Rino Valido – Frammenti e tracce
L’esposizione di Castell’Arquato presenta la più recente produzione artistica dell’artista; la
rielaborazione e la sintesi dei colori, protagonisti indiscussi di tutta la produzione pittorica dell’artista, si evolve attraverso l’utilizzo del collage che, con il tessuto, vive come “intarsio” nell’opera.
Comunicato stampa
Al Palazzo del Podestà del Comune di Castell’Arquato, nel centro medievale dell’antico Borgo, la
Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus in collaborazione con Poleschi Arte-Milano, Arte2010,
Genova, mim Museum in Motion, inaugura la mostra di arte contemporanea dell’artista Rino
Valido, Frammenti e tracce, a cura di Luciano Caprile .
Rino Valido, artista genovese, inizia a lavorare nel campo della grafica dagli anni ’60 manifestando
un sentito interesse per il colore e le forme che decide di analizzare anche attraverso la pittura. Il
progetto si concretizza dal 1970 quando Rino Valido propone i suoi primi lavori alla Galleria
Poleschi, con la quale inizia una lunga e proficua collaborazione artistica. Insieme alla attività
pittorica, che si intensifica dagli anni ’80, Valido collabora con importanti aziende italiane per le
quali cura l’immagine e la promozione all’estero. Dal 1996 riprende a tempo pieno un’intensa
attività artistica lavorando e organizzando mostre in Italia e all’estero: il paesaggio della Camargue
appartiene ad un primo ciclo di opere in cui Valido utilizza il colore del paesaggio come macchia
rielaborata con sintesi geometrica.
Il luogo e il tempo, che scaturiscono da un ambiente idealizzato, ricco di suggestioni, danno luogo
ai dipinti come paesaggi interiori, come paesaggi dell’anima.
L’esposizione di Castell’Arquato presenta la più recente produzione artistica dell’artista; la
rielaborazione e la sintesi dei colori, protagonisti indiscussi di tutta la produzione pittorica
dell’artista, si evolve attraverso l’utilizzo del collage che, con il tessuto, vive come “intarsio”
nell’opera. Come scrive Luciano Caprile nel testo in catalogo «(…) il suo informale, ancorché
liricamente proteso a raccogliere e a disporre sulla tela “frammenti”, di memoria, sembra ora
intenzionato a recuperare le “tracce” ovvero le radici di uno slancio interiore nutrito di improvvise
illuminazioni e di articolati travagli».
Evento organizzato in occasione della 7a Giornata del Contemporaneo