Politiche della Memoria # 5 – Eyal Sivan

Informazioni Evento

Luogo
NABA - NUOVA ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Via Carlo Darwin 20, Milano, Italia
Date
Il
Vernissage
20/03/2013

ore 18

Artisti
Eyal Sivan
Curatori
Marco Scotini
Uffici stampa
SEC
Generi
incontro - conferenza
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Il grande cineasta israeliano Eyal Sivan, autore di Uno Specialista (1999) e Route 181(2002), ritorna per la seconda volta in NABA, all’interno della rassegna Politiche della Memoria, per presentare Montage Interdit un archivio on-line che esplora il linguaggio e le possibilità del montaggio nella pratica documentaria, a partire dal film di Jean-Luc Godard Ici et Ailleurs del 1976, dedicato alla rivoluzione palestinese dove lo sfasamento e l’assemblaggio di immagini multiple rompe l’ordine narrativo della storia ufficiale e interroga la natura del tempo e delle immagini.

Comunicato stampa

“Io vengo da Israele, un paese dove l'uso politico, o la strumentalizzazione di ciò che chiamiamo memoria è un elemento integrante e costitutivo della cultura politica. E come in molte appropriazioni politiche della memoria il ruolo delle immagini (in movimento) non può essere trascurato”.

Eyal Sivan, Unending archive and human agencies.

Dopo il successo delle scorse edizioni, mercoledì 20 marzo riprende il quinto ciclo di Politiche della memoria, promosso da NABA – Nuova Accademia di Belle Arti Milano nell’ambito della rassegna dei Mercoledì da NABA, con l’obiettivo di interrogare il rapporto tra immagine, storia e memoria collettiva. L’iniziativa, curata da Marco Scotini, ha già ospitato in passato filmmakers e artisti internazionalmente riconosciuti tra cui Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Hito Steyerl, Deimantas Narkevičius, John Akomfrah e Trinh Minh-ha. Quattro nuovi appuntamenti a carattere monografico dedicati in questa occasione al cinema arabo, palestinese e libanese, si articolano in una conferenza e uno screening, che avranno come protagonisti l’israeliano Eyal Sivan, Khaled Jarrar e Mohanad Yaqubi entrambi da Ramallah e l’artista Lamia Joreige co-fondatrice del Beirut Art Center.

Il grande cineasta israeliano Eyal Sivan, autore di Uno Specialista (1999) e Route 181(2002), ritorna per la seconda volta in NABA, all’interno della rassegna Politiche della Memoria, per presentare Montage Interdit un archivio on-line che esplora il linguaggio e le possibilità del montaggio nella pratica documentaria, a partire dal film di Jean-Luc Godard Ici et Ailleurs del 1976, dedicato alla rivoluzione palestinese dove lo sfasamento e l’assemblaggio di immagini multiple rompe l’ordine narrativo della storia ufficiale e interroga la natura del tempo e delle immagini. Così Sivan ha esplorato il ruolo del cinema nella riscrittura della storiografia dominante e sviluppato un interesse profondo per la questione della memoria, in particolare per i modi in cui le istituzioni se ne appropriano dentro rappresentazioni normative. “Sono stato sempre affascinato dall’uso politico di un archivio. È quello che mi ha permesso di pensare che ogni archivio è politico, che ogni archivio è una particolare "creazione" della realtà, compiuta attraverso la selezione e il montaggio di testi, immagini e suoni”: durante l’incontro Sivan racconterà del suo recente progetto web-based intitolato Montage Interdit e proposto al Documentary Forum di Berlino del 2012, insieme allo screening di alcuni dei suoi film e lavori documentari recenti.

Eyal Sivan aprirà il ciclo sul cinema arabo attraverso la rilettura di Ici et Ailleurs, lavoro dalla difficile gestazione girato in Palestina negli anni Settanta da Jean-Luc Godard e rimasto materiale filmico grezzo, mai montato come tale, e da cui deriva il titolo proposto dal filmmaker israeliano come Montaggio Interdetto.

L’evento nasce in collaborazione con il Biennio specialistico di Film e New Media della Scuola di Media Design e Arti Multimediali e il suo direttore Francesco Monico.

Eyal Sivan è nato a Haifa (Israele) nel 1964. Fotografo, militante politico, regista, produttore e saggista, lascia Israele per Parigi nel 1985. Attualmente vive Londra, dove è docente in Produzioni Media presso la School of Social Sciences, Media & Cultural Studies (SSMCS) University of East London (UEL). Tenuto a battesimo da Jean Rouch, il suo primo film Aqabat-Jaber, vie de passage è vincitore del Cinéma du Réel nel 1987 e lo segnala a livello internazionale. Tra le sue presentazioni in ambito artistico si segnala Documentary Forum (2010-2012), Documenta 11(2002) e Manifesta 5 (2004).
Sivan affronta i temi dell’utilizzo strumentale della memoria, del nazionalismo e la questione della disobbedienza civile. Lucide pellicole raccontano tematiche politiche come il conflitto israelo-palestinese, la Shoah (ispirato da un saggio di Hannah Arendt), l’eredità della Stasi, i genocidi africani, l’America post 11/9 etc. con uno sguardo rivolto al presente e alla realtà del mondo che ci invita a una lettura che rovescia le certezze consolidate degli immaginari occidentali. Con il dispositivo cinematografico Sivan sposta l’attenzione dalle vittime ai colpevoli, rivendica il primato della responsabilità individuale e della giustizia. L’etica della responsabilità è alla radice delle sue scelte e delle sue pratiche: per lui è l’atto cinematografico a essere politico. Nel 1999 ha pubblicato con Rony Brauman Éloge de la désobéissance, (Éditions Le Pommier-Fayard).

Prossimi appuntamenti:

Khaled Jarrar, The Infiltrators. Una pratica, un film, 23 aprile 2013

Mohanad Yaqubi, Cinema militante in Palestina, 22 maggio 2013

Lamia Joreige, Oblio e memoria della guerra in Libano, 5 giugno 2013