Riviste futuriste. Collezione Echaurren Salaris
L’Accademia Nazionale di San Luca ospiterà la presentazione del volume Riviste futuriste, promosso dalla Fondazione Echaurren Salaris, pubblicato da Gli Ori di Pistoia.
Comunicato stampa
Venerdì 14 dicembre alle ore 17.30 l’Accademia Nazionale di San Luca ospiterà la presentazione del volume Riviste futuriste, promosso dalla Fondazione Echaurren Salaris, pubblicato da Gli Ori di Pistoia. All’evento interverranno Guido Strazza, Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca; Francesco Moschini, Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca; Claudia Salaris, storica delle Avanguardie; Pablo Echaurren, artista; Andrea Kerbaker, scrittore e collezionista; Isabella Musolino, editrice de Gli Ori. La pubblicazione rappresenta il primo tassello di un’opera monumentale di sette volumi, con traduzione in inglese, in cui i diversi reperti sono suddivisi tematicamente: riviste, futurismi nel mondo, manifesti, libri, cataloghi, cartoline, fotografie, autografi, un vero e proprio universo cartaceo, che non solo documenta un’entusiasmante esperienza passata ma ci riconduce alle origini di quella modernità in cui viviamo. Nel primo volume, Riviste futuriste, sono riunite più di duecento testate tra le pubblicazioni dell’officina marinettiana, i numeri monografici di giornali non futuristi ma dedicati al movimento, gli almanacchi e fascicoli di giornali umoristici o goliardici, che dimostrano la grande diffusione di questa avanguardia, nonché i periodici modernisti o parafuturisti. Per ogni rivista il lettore troverà una descrizione tecnica, informazioni storico-critiche con relativa bibliografia e un ampio corredo iconografico a colori. L’insieme formato da titoli di testa, impaginazione, lettering, foto e illustrazioni è importante almeno quanto i dati per ricostruire il vero identikit di una pubblicazione. L’avanguardia artistica comunicava non solo con le parole ma anche con le immagini e proprio questa caratteristica rappresenta uno dei suoi principali lasciti trasmessi al mondo contemporaneo. Le riviste futuriste lanciarono una nuova estetica, applicando i principi di quella rivoluzione tipografica finalizzata a una comunicazione sintetica ed espressiva che, nata sul terreno della letteratura con le parole in libertà, si proiettò al di là della poesia e influì a largo raggio sulla grafica moderna. Il futurismo ambiva ad essere un’avanguardia di massa e, volendo raggiungere un pubblico più vasto di quello che solitamente s’interessava alle questioni estetiche e culturali, mise in campo quelle strategie comunicative che allora erano inedite e oggi sono una pratica diffusa.
Nelle alterne vicende del futurismo, dopo il buio del secondo dopoguerra è venuta la stagione della rinascita. Il revival fa giustizia della rimozione con cui l’importante corrente era stata messa in ombra. Il movimento che voleva distruggere i musei e le biblioteche ormai viene celebrato in questi stessi luoghi. I suoi capolavori sono conservati con evidenza nei grandi musei del mondo, accolti nelle collezioni, le sue pubblicazioni figurano nelle maggiori biblioteche ed è sorta una vera e propria bibliofilia futurista a livello internazionale. Ma, sebbene storicizzato, il futurismo mostra un surplus di vitalità postuma, continuando a suscitare ammirazione, o irritazione, proprio come succedeva ai bei tempi ruggenti. La sua poetica, in cui si riflettono i conflitti del secolo breve, ci coinvolge e fa ancora discutere. Alla fine degli anni Settanta, quando il futurismo, nonostante gli studi pionieristici di Maurizio Calvesi, Enrico Crispolti, Luciano De Maria e Mario Verdone, era un fenomeno conosciuto solo tra gli addetti ai lavori e non aveva raggiunto l’odierna popolarità, Pablo Echaurren ha cominciato a collezionare libri, giornali e manifesti del movimento. In quel tempo l’interesse per le pubblicazioni futuriste era scarsissimo e non esisteva il mercato che si sarebbe sviluppato in seguito. Questa collezione, costantemente arricchita fino a divenire la raccolta più completa del settore, costituisce la banca dati da cui Claudia Salaris ha attinto per realizzare i suoi studi sul futurismo nell’arco di oltre tre decenni. Pablo Echaurren e Claudia Salaris hanno dato vita a una fondazione che, avendo tra gli scopi la diffusione della conoscenza del futurismo, ha messo in programma la pubblicazione dell’inventario ragionato e illustrato della collezione futurista.