Ricordo della peste del 1630
Performance sulla peste del ‘600 ideata dall’associazione culturale DeLira.
Comunicato stampa
Sabato 20 giugno riapre al pubblico il Museo de’ Medici di Palazzo Sforza Almeni, in via dei Servi 12 a Firenze. L’appuntamento è previsto con un evento speciale su prenotazione: alle ore 18, infatti, i visitatori avranno l'opportunità di partecipare a una visita del museo guidati dal direttore Samuele Lastrucci, alla fine della quale potranno assistere ad una performance sulla peste del '600 ideata dall'associazione culturale DeLira. Incluso nel biglietto anche un calice di vino mediceo del Bando 1716.
Inizia così la seconda stagione del museo fiorentino aperto circa un anno fa e dedicato alla dinastia che ha retto le redini di Firenze e della Toscana per circa quattro secoli.
Quindi dal 21 giugno, il Museo de’ Medici resterà aperto ogni sabato, domenica e lunedì, come di consueto dalle 10 alle 18.
Il Museo de’ Medici rappresenta un unicum poiché offre al visitatore l’opportunità di vedere da vicino alcuni oggetti e opere d’arte d’epoca medicea - in qualche caso anche grazie all’ausilio di modernissime tecnologie -, consentendo una full immersion nella storia, a cominciare dallo stesso palazzo che ospita l’istituzione, e che già nel vestibolo d’ingresso appare impreziosito da alcuni affreschi vasariani.
L’EVENTO DI RIAPERTURA
Sabato 20 giugno, la visita guidata che inizierà alle 18 (seguita poi dalla performance) sarà replicata ogni ora fino alle 22, sempre per gruppi di massimo 10 persone, per rispettare le regole imposte sul distanziamento fisico. A tale scopo la partecipazione prevede la prenotazione obbligatoria che può essere effettuata spedendo un’email all’indirizzo [email protected].
Per venire incontro alle richieste già numerose, la Direzione del Museo ha già previsto che la visita guidata e la performance siano replicate - sempre dalle 18 alle 22 - anche sabato 27 giugno.
LA PERFORMANCE
La performance che caratterizzerà la riapertura del Museo de’ Medici si ispira alla Relazione sul contagio stato in Firenze l'anno 1630 e 1633 scritta da Federico Rondinelli e dedicata al granduca Ferdinando II de' Medici nel 1634. Si tratta di una performance di teatro contemporaneo in cui gli attori Laura Pinato, Beatrice Ceccherini e Simone Tangolo (le prime due diplomate all'accademia del Teatro della Pergola e l'ultimo a quella del Piccolo di Milano) interagiranno con una speciale scenografia olografica proiettata su dei grandi pannelli di plexiglass disposti come una barriera tra pubblico e performer. Lo spirito del museo si rispecchia anche nello spettacolo in cui coesistono sia l'elemento tecnologico, sia quello storico qui rappresentato dal testo e da un brano di Girolamo Frescobaldi dedicato al Granduca proprio negli anni della peste.
UN MUSEO PER I MEDICI A FIRENZE
Aperto nel 2019 - l’anno che celebrava i 500 anni trascorsi dalla nascita di Cosimo I e di Caterina de’ Medici - il Museo de’ Medici si sviluppa sul piano nobile di Palazzo Sforza Almeno, sontuoso edificio che fu confiscato dalla famiglia Taddei a metà del XVI secolo da Cosimo I de' Medici per essere donato al consigliere segreto Sforza Almeni. Non solo Cosimo I e Eleonora di Toledo passeggiarono in queste stanze, ma anche artisti come Bartolomeo Ammannati e Giorgio Vasari, incaricati di decorare il palazzo di Sforza Almeni che, dopo aver ricevuto così tanta ricchezza, dal Granduca fu anche tragicamente ucciso!
Il progetto del Museo de’ Medici è frutto di una startup giovanile ideata da Samuele Lastrucci, giovane direttore d'orchestra che con la propria famiglia condivide una passione sfrenata per la Dinastia Medici, ed è sostenuto da una fitta rete di partnership: Polistampa, Paolo Penko, Tamara Pasquinucci, Massimo Poli, Hologriffe, Castello di Querceto, Tenuta di Grignano, Tenuta di Artimino, Tenuta Sette Ponti, Le Vie dei Medici, Circolo Numismatico Mediceo, Associazione Modellismo e Storia, Associazione Firenze Alchemica.
Chi ha avuto l’opportunità di visitare il Museo ha capito che lo stesso palazzo trasuda storia da ogni angolo, ed è quindi la location adeguata per il nuovo museo dedicato alla Dinastia Medici che si dipana in varie sale.
Coniugando elementi reali e virtuali, e facendo ricorso a varie tecnologie, il Museo de’ Medici racconta la storia medicea attraverso sale tematiche, mostre temporanee, eventi, una libreria specializzata, incontri, presentazioni editoriali e conferenze. Di particolare interesse per il visitatore appare l’opportunità di poter ammirare opere d’arte e oggetti – per lo più reliquie e cimeli - provenienti da collezioni private, non musealizzati e quindi pressoché invisibili.
La prima sala, tematica, è dedicata alla genealogia, è un vero ritratto della famiglia Medici narrato attraverso un suggestivo cinema olografico.
Dalla famiglia al territorio: la stanza che segue racconta la nascita del granducato, le ville medicee, la flotta dei Cavalieri di Santo Stefano e un grande diorama illustra la famosa battaglia di Anghiari che “salvò” il Rinascimento.
Il museo continua poi in una grande sala dedicata al mecenatismo artistico, caratteristica peculiare della dinastia. Oltre alla galleria di pittura virtuale e una preziosissima collezione di monete originali dal XV al XVIII secolo, ritratti a incisione dei granduchi, qui si può ammira re una straordinaria scultura di Giovanni Battista Foggini che ritrae il granduca Ferdinando II ed è particolarmente interessante l'installazione interattiva che consente di ascoltare la musica che accompagnava la vita dei Medici, dall'invenzione fiorentina dell'Opera a quella del pianoforte, che allora si chiamava “fortepiano”.
Segue poi una sala dedicata al costume: le principesse medicee erano gli indiscussi arbitri del gusto! Inoltre, nello stesso ambiente si possono ammirare, tra le altre meraviglie, anche alcune statue per banchetti su modelli del Giambologna, realmente fuse nello zucchero.
L'ultima grande sala è dedicata alle scienze: i Medici fondarono la prima accademia scientifica al mondo e furono i più convinti sostenitori di Galileo Galilei. Nella stanza è conservata una collezione storica di animali imbalsamati, una serie di minerali e alambicchi legati all'alchimia, un modello del telescopio con il quale Galilei scoprì i pianeti medicei e persino un documento originale del papa che condannò l'astronomo pisano.
A tutto ciò si aggiunge, vero “gioiello” del museo, la piccola sala originariamente utilizzata come cappella palatina dallo Sforza Almeni, che conserva ancora oggi un prezioso soffitto affrescato del XVI secolo.
Infine, la "stanza del tesoro" dove è possibile ammirare la più fedele ricostruzione tridimensionale al mondo della corona granducale oggi perduta; da segnalare che la sala fu interamente affrescata nel XVIII secolo.
Prima dell'uscita, il visitatore transita in una sorta di “cantinetta” per conoscere e acquistare i vini preferiti dei Medici, tutelati dallo specifico Bando emesso da Cosimo III già nel 1716.