Puglia. Circuito del Contemporaneo – Andrei Molodkin

Informazioni Evento

Luogo
BASTIONE SANTA MARIA - CASTELLO DI BARLETTA
Piazza Castello, 70051 , Barletta, Italia
Date
Dal al
Vernissage
24/04/2018

ore 18,30

Patrocini

In collaborazione con Galleria Pack-Milano e a/political-Londra

Artisti
Andrei Molodkin
Curatori
Giusy Caroppo
Generi
arte contemporanea, personale
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Nell’ambito del Circuito del Contemporaneo la mostra di ANDREI MOLODKIN al Castello di Barletta è il primo evento espositivo.

Comunicato stampa

Nell’ambito del Circuito del Contemporaneo la mostra di ANDREI MOLODKIN al Castello di Barletta è il primo evento espositivo.
L’inaugurazione è contemporanea all’apertura del rinnovato “Lapidarium”, con l’esposizione “Il racconto della città. Immagini di pietra nel museo civico di Barletta”, a creare uno stretto legame tra storia e contemporaneità.
Andrei Molodkin presenta “Victory of Democracy” nella grande fortezza pugliese, una storica postazione di difesa militare sul Mare Adriatico, traendo ispirazione dal contesto storico, artistico e architettonico del luogo. Tra le mura fortificate, risultato di stratificazioni delle diverse dinastie al potere, dall’ XI secolo al XVIII secolo , la pietra scolpita nell’antichità riflette epoche portatrici di cultura straordinaria: il maniero conserva nel lapidarium il busto-ritratto attribuito a Federico II di Svevia in pietra calcarea, risalente al XIII secolo, e il Sarcofago degli Apostoli, altorilievo lapideo prima testimonianza del Cristianesimo in città, del periodo compreso tra il III e il IV secolo, nonchè articolate collezioni civiche e quadrerie. Come controcanto a questo racconto, suggellato dal patrimonio artistico, fatto di ricchezza e grandezza, i contenitori acrilici di Molodkin traducono la violenza della realtà contemporanea: un’era “capitalista” caratterizzata da povertà, guerra e sfruttamento. I contenitori cavi raffiguranti VITTORIA e DEMOCRAZIA si riempiono di volta in volta del sangue degli immigrati e del petrolio greggio dalle zone di conflitto. Il governo mondiale è in decadenza. La teoria di Francis Fukuyama sulla “fine della storia” risulta obsoleta e non attuata poiché il progetto socio-politico da lui prospettato si presenta fragile, “crollato” e fluttuante. La cultura contemporanea è già in rovina, sostiene Molodkin. La mostra si dipanerà tra il rivellino, nello spiazzo antistante il Castello, con la grande installazione GOVERNMENT, e i sotterranei del maniero.
Andrei Molodkin
 (Boui, North Russia, 1966) è un artista concettuale russo.
L’opera di Andrei Molodkin, caratterizzata costantemente da una dimensione poetica politico-ideologica, si serve con uguale intensità di materiali tra loro diversi quali petrolio, inchiostro o sangue, per articolare l’ossessione che determina l’impianto narrativo del racconto dell’artista: l’economia come entità significante della costruzione simbolica, economica e culturale occidentale.
Il linguaggio e la tecnica caratteristici dell’artista - l’utilizzo del petrolio e dei sistemi idraulici che ne attuano la circolazione, dai compressori alle sculture “simulacro” vuote in resina acrilica - nelle recenti produzioni si articolano frequentemente in una serie di tele di grandi dimensioni realizzate con la penna biro e che riportano slogan o parole in cui i caratteri che li compongono occupano l’intero spazio visivo.
 L’evoluzione stilistica dell’artista si è spinta recentemente su di un versante sempre più concettuale, che mira comunque alla continua ricerca di un dialogo con lo spettatore attraverso l’impatto emozionale suscitato dalle proprie opere. Secondo una personale scrittura visiva scandita in termini metaforici, l’inchiostro, nei lavori su tela, diviene così il sangue che fluisce dalla penna, allo stesso modo in cui il petrolio si fa rappresentazione della linfa vitale che scorre nei vasi del sistema simbolico alla base del panorama cognitivo occidentale, in un traslato dove l’umanità oggettualizzata e silenziosa rimane al fondo della narrazione dell’artista.
L’artista russo, articolando il suo linguaggio, riesce in questo modo nella rara impresa di dar vita ad una propria, personale, “tecnica” che lo differenzia profondamente dalle ricerche che vertono sul rapporto uomo-tecnologia e rendono la sua produzione tra le più singolari nel panorama internazionale