Pierluca Cetera – Gli ospiti
La programmazione di Casa Vuota, il nuovo spazio espositivo che apre le porte in zona Quadraro a Roma, inizia con la mostra “Gli Ospiti”, la prima personale capitolina dell’artista pugliese Pierluca Cetera, che presenta un ciclo pittorico realizzato tra il 2013 e il 2017 ed esposto per la prima volta in modo organico e completo.
Comunicato stampa
La programmazione di Casa Vuota, il nuovo spazio espositivo che apre le porte in zona Quadraro a Roma, inizia con la mostra “Gli Ospiti”, la prima personale capitolina dell’artista pugliese Pierluca Cetera, che presenta un ciclo pittorico realizzato tra il 2013 e il 2017 ed esposto per la prima volta in modo organico e completo. La mostra, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, inaugura sabato 6 maggio 2017 alle ore 18.30 e sarà visitabile su appuntamento fino al 30 giugno.
Il progetto propone un’analisi dei modi di raffigurazione e di composizione del corpo attraverso il linguaggio pittorico. “Lo spazio domestico temporaneamente inabitato di Casa Vuota si popola di una pletora di figure sospese, di personaggi comuni colti da uno sguardo indiscreto in pose antiplastiche, di occupanti precari di uno spazio in prestito”, spiega Francesco Paolo Del Re. Un allestimento effimero e minimale costella le pareti di Casa Vuota di una serie di sagome umane dipinte a olio: figure maschili e femminili, ritratte a grandezza naturale, rompono il recinto del quadro e occupano uno spazio senza sfondo e senza cornice. “È la stessa Casa Vuota a farsi cornice e sfondo per le opere, nell’ottica di un superamento dei limiti della tradizionale fruizione pittorica e di un dialogo installativo e dinamico con lo spazio e con il fruitore”, precisa Sabino de Nichilo. Le sagome dipinte da Pierluca Cetera si combinano tra loro in maniera sempre diversa, proprio in forza di una leggerezza quasi immateriale, che non richiede un “hardware” espositivo tradizionale, ma si addossa al muro tenendosi solo con una gomma adesiva removibile che dà la misura di una precarietà esistenziale e simbolica. A entrare a far parte del discorso visivo dell’artista è quindi anche lo spazio stesso, con le sue peculiarità antimuseali. Paradossalmente privi di una contestualizzazione propria e intrinseca, i corpi degli Ospiti si collocano in un luogo imprecisato e possono quindi interagire a piacimento con oggetti e mobili dello spazio reale e non dipinto in cui sono collocati. In alcuni casi, dei disegni possono completare gruppi di figure dipinte, come ipotetica sinopia di un affresco. Interesse privilegiato dell’artista è una riflessione sui meccanismi stessi della fruizione dell’arte contemporanea, attraverso i rapporti tra le figure, la composizione e lo spazio in cui si incontrano opere e pubblico.
Per i suoi Ospiti, Pierluca Cetera sceglie come supporto tele sagomate che si distinguono per trame tra loro differenti e su di esse dipinge con tecniche di volta in volta leggermente dissimili, per diversificare le “pelli” rappresentate. È la pelle infatti a essere protagonista della mostra. Alcuni personaggi sono incompleti e si presentano come frammenti. “I corpi raffigurati – racconta l’artista – sono nudi o colti mentre si stanno svestendo. Invadono gli spazi, si spostano liberamente tra gli ambienti, si comportano come fossero a casa loro, con riferimento alle riflessioni sul tema dell’ospitalità di Jacques Derrida”. La precarietà, già evidenziata dalla scelta dell’artista di adoperare tele tagliate e non perfettamente stese, si ritrova nella composizione che può variare e adattarsi a seconda dell’ambiente da occupare o invadere. Alla luce di questi principi ispiratori del lavoro di Pierluca Cetera, la mostra si annuncia mobile, fluida e in divenire. Nel corso dell’esposizione infatti i personaggi proposti da Cetera possono cambiare collocazione o addirittura essere sostituiti da altri Ospiti.
PIERLUCA CETERA, NOTA BIOGRAFICA
Pierluca Cetera (1969) vive a Gioia del Colle (TA). Esordisce nel 1998 con il progetto “Il simposio del dentista”, realizzato per la mostra collettiva “Unheimlich” nell’ex convento di Santa Chiara di Castellaneta (TA). Nel 2000 dipinge alcune grandi tele per la galleria Paolo Erbetta di Foggia con cui partecipa a diverse fiere nazionali. Tra il 2000 e 2004 la curatrice Antonella Marino lo coinvolge in diversi eventi a Bari, per i quali Cetera realizza le serie di dipinti su tavola “Indovinelli”, “Parti” e “Prima fila”. Nel 2003, con una personale a cura di Monica Demattè, espone la serie “Replay” nel Biz-Art di Davide Quadrio a Shanghai. Nel 2004 “La conquista della posizione eretta” viene proposta nel Vorraum Space della Galerie di Urs Meile di Lucerna, a cura di Nataline Colonnello. Tra il 2005 e 2012 realizza diversi progetti pittorici a Milano e in Lombardia, nei quali indaga su voyeurismo, sacro e pornografia. A partire dal 2010 comincia una collaborazione con Vincenzo Schino del gruppo teatrale Opera, con l’idea di presentare la pittura in scena, non come fondale ma come protagonista. Nascono così gli spettacoli “Limite” e “Sonno”, vincitore del premio Lia Lapini. Inoltre, Vincenzo Schino si occupa di allestire la serie di dipinti e luci intitolata “Il Bosco”, esposta anche alla Triennale di Milano. Del 2016 è la realizzazione di “Film- macchina della vista e dell’udito”, 35 metri per 3 di tela dipinta, una sorta di pellicola filmica che gira in una macchina realizzata appositamente, interagendo con luci, suoni e poesia. Negli ultimi anni si segnalano le collaborazioni con i critici Roberto Lacarbonara, Marinilde Giannandrea, Carmelo Cipriani e Alexander Larrarte, con la realizzazione delle personali “Le Cavie” presso Centrali Teatrali Koreja di Lecce, “La (mala) Creanza” nella galleria FormaQuattro di Bari, “Tarli” alla CoArt Gallery di Corato (BA) e “I chiaroveggenti” nello Studio d’arte Fedele di Monopoli (BA). Partecipa inoltre a diverse mostre a Edimburgo presso il consolato italiano. Nel 2015 inaugura presso Casa Sponge a Pergola (PU) la personale “indiGesta”, a cura di Davide Quadrio. Nel 2016, nel MoArtSpace di Xinmi in Cina, installa “Pioggerella e fuochino”.