Pushing the limits
Galleria de’ Foscherari presenta PUSHING THE LIMITS, una non-mostra ideata da Armando Lulaj e curata da Fabiola Naldi. Ideata per offrire uno sguardo critico e radicale sulle pratiche artistiche del DebatikCenter of Contemporary Art (D.C.C.A.), piattaforma indipendente fondata a Bologna nel 2003 da Armando Lulaj, come strumento di resistenza culturale e politica contro le narrazioni dominanti.
Comunicato stampa
Galleria de’ Foscherari presenta PUSHING THE LIMITS, una non-mostra ideata da Armando Lulaj e curata da Fabiola Naldi. Ideata per offrire uno sguardo critico e radicale sulle pratiche artistiche del DebatikCenter of Contemporary Art (D.C.C.A.), piattaforma indipendente fondata a Bologna nel 2003 da Armando Lulaj, come strumento di resistenza culturale e politica contro le narrazioni dominanti e i modelli imposti dal neoliberismo globale.
Il progetto PUSHING THE LIMITS rappresenta l’incontro significativo tra due realtà che, pur operando su piani differenti, condividono un’origine comune e una profonda affinità intellettuale: Bologna. Da un lato, la Galleria de’Foscherari, storica istituzione che ha contribuito a scrivere la storia dell’arte contemporanea in Italia; dall’altro, il DebatikCenter of Contemporary Art, piattaforma indipendente nata nel 2003 proprio a Bologna, come laboratorio critico e motore di sperimentazione artistica internazionale. L’invito di Fabiola Naldi al D.C.C.A. di tornare a Bologna propone la costruzione di un percorso di analisi critica nei confronti delle tematiche poste come obiettivo principale dello stesso centro albanese quali le trasformazioni economiche, politiche e culturali che hanno stravolto l’Albania a partire dai primi anni Novanta.
Il DebatikCenter agisce come spazio critico e contro-egemonico, indagando le conseguenze della transizione forzata al libero mercato e rifiutando le logiche di normalizzazione culturale imposte dal capitalismo globale. Il progetto non poteva che essere accolto e condiviso dalla Galleria de’Foscherari, l’unica, secondo l’intento della curatrice, di potere “agire” in totale sinergia e libertà esecutiva con il progetto proposto. Il progetto mostra le trasformazioni anche dello stesso D.C.C.A. che nel 2017 si è riorganizzato come centro d’arte contemporanea e di produzione cinematografica indipendente sotto la direzione di Jonida Gashi, Armando Lulaj e Pleurad Xhafa, ridefinendo radicalmente i propri obiettivi in relazione alle arti visive, al cinema, al pensiero critico e all’azione politica.
Il centro si configura oggi come un dispositivo culturale militante, capace di agire nello spazio pubblico e di intervenire nei conflitti simbolici e materiali del presente, sviluppando un’analisi lucida del passato, mantenendo uno sguardo critico e intransigente sul consolidamento del paradigma neoliberista, concentrandosi sulle fratture della realtà sociale e aprendo un nuovo capitolo nella narrazione storico-artistica dell’Albania — e, per estensione, di tutti quei contesti segnati da transizioni forzate e memorie negate.
PUSHING THE LIMITS presenta una selezione di opere storiche che ripercorrono oltre due decenni di attività del DebatikCenter of Contemporary Art (D.C.C.A.).
In dialogo tra loro, grandi installazioni e materiali d’archivio di Armando Lulaj sono esposti accanto a opere di Pleurad Xhafa e dei principali collettivi che hanno animato il D.C.C.A., tra cui Underground Movement, La Société Spectrale e Manifesto Collective.
Concepita come un archivio del declino, la mostra si articola in tre sezioni tematiche, ciascuna delle quali affronta questioni geopolitiche e culturali legate al Medio Oriente, agli Stati Uniti d’America e all’Italia, analizzate attraverso il prisma critico della posizione storica e politica dell’Albania all’interno di questi assetti e meccanismi globali.
Le opere selezionate con Fabiola Naldi sviluppano una riflessione profonda su temi cruciali come l’esercizio del potere, la violenza sistemica, il declino dell’egemonia statunitense e dell’impero neoliberista, fino a toccare la questione centrale della riscrittura della storia.
PUSHING THE LIMITS si configura come un atto di provocazione consapevole e radicale: ogni opera, ogni gesto, ogni frammento di ironia tagliente agisce come un attacco diretto al presente – e a ciò che il nostro prossimo presente rischia di diventare. Non si tratta di una semplice esposizione, ma di un campo d’azione in cui l’arte si fa strumento di interferenza reale, capace di produrre attrito, disordine e trasformazione. Le opere non sono “installate”: occupano uno spazio inospitale, dove ogni manovra sembra preclusa, e proprio per questo mirano a forzare i limiti, innescare attriti sociali e politici, e generare un conflitto permanente che si estenda oltre i confini del sistema dell’arte, della società e della politica.
La mostra inizia ancora prima che si entri in galleria: all’esterno verrà posizionata la storica insegna in marmo del D.C.C.A., realizzata nel 2003. Questo gesto simbolico restituisce visibilità e continuità alla memoria del luogo, riaffermando il legame tra passato e presente. Al contempo, sulla porta di vetro, la storica scritta de’foscherari (realizzata da Claudio Parmiggiani) verrà sostituita con debatikcenter, mantenendo lo stesso font, le stesse dimensioni, il colore e le proporzioni originarie.
A testimonianza del processo di trasformazione, la galleria si configura come un atto di radicale consenso al divenire: per i prossimi mesi, essa si offrirà come un luogo altro — o, al tempo stesso, come lo stesso luogo, ma attraversato da una forma di occupazione consensuale. A completare l’intervento, il foglio di sala assumerà la forma di un cadavere squisito, in cui i testi di accompagnamento alle singole opere del D.C.C.A. e quelli di Fabiola Naldi si intrecceranno al progetto complessivo, restituendone la complessità e la stratificazione concettuale.
Artisti e collettivi presenti in mostra:
UNDERGROUND MOVEMENT (A.L., M.D., L.F.) - collettivo fondato a Firenze nel 2000; ARMANDO LULAJ (1980); PLEURAD XHAFA (1984); LA SOCIÉTÉ SPECTRALE (Jonida Gashi, Armando Lulaj, Pleurad Xhafa) - collettivo fondato a Tirana nel 2017; Manifesto Collective (Arie Amaya-Akkermans, Valentin Begarin, Boris Budini, Jonida Gashi, Vincent W.J. van Gerven Oei, Raino Isto, Klodi Jahaj, David Kampi, Jora Kasapi, Ataol Kaso, Valentina Koça, La Société Spectrale, Sonja Lau, Armando Luaj, Ylber Marku, Marco Mazzi, Wendy Morava, Redon Skikuli, Underground Movement, Pleurad Xhafa) - collettivo fondato a Tirana nel 2022.
Opere in mostra:
Manifesto Collective, NEWSPAPER, 2024
Manifesto Collective, RADIO DESERTION, 2023
Armando Luaj, UNTITLED (campo di meloni), 2025
Pleurad Xhafa, Vertical Elevation Plan, 2025
Armando Lulaj, MÉNAGE À TROIS (which color is your flag?), 2021-25
Pleurad Xhafa, Reassemble, 2017
Armando Lulaj, Breaking Stones, 2017
La Société Spectrale, UNTITLED (amerika), 2025
Armando Lulaj, CAVE PAINTING ON SMALL FLAG, 2022
Pleurad Xhafa & Sokol Peçi, Déjà vu & Paranoia, 2009-25
Armando Lulaj, The Lady Vanishes, 2029
David Kampi, Carrying the Riderless Horse, 2017
La Société Spectrale, 12, 2022-25
David Kampi, Horse Shoes, 2024
Armando Lulaj, Cave Painting (l’age d’or), 2022
La Société Spectrale, UNTITLED (on the rise facing the Wailing Wall), 2024
Underground Movement, (sawchains) witnessed by, 2002-24
La Société Spectrale, Beheaded Boy (a Palestinian probably), 2020
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Galleria de’ Foscherari presents PUSHING THE LIMITS, a non-exhibition conceived by Armando Lulaj and curated by Fabiola Naldi. The project aims to offer a critical and radical look on the artistic practices of the DebatikCenter of Contemporary Art (D.C.C.A.), an independent platform founded in Bologna in 2003 by Armando Lulaj as a tool of cultural and political resistance against dominant narratives and models imposed by global neoliberalism.
PUSHING THE LIMITS represents the significant encounter between two entities that, while operating on different levels, share a common ground and a profound intellectual affinity: Bologna. On one hand, the Galleria de’ Foscherari, a historic institution that has helped write the history of contemporary art in Italy; on the other, the DebatikCenter of Contemporary Art, an independent art center founded in Bologna in 2003 as a critical laboratory and driving force of international artistic experimentation.
Fabiola Naldi’s invitation to the D.C.C.A. to return to Bologna proposes the construction of a display as a path of critical analysis focused on the main themes that the Albanian art center has pursued since its inception — namely, the economic, political, and cultural transformations that have profoundly changed Albania since the early 1990s. The DebatikCenter of Contemporary Art acts as a critical and counter-hegemonic space, investigating the consequences of the forced transition to the free market, rejecting the logic of cultural normalization imposed by global capitalism. The project could only be welcomed and shared by Galleria de’Foscherari, the only institution — according to the curator — capable of “acting” in total synergy and executive freedom with the proposed project.
The project also demonstrates the transformation of the D.C.C.A. itself, which in 2017 reorganized itself under the direction of Jonida Gashi, Armando Lulaj, and Pleurad Xhafa, who radically redefined its objectives in relation to the visual arts, cinema, critical thinking, and political action. The center today presents itself as a militant cultural device, capable of operating in public spaces and intervening in the symbolic and material conflicts of the present. It develops a lucid analysis of the past, maintains a critical and uncompromising gaze on the consolidation of the neoliberal paradigm, focuses on the fractures in social reality, and opens a new chapter in the historical and artistic narrative of Albania—and, by extension, of all those contexts marked by forced transitions and denied memories.
PUSHING THE LIMITS presents a selection of historical works spanning more than two decades of activity by the DebatikCenter of Contemporary Art (D.C.C.A.). In dialogue with one another, large-scale installations and archival materials by Armando Lulaj are displayed alongside works by Pleurad Xhafa and the main collectives that have animated the D.C.C.A., including Underground Movement, La Société Spectrale, and Manifesto Collective.
Conceived as an archive of decline, this un-exhibition unfolds through three thematic sections, each addressing geopolitical and cultural issues related to the Middle East, the United States of America, and Italy, respectively, analyzed through the critical prism of Albania's historical and political position within these global structures and mechanisms. The works selected with Fabiola Naldi develop a profound reflection on crucial themes such as the exercise of power, systemic violence, the decline of US hegemony and the neoliberal empire, and ultimately touch on the central question of rewriting history.
PUSHING THE LIMITS takes shape as a consciously radical act of provocation: every work, every gesture, every fragment of sharp irony acts as a direct attack on the present — and on what our near future risks becoming. This is not a classic exhibition, but rather a field of action where art becomes a tool of real interference, capable of producing friction, disorder, and transformation. The works are not “installed”: they occupy a hostile space, where every maneuver seems precluded — and precisely for this reason they aim to push boundaries, trigger social and political friction, and generate a permanent conflict extending beyond the boundaries of the art system, society, and politics.
The un-exhibition begins even before entering the gallery: the historic marble sign of the D.C.C.A., from 2003, will be installed outside the gallery. This symbolic gesture restores visibility and continuity to the memory of the place, reaffirming the bond between past and present. At the same time, on the glass door, the historic inscription de’foscherari (created by Claudio Parmiggiani) will be replaced with debatikcenter, maintaining the same font, size, color, and original proportions. As testimony to this process of transformation, the gallery presents itself as an act of radical consent to becoming: for the coming months, it will offer itself as another place — or, at the same time, as the same place, yet traversed by a form of consensual occupation. Completing the project, the exhibition flyer will take the form of an exquisite corpse, in which the texts accompanying the individual works by the D.C.C.A. and those by Fabiola Naldi will intertwine with the overall project, conveying its complexity and conceptual stratification.
Artists and collectives featured in the exhibition:
UNDERGROUND MOVEMENT (A.L., M.D., L.F.) - collective founded in Florence in 2000; ARMANDO LULAJ (1980); PLEURAD XHAFA (1984); LA SOCIÉTÉ SPECTRALE (Jonida Gashi, Armando Lulaj, Pleurad Xhafa) - collective founded in Tirana in 2017; Manifesto Collective (Arie Amaya-Akkermans, Valentin Begarin, Boris Budini, Jonida Gashi, Vincent W.J. van Gerven Oei, Raino Isto, Klodi Jahaj, David Kampi, Jora Kasapi, Ataol Kaso, Valentina Koça, La Société Spectrale, Sonja Lau, Armando Lulaj, Ylber Marku, Marco Mazzi, Wendy Morava, Redon Skikuli, Underground Movement, Pleurad Xhafa) - collective founded in Tirana in 2022.
Works on display:
Manifesto Collective, NEWSPAPER, 2024
Armando Luaj, UNTITLED (campo di meloni), 2025
Manifesto Collective, RADIO DESERTION, 2023
Pleurad Xhafa, Vertical Elevation Plan, 2025
Armando Lulaj, MÉNAGE À TROIS (which color is your flag?), 2021-25
Pleurad Xhafa, Reassemble, 2017
Armando Lulaj, Breaking Stones, 2017
La Société Spectrale, UNTITLED (amerika), 2025
Armando Lulaj, CAVE PAINTING ON SMALL FLAG, 2022
Pleurad Xhafa & Sokol Peçi, Déjà vu & Paranoia, 2009-25
Armando Lulaj, The Lady Vanishes, 2029
David Kampi, Carrying the Riderless Horse, 2017
La Société Spectrale, 12, 2022-25
David Kampi, Horse Shoes, 2024
Armando Lulaj, Cave Painting (l’age d’or), 2022
La Société Spectrale, UNTITLED (on the rise facing the Wailing Wall), 2024
Underground Movement, (sawchains) witnessed by, 2002-24
La Société Spectrale, Beheaded Boy (a Palestinian probably), 2020
Underground Movement, (sawchains) witnessed by, 2002–24
La Société Spectrale, Beheaded Boy (a Palestinian probably), 2020