Premio MIA Photo Fair – RaM Sarteano
5 importanti autori, 95 immagini selezionate daranno vita ad un progetto unico in un suggestivo edificio storico del medioevo: il Castello di Sarteano.
Comunicato stampa
5 importanti autori, 95 immagini selezionate daranno vita ad un progetto unico in un suggestivo edificio storico del medioevo: il Castello di Sarteano.
Dal 13 luglio al 30 settembre 2018 sarà possibile ammirare le opere dei vincitori del Premio MIA Photo Fair / RaM Sarteano nella mostra collettiva “Verso il cielo”.
Le opere dei vincitori della 2° edizione del Premio di Niccolò Aiazzi, Lucrezia Roda, Edward Rozzo, Ulderico Tramacere e Stefano Zardini saranno rese visibili al pubblico nella magica penombra delle sale del castello quattrocentesco.
“Il Castello di Sarteano, con i suoi quattro piani coronati da un terrazzamento sull’intera Val di Chiana sembra essere la sede più propria per una sorta di percorso ascensionale, un viaggio iniziatico, attraverso le foto in mostra” spiega la curatrice Gigliola Foschi “un percorso che comincia con le immagini industriali di Edward Rozzo, in cui l’eleganza essenziale e la perfezione tecnica si uniscono al grande rigore nel gestire luce e colori”. Rozzo espone qui uno spaccato inedito della fiorente storia dell’eccellenza dell’industria italiana regalando allo spettatore una visione tecnica e conoscitiva ma anche intensa ed emozionale. Una visione in qualche modo collegata alle foto della giovane Lucrezia Roda che immortala sapientemente dettagli metallici e fumi di vapori, ruote e forni incandescenti, conducendo con stupore verso il mistero della materia prima poi lavorata.
Il viaggio prosegue al terzo piano e cambia di scenario, abbandona il mondo delle fabbriche e incontra quello della natura ovvero i contorti, doloranti ulivi del Salento espiantati e fotografati da Ulderico Tramacere e le intime e misteriose immagini di Stefano Zardini, a rappresentare i livelli sovrapposti dei ricordi più profondi di ciascuno. Al contrastato bianco e nero del primo autore fa da contraltare l’atipico lavoro dell’altro: un universo simbolico di oggetti, piante e fiori immersi e conservati nel ghiaccio della memoria più nascosta. Si sale poi ancora, fisicamente e concettualmente, all’ultimo piano del Castello ritrovandoci tra le vette innevate di Niccolò Aiazzi, una prospettiva stellata e vertiginosa che fa delle montagne le protagoniste indiscusse del suo racconto per immagini.