Rajmund Kocbek – Preludi
Il pittore Rajmund Kocbek, figurativo-astratto, figurativo-mistico, dipinge da oltre trent’anni ma le sue apparizione pubbliche sono rare. Il suo è un lavoro introspettivo, una pittura intesa come rituale, come gesto intimo, che ritrae corpi e sagome difformi, rarefatti, accennati.
Comunicato stampa
Inaugurerà mercoledì 12 dicembre 2012 a Venezia presso A plus A Centro Espositivo Sloveno la mostra dal titolo Preludi dell’artista sloveno Rajmund Kocbek, già presentata alla Mestna galerija del Pirano.
Il pittore Rajmund Kocbek, figurativo-astratto, figurativo-mistico, dipinge da oltre trent’anni ma le sue apparizione pubbliche sono rare. Il suo è un lavoro introspettivo, una pittura intesa come rituale, come gesto intimo, che ritrae corpi e sagome difformi, rarefatti, accennati.
La figuratività di Kocbek è suggerita, non parla di persone specifiche, ma dell’individuo come forma, come soggetto materico che fa parte del mondo. I lavori richiamano una certa cultura del disegno a gesso e pastello, come degli schizzi di studio, o di un graffitismo primordiale. L’incompletezza diventa un parte portante dell’opera, il senso del non finito, del misterioso non ancora indagato, la scelta di non definire particolari ma di caricare su pathos, materia e corpo come carne, che si trasforma in carica erotica o come unica parte di noi che rimane dopo la morte dell’anima.
Le figure ‘kocbekiane’ si sostengono l’un l’altra, si aggrovigliano, cercano di trattenersi, di entrare in contatto, tra di loro ma anche con lo spazio che le circonda, con la tela che definisce un limitato ma intenso raggio d’azione. I corpi con le teste rivolte verso il basso, come a cercare un identità, a contemplare una ragione d’essere, una vita che non li soddisfa, un disagio interiore che si manifesta. Pose nervose, tirate, innaturali, memori di tutta la pittura religiosa e della sua ricerca fisica nell’esprimere sofferenza, di cercare carità, compassione, compiacenza.
Uno sfondo neutro, astratto, trascendentale, come il vuoto rarefatto che fa da sfondo ai pensieri della mente, ai sogni, a una realtà in contemplazione. Con colorazioni tendenti al blu, come colore dell’immortalità, del cielo dispersivo della spiritualità e il marrone come colore fisico, corporeo.
Rajmund Kocbek nasce il 20 gennaio del 1952 a Maribor. Studia pittura all’Accademia di belle arti di Lubiana insieme ai professori G. Stupica, Š. Planinc e J. Bernik, con il quale nel 1981 si laurea in pittura. Dal 1981 vive e lavora a Capodistria. Nel corso degli anni partecipa a diverse mostre collettive e vengono organizzate sue mostre personali nelle Gallerie di Piran (Meduza 2, Mestna) e di Kofer (Meduza, Loža).