina) e il suo collocamento nella materia che lo compenetrerà (terra, acqua, fango). Dopo il posizionamento è necessario un periodo di attesa e di controllo, durante il quale è la natura ad agire. L’acqua, la terra o meglio tutte le sostanze organiche e minerali che le compongono, nonché quelle inorganiche e le specie animali e vegetali, agiscono sul supporto. Mesi dopo è di nuovo l’artista a operare: l’estrazione del tessuto e il fissaggio delle sostanze depositatesi sono le ultime fasi di creazione.
Il legame tra arte visiva e scienza, nel lavoro di Ghezzi, ha origine con la definizione del progetto e prosegue attraverso la condivisione dei risultati con gli enti di ricerca e i loro esperti (Arpa - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, Umbria; CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche, Venezia). In particolare i supporti e le reazioni provocate dalla permanenza nelle acque o nelle terre producono dati utili allo studio dei materiali e alla loro resistenza agli agenti esterni. Attraverso la diretta sperimentazione in natura, che affianca quella in laboratorio, i supporti installati dall’artista forniscono informazioni utili a meglio comprendere l’ecosostenibilità dei materiali. Essi sono inoltre indicatori che aiutano a definire lo stato di salute dell’ecosistema in cui vengono inseriti: insieme alle “classiche” metodologie scientifiche di campionamento e analisi di laboratorio, i supporti possono essere intesi come “matrici” di raccolta che restituiscono dati utili a definire la qualità delle acque o delle terre in cui sono posti.
Ghezzi ha così messo in atto il suo processo creativo proprio nel bosco della biodiversità di Phoresta Onlus in Bologna e da lì sono emerse tele che restituiscono appieno l’ambiente in cui sono rimaste per mesi. La terra nera che imprime la tela bianca del supporto o dalla quale emerge con segni netti trasmette appieno la selvaticità di quell’area, le sue asperità. Questi sorprendenti risultati ottenuti a Bologna e visibili in mostra, supportati anche dalle tavole progettuali, sono qui affiancati da altre Naturografie, realizzate immergendo le tele di cotone nelle terre del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e quelle di crinolina nelle acque del lago Trasimeno e nel fiume Piave (queste ultime nell’ambito di Una tela sospesa tra Arte e Scienza, a cura di Elena Cantori e Monica Mazzolini per il Comune di San Donà di Piave).
Ghezzi dice di sé: “Sono nato in un luogo dove l’incontro tra arte e natura plasma il paesaggio da migliaia di anni”. Con queste parole l’artista sceglie di presentarsi, una breve frase che ha in sé una la chiave di lettura del suo lavoro e di tutta la sua ricerca.
A gennaio 2022 verrà presentato un catalogo che racconta il progetto di mostra con testi di Elena Isella, Cristina Gilda Artese e Carlo Manicardi, Arsprima Edizioni.

BIOGRAFIA
Roberto Ghezzi è nato a Cortona nel 1978, dove attualmente vive e lavora. La sua formazione ha avvio all’interno dello studio di scultura di famiglia e si perfeziona all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Inizia ad esporre negli anni Novanta e i suoi esordi sono legati alla pittura. Tutta la sua produzione è fondata sul forte interesse per il paesaggio naturale, che, agli inizi, egli indaga sia attraverso la rappresentazione pittorica, che mediante sperimentazioni “sul campo”, a contatto diretto con l’ambiente naturale. Si tratta di uno studio portato avanti nel corso di un decennio, che muovendo da un approccio scientifico di esame approfondito della realtà organica, assume forma concettuale attraverso la materia. In occasione della personalePhysis, alla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, presenta per la prima volta al pubblico opere legate alla suddetta ricerca, maturata negli anni. Creazioni inedite, che nascono da studi e sperimentazioni su luoghi naturali, spesso incontaminati, e il cui titolo Naturografie© ha in sé il concetto fondante sia del risultato finale, che del processo. Quest’ultimo è parte integrante dell’opera, in un viaggio all’origine del rapporto tra artista e natura, dove il supporto è spazio di comunione tra essi. L’artista crea con la natura, ma, al tempo stesso sovraintende ad ogni fase della creazione: dalla determinazione delle variabili iniziali, al fattore tempo, fino alla forma finale. A questa ricerca sono legati premi e residenze artistiche. Tra i premi ottenuti: Premio ORA 2016, ArtApp Artist Contest 2017, Residenza ArteamCup 2018, Residenza d’Artista Setup 2019, ArteamCup Vanilla Edizioni 2019, Arte Ambientale, Venticontemporanei 2019 e Residenze d’Artista Fondazione Rocco Guglielmo 2020. Molte le residenze artistiche, nazionali e internazionali, con relative installazioni ambientali: Alaska (2015), Islanda (2017), Italia (2017, 2018, 2019, 2020 e 2021), Sudafrica (2018), Tunisia (2018), Norvegia
(2019), Argentina e Patagonia (2020). Dal ’92 espone in sedi istituzionali, sia in Italia che all’estero, tra cui: Museo Civico di Palazzo della Penna, Perugia; Galleria Comunale di Arte Contemporanea, Arezzo; Museo Lapidarium, Novigrad; Museo della Fine del Mondo, Ushuaia; Galleria Comunale di Arte Contemporanea di San Donà di Piave; Museo di Storia Naturale, Pisa; MARCA, Catanzaro; Palazzo Medici Riccardi,
Firenze; Battersea Park, Londra; Fondazione Cariperugia Arte; Chiostro del Bramante, Roma; Casa dei Carraresi, Treviso; Biblioteca di Pu-Dong, Shangai; Museo Oceanografico, Tunisi.
PHORESTA ONLUS
Phoresta è un’associazione senza fini di lucro costituita nel 2012 da un gruppo di professionisti attivi in vari campi (economia, agronomia, ingegneria, giornalismo, gestione d’impresa…) con lo scopo di contribuire al raggiungimento dei parametri previsti dagli accordi mondiali sul clima (Protocollo di Kyoto, 1997) ovvero la riduzione dell’emissioni di gas serra, tra le principali cause dei cambiamenti climatici. Le attività di Phoresta riguardano la generazione di crediti di carbonio per la compensazione la divulgazione e la sensibilizzazione sui temi della Carbon Footprint, del Climate Change e degli applicativi della Economia Circolare ‒ un modello di produzione e consumo attento alla riduzione degli spechi delle risorse naturali ‒ e la forestazione e conservazione boschiva. In questo specifico ambito rientra anche la nascita del Bosco della Biodiversità di Bologna.