Resurrectio tracce dellʼimmemorabile
Un itinerario di rivelazioni, tra apparizioni e risonanze – nella circolarità dʼimmagini,
forme, gesti, suoni, scritture, voci e materie – compone un palinsesto di accadimenti
che si articola nei vuoti e pieni, tra interno ed esterno dei passaggi della profondità
spaziale dell’Abbazia.
Comunicato stampa
Tracce dellʼimmemorabile
19 luglio, dalle ore 17.00 - Abbazia di San Pietro a Ruoti in Bucine (Arezzo)
NellʼAbbazia di San Pietro a Ruoti in Bucine (Arezzo), il 19 luglio, dalle ore 17.00, si
snoderà lʼevento “Resurrectio, tracce dellʼimmemorabile” tra i percorsi di superficie
e dei sotterranei dellʼedificio. Laboratorio dellʼesposizione dellʼarte, nelle opere
degli artisti Francesca Capasso, Chiara Mu, Franco Cipriano, Antonio Davide,
Oppy de Bernardo, Adelaide Di Nunzio, MaraM, Pier Paolo Patti, Saffronkeira, Ciro
Vitale. Ideato e curato da ARTLANTE, studi e iniziative per lʼarte contemporanea e
da Di.St.Urb.(Distretto di Studi e Relazioni Urbane), con il Patrocinio del Comune di Bucine, lʼevento è un allestimento performativo, dove il tempo di costruzione è
tempo di epifanie di senso, di relazionalità ambientale e poietica.
Un itinerario di rivelazioni, tra apparizioni e risonanze - nella circolarità dʼimmagini,
forme, gesti, suoni, scritture, voci e materie - compone un palinsesto di accadimenti
che si articola nei vuoti e pieni, tra interno ed esterno dei passaggi della profondità
spaziale dell'Abbazia. Si rappresenta come spazialità del pensiero la trama
“polifonica” del gesto artistico; al contempo si attraversa l'ordito invisibile, segreto,
delle ombre e degli echi che ne attraversano il senso. Come “stazioni” o “capitoli”
avviene una “opera comune” di singolarità che si annodano in un tessuto di
mutamenti e analogie, contrasti ed evocazioni, nellʼestrema memoria dellʼarte si
intercettano le tonalità dellʼimmemorabile.
Nei frammenti del senso - tra suono e segno, luce e materia, immagine e gesto - si
“riflette” il risorgere della memoria del sacro come evento psico-cosmico che inclina
il pensiero nelle sue originarie, indefinibili connessioni, tra presenza e assenza, tra
terrestre e divino. Un incontro tra artisti, spazi, visitatori, dove è lʼintrecciarsi
dʼinterrogazioni, dʼimpermanenze, di slittamenti del linguaggio a costruire il
percorso delle opere come performatività di “ascolto” e di “visione”, che annuncia,
nei camminamenti dell'Abbazia, il possibile dell'arte come luogo dell’altrove.
Nelle traiettorie oblique del senso, dove nasce Resurrectio come pensiero
eccedente che sʼinterroga sullʼimmemoriale della memoria, lo spazio s'incrocia con
le opere, in una prismatica “esposizione” di una mappa dellʼanima, che nelle
molteplicità degli interventi si rivela come spazio del naufragio e della risorgenza. Si
realizza un labirintico riflettersi trasmutante dei segni negli altri segni, delle materie
in altre materie, in un dialogo che fa compresenti e coesistenti le matrici di
linguaggio, in una topografia del visibile che rivela nessi, intonazioni, come in un
corale rito “arcaico”. Dove lʼaccadimento intreccia gesti, voci e opere. In unʼellittica
liturgia dei “segni” il cui nucleo è traccia dellʼimmemorabile.