Raffaele Santillo – Pitture in attesa

Informazioni Evento

Luogo
AGENZIA GENERALE DI GENERALI ITALIA SPA
Via Beato Odorico 25, 33170 , Pordenone, Italia
Date
Dal al

da lunedì a venerdì 9.00-13.00, 16.00-18.30
chiuso mercoledì pomeriggio

Vernissage
28/10/2018

ore 17,30

Artisti
Raffaele Santillo
Generi
arte contemporanea, personale
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Pitture in attesa segna una ulteriore tappa evolutiva della ricerca di Raffaelle Santillo, devota quasi esclusivamente alla pittura, che è contraddistinta dalla presenza/reminiscenza del disegno, dalla sintesi degli elementi figurativi e dall’uso simbolico del colore.

Comunicato stampa

L’Agenzia Generale di Pordenone di Generali Italia S.p.A. è lieta di annunciare la personale di Raffaele Santillo Pitture in attesa. La mostra, corredata da un testo di Daniele Capra, raccoglie una dozzina di nuovi lavori pittorici di piccola e media dimensione dell’artista, nonché una serie di opere su carta – realizzate presso la Stamperia Albicocco – nata su proposta dei titolari dell’Agenzia Felice Falvo e Federico Ingargiola. Pitture in attesa inaugura una nuova stagione di apertura nel campo dell’arte contemporanea da parte dell’Agenzia pordenonese, che intende proporre alla città dei nuovi contenuti culturali in linea con le ricerche contemporanee più avanzate. Un catalogo, che verrà presentato successivamente, raccoglierà i contributi critici e le immagini delle opere installate negli spazi dell’Agenzia. L’evento è realizzato in collaborazione con Molotov Cocktail.

Pitture in attesa segna una ulteriore tappa evolutiva della ricerca di Raffaelle Santillo, devota quasi esclusivamente alla pittura, che è contraddistinta dalla presenza/reminiscenza del disegno, dalla sintesi degli elementi figurativi e dall’uso simbolico del colore. Le sue opere raccontano un mondo in cui la presenza umana è addensata in forme lineari, tracciate sommariamente con pennellate vibranti, in contrasto cromatico con lo sfondo. Il contesto spaziale è semplificato, reso un semplice contenitore di colore, mentre il soggetto sembra perdere le proprie caratterizzazioni e le proprie particolarità anatomiche, per diventare elemento generico che si relaziona con lo sfondo per semplice reazione, per contiguità. In questo modo viene eliminato dalla figurazione ogni dettaglio che possa rilevare aspetti narrativi, in una tensione silenziosa e sospesa che può da un momento all’altro sfociare in qualcosa di sorprendente, piacevole o malinconico.

Nella serie di sei stampe di media dimensione realizzate con la tecnica della maniera a zucchero e del collage, intitolate L’impronta del Leone, Santillo sviluppa iconograficamente la figura del leone, uno dei motivi ricorrenti della cultura visiva e della storia dell’arte occidentale. Emblema di forza, coraggio, prudenza e dignità, la sua immagine richiama alla memoria le raffigurazioni dell’evangelista Marco, di San Girolamo, di Sansone e del profeta Daniele. L’artista sceglie di rappresentare il grande felino – che è anche il simbolo di Generali – con colori scuri e in maniera asciutta, concisa, decontestualizzando l’animale grazie all’impiego di sfondi dalle cromie libere ed antinaturali. Il leone diventa così segno innervato e macchia scura, simbolo di un temperamento tranquillo ed insieme inaspettatamente audace.

Raffaele Santillo è nato a Santa Maria Capua Vetere (Ce). Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di S. Leucio ed il corso di laurea in Architettura presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli. Dal 1998 vive a Pordenone. Per molti anni progettista in uno studio di architettura, dal 2014 si dedica unicamente alle arti visive.
La sua ricerca nasce da un’urgenza espressiva che si manifesta in un tratto nervoso e in un segno pittorico sintetico e pregnante. Le sue opere sono caratterizzate da una figurazione appena accennata e dalla forte presenza del colore, capace di delineare mondi inattesi, distanti, ed atmosfere di particolare complessità emotiva. Santillo costruisce sulla superficie situazioni stranianti e sospese, in cui il fiato è trattenuto in attesa di qualcosa che – presto, tardi o mai – dovrà accadere.
Tra le mostre personali: nel 2017 L'abitudine di tornare (con Iva Lulashi), a cura di Eva Comuzzi, Palazzo D'Attimis, Maniago (Pn); nel 2016 Interferenze, a cura di Michele Tajariol, Galleria Talenti, Portobuffolè (Tv), L'estate del davanzale, a cura di Paola Bristot, Biblioteca Civica, Pordenone, Al fine lo spirito fa quello che vuole, Associazione Culturale Prologo, Gorizia; nel 2015 Silenzioso, Galleria PAB, Punto Arte Benandanti, Portogruaro (Ve); nel 2014 Madre dell'Aurora, a cura di Chiara Tavella, Centro Culturale Aldo Moro, Cordenons (Pn), Dello scegliere e altri inganni, a cura di Alessandra Santin, Associazione Culturale Ubik Art, Pordenone. Tra le collettive nel 2018 Fabula-Enigmi, a cura di Giorgio Baldo e Stefano Cecchetto, Museo del Paesaggio, Torre di Mosto (Ve), La prima parola, a cura di Giovanni Fierro, Associazione Culturale Prologo, Gorizia.