Roberto Barni – Controversie

Informazioni Evento

Luogo
CHIOSTRO DEI FRARI - ARCHIVIO DI STATO
Campo dei Frari San Polo, 3002 – 30125, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal lunedi al venerdi ore 10.00 – 17.30

Vernissage
13/05/2017

ore 16-20

Patrocini

Con il supporto di Galleria Poggiali | Firenze

Artisti
Roberto Barni
Curatori
Medardo Chiapponi
Generi
arte contemporanea, personale

L’artista propone il progetto Controversie, appositamente pensato per il Chiostro dei Fiorentini del Convento dei Frari nel complesso della celebre Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, e costituito da quattro sculture monumentali in bronzo.

Comunicato stampa

Due mesi con Roberto Barni a Venezia, a quasi un trentennio dalla sua ultima presenza in Laguna. L’artista toscano (Pistoia, 1939) dal 13 maggio al 3 luglio 2017 propone il progetto Controversie, appositamente pensato per il Chiostro dei Fiorentini del Convento dei Frari nel complesso della celebre Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, e costituito da quattro sculture monumentali in bronzo: Atto Muto, Capogiri d’oro, Camminare in croce, Doppia controversia. L’inaugurazione della mostra è fissata per sabato 13 maggio, dalle 16 alle 20.

LE OPERE IN ESPOSIZIONE
Queste, nel dettaglio, le opere di Roberto Barni in temporanea esposizione a Venezia, supportata dalla Galleria Poggiali di Firenze.
• Roberto Barni torna ad esporre a Venezia dopo le Biennali del 1980, 1984 e 1988 in occasione della quale aveva presentato la prima versione di Atto Muto posizionata allora proprio all’ingresso del Padiglione Centrale ai Giardini, nella quale tre personaggi, in quel caso bendati, sorreggevano silenti un piano circolare. Il punto culminante di questo filone di ricerca è esposto in questa mostra e costituisce un ulteriore momento di riflessione sulla condizione servile in cui si trovano gli uomini. L’allusione del titolo al servomuto, mobile nato nel Settecento e ancora presente in diverse versioni per sostenere, senza l’intervento della servitù, oggetti, abiti o vivande riesce, per contrasto, a rendere palese la circostanza che, anche nell’era dei robot domestici, agli uomini continuano ad essere assegnati i ruoli più umili e alienanti.
• In Capogiri d’oro, tre pedoni sono capovolti in una gabbia semi-conica, viene presentata quella che potremmo chiamare “drammaticità del quotidiano”, che non è frutto di gesti epici in una situazione tragica, ma della drammatica incapacità di governare la cultura materiale a cui abbiamo dato vita e di cui finiamo per essere vittime.
• Quattro uomini, congiunti per i piedi, separati da uno spazio pari ad un angolo retto, percorrono direzioni opposte: si tratta di Camminare in croce- Qui il principale riferimento simbolico sembra essere, non tanto quello religioso della croce vessillo de Cristianesimo, ma l’accentuarsi dello smarrimento di uomini che camminano a piccoli passi in quattro direzioni diametralmente opposte, formando una croce, simbolo ormai secolarizzato di sofferenza. Uomini che, come ha osservato acutamente Alberto Boatto, “hanno cessato di possedere il privilegio di un’individualità, di una fisionomia riconducibile a una persona singola, per presentarsi col profilo assottigliato di un emblema anonimo costantemente affaccendato e in cammino”. Le diverse combinazioni di questi individui archetipici e la loro collocazione in differenti contesti contribuiscono a rendere esplicito lo specifico messaggio di ogni singola opera.
• In Doppia controversia, una stele umana in cui la verticalità è accentuata dalla posizione delle braccia aderenti al corpo sembra di poter leggere il tentativo di emanciparsi collettivamente, pur partendo da posizioni differenti (uomini con il capo alternativamente rivolto verso l’alto e verso il basso). A ciò si oppongono però “controversie” più radicali che “si mettono di traverso” al processo di emancipazione e impediscono la condivisione, indispensabile a tale processo, di almeno qualche visione e qualche obiettivo.