Presentazione di S/#01 L’Attesa di Laura Pugno

Informazioni Evento

Luogo
LIBRERIA BRAC
Via Dei Vagellai 18 r, Firenze, Italia
Date
Il
Vernissage
12/12/2021

ore 11.30

Uffici stampa
MONICA ZANFINI
Generi
presentazione
Loading…

Presentazione del libro della mostra L’Attesa di Laura Pugno, pubblicazione nata dal primo episodio del progetto Spazio Instabile, che ha avuto luogo nel settembre 2020 a Colle Val D’Elsa, Siena, durante 2050 Archifest – abitare il mondo altrimenti, il festival di architettura organizzato dal Comune.

Comunicato stampa

Domenica 12 dicembre alle ore 11:30, presso la Libreria Brac, Firenze Via de’ Vagellai 18 r Laura Pugno, Pietro Gaglianò e il Collettivo Fare Mente Locale presenteranno il libro della mostra L’Attesa di Laura Pugno, pubblicazione nata dal primo episodio del progetto Spazio Instabile, che ha avuto luogo nel settembre 2020 a Colle Val D'Elsa, Siena, durante 2050 Archifest - abitare il mondo altrimenti, il festival di architettura organizzato dal Comune.

L'Attesa è stata molte cose: prima fra tutte una massa di ghiaccio di 2 tonnellate, l’opera che durante il suo processo di fusione per 5 giorni ha occupato il pavimento dello spazio. Poi è diventata un progetto digitale con cui l'artista ha tradotto il proprio lavoro per il web, dove l'immagine del ghiaccio si dissolve più o meno rapidamente a seconda della temperatura rilevata dall’algoritmo.

L’ Attesa è anche una pubblicazione realizzata come un prodotto ibrido tra il catalogo d'arte e il libro d'artista, in cui alcune lavorazioni fatte a mano rendono ogni copia unica. Il libro è arricchito da due testi, il primo tratto da un’intervista a Laura Meoni, cittadina e testimone dell'evoluzione recente di Colle Val d'Elsa, la quale ci racconta della sua città intrecciando la storia con le proprie vicende personali. Il secondo è un glossario con cui Pietro Gaglianò racconta Laura Pugno - a parole - alla lettera G troviamo la parola “Ghiaccio”: “Il ghiaccio era lì, a definire se stesso, l’architettura che lo conteneva, le regole della geometria e quelle della fisica. In più evocava disastri ecologici (come lo scioglimento delle banchise polari e dei ghiacciai) ma anche scenari sublimi (ah, i dipinti di Caspar David Friedrich) o eroici esploratori (oh, Ernest Shackleton! Oh, Umberto Nobile). Ma soprattutto il ghiaccio era lì a misurare il tempo e in questo ribadiva la centralità di chi osservava: gli esseri umani, che del tempo sono i soli ad avere una misura intellettuale.”

Ingresso libero con green pass o certificazione equipollente.