Robert Fekete – Moving Mountains
Blake e gli altri pittori romantici sono la principale fonte di ispirazione per Fekete, che si definisce un neo romantico. Da Friedrich prende i personaggi visti di spalle che guardano il paesaggio; da Munch la forza e la ricchezza dei colori; ma è da Blake che prende qualcosa di fondamentale per la sua poetica: la predominanza dell’uomo.
Comunicato stampa
La Galleria M77 è lieta di presentare, da martedì 22 settembre a sabato 31 ottobre 2015, la mostra Moving Mountains, personale di Robert Fekete.
C’erano una volta un uomo e una montagna.
In realtà, era un uomo che guardava un quadro che rappresenta una montagna.
E poi c’era un altro uomo che guardava un altro quadro, nel quale c’è l’uomo che guardava il quadro che rappresenta la montagna.
I dipinti di Robert Fekete sono matrioske che fanno girare la testa, dove una scena ne contiene un’altra; il paesaggio, l’uomo che lo ammira e l’arte stessa si contendono il ruolo di protagonista.
Il titolo della mostra, Moving Mountains, viene da una poesia di William Blake:
Great things are done when men and mountains meet.
This is not done by jostling in the street.
Poems from Blake's Notebook (c. 1807-1809)
Blake e gli altri pittori romantici sono la principale fonte di ispirazione per Fekete, che si definisce un neo romantico. Da Friedrich prende i personaggi visti di spalle che guardano il paesaggio; da Munch la forza e la ricchezza dei colori; ma è da Blake che prende qualcosa di fondamentale per la sua poetica: la predominanza dell’uomo.
Se le figure umane nei quadri di Friedrich erano sopraffatte dal sublime, quel misto di meraviglia e terrore che le schiacciava al cospetto della Natura, e se in Munch il cielo fa il verso all’urlo umano con i suoi colori furiosi, nella pittura di Fekete è l’uomo a imporsi. Umanista come Blake, Fekete abbandona la drammaticità e il simbolismo mistico del poeta e pittore inglese per rappresentare uomini dall’aspetto comune, ma forti e sovradimensionati. Figure umane che voltano le spalle allo spettatore, completamente assorbite in quello che sembra un duello di sguardi con la Natura.
Se come dice Blake uomo e montagna si devono incontrare, significa che uno dei due dovrà andare nella direzione dell’altro, ma intuiamo già che sarà la montagna a doversi muovere.
I personaggi di Fekete siedono immoti, o si stagliano solenni con le braccia alzate, come se avessero davvero il potere di chiamare a sé le montagne, innalzare i fiumi con un movimento delle braccia, togliere il colore al cielo per versarlo sulla parte inferiore della tela.
Sono eroi, forse gli ultimi eroi romantici, protagonisti di un’epica in cui l’uomo e la Natura sono finalmente alla pari.
In un certo senso, le opere di Robert Fekete sono mosaici, tessere d’ispirazione che l’artista raccoglie quando qualcosa lo colpisce, come un bambino che passeggiando in spiaggia si riempia le tasche di conchiglie. Ha un archivio personale a cui attinge per le sue opere: immagini in cui vede del potenziale, raccolte da vecchi poster, da riviste o manifesti, talvolta dal web, o create da lui. A volte i suoi quadri si citano l’un l’altro, in un gioco di rimandi che ricalca la struttura a matrioska di molti suoi quadri: una scena può venire trasportata da un quadro all’altro, variando la dimensione del dipinto o tagliando l’immagine in modo diverso; una scena verticale può diventa orizzontale, e un quadro più grande può diventare un particolare di un dipinto molto più piccolo.
Un rimescolamento che si applica anche alle tecniche pittoriche, visto che Fekete ama lavorare con materiali diversi: acrilico per il bozzetto, spray per le sfumature e olio per i dettagli, a cui talvolta si aggiunge il collage. Quest’ultima tecnica, che sovrapponendosi allo spessore della tela suggerisce la terza dimensione, viene non a caso riservata alla figura umana. Vediamo la Natura dipinta in quadri dentro il quadro, e l’uomo dentro il dipinto è l’unico a cui è concessa la finzione della tridimensioonalità.
Un mix curato, spesso integrato con figure geometriche il cui scopo è equilibrare la composizione, e in cui le varie tecniche pittoriche si integrano armonicamente. Sono dipinti a strati, che mostrano una personalità perfezionista ma sperimentatrice.
E la cosa più sperimentale in Fekete è forse proprio questa continua stratificazione: di suggestioni, di colori, di tecniche, di livelli di lettura, di scena nella scena.
E infine il particolare forse più straniante di tutti: l’uso della luce. Pur senza arrivare al surrealismo di Magritte, che dipingeva cieli azzurri sopra case immerse nel buio della notte, Fekete fraziona la scena dipinta illuminando la tela con due o più luci diverse. Così l’uomo dentro il quadro è quasi al buio, ma sulla montagna nel dipinto di fronte a lui splende la luce del giorno. L’unità della rappresentazione si dissolve nella compresenza di più stagioni o diversi momenti del giorno nella stessa opera, realizzando l’impossibile.
La profezia di Blake si è avverata.
NOTE BIOGRAFICHE
ROBERT FEKETE
Robert Fekete è nato nel 1987 a Satu Mare e vive e lavora a Cluj Napoca, in Romania.
È uno dei più giovani artisti provenienti dalla scena artistica di Cluj, città crocevia di culture e ricca di storia, nonché antica capitale della Transilvania.
Negli ultimi anni ha perfezionato la sua educazione tra Cluj, Torino e Roma. Tra il 2010 e il 2012 ha ricevuto una residency alla Romanian Academy di Roma.
I suoi lavori sono stati esposti in diverse gallerie, tra cui: Dominique Fiat Gallery di Parigi (2014); HVVCA,Hudson Valley Center for Contemporary Art, Peekskill, New York (2013); Conduits Gallery,Gea Politi di Milano (2012); Spazi Aperti,Romanian Academy a Roma (2011); Quinta Biennale di Praga (2011); Rumänische KünstlerInnen, Galleria Prisma,Bolzano (2011); Bad Industry, Mihai Nicodim Gallery, Los Angeles (2010); Mie Lefever Gallery, Destelbergen, Belgium (2010). Inoltre i suoi lavori sono in diverse collezioni pubbliche e private, tra cui lo Hudson Valley Center for Contemporary Art, Peekskill e l’Art Center Hugo Voeten, Herentals, Belgium.
M77 GALLERY
La Galleria M77 ha inaugurato a maggio 2014 a Milano in uno spazio di 1.000 metri quadrati, posto nella zona strategica della “nuova” Milano, proprio a fronte della futura città della moda.
Nata dalla volontà di Giuseppe Lezzi, la Galleria M77 vuole porsi come un punto di riferimento per un collezionismo attento e informato, ma anche curioso e aperto alla migliore ricerca artistica contemporanea.
In particolare, la Galleria sostiene la pittura e quei pittori che, in un continuo confronto con la tradizione, si affacciano al moderno in modo spettacolare e pieno di senso.
M77 Gallery è quindi innanzitutto un progetto culturale dove la visione del futuro e le radici del passato si compenetrano nello sforzo di interpretare il presente. Quel presente che gli artisti incarnano con la loro sensibilità, intelligenza e con opere che incontrano sempre più il favore dei critici e dei collezionisti.
M77 ha avviato una serie di importanti collaborazioni con partner di prestigio internazionale, soprattutto stringendo alleanze con le gallerie che, nel mondo, stanno scandagliando le nuove frontiere del contemporaneo.