Patrizio Di Massimo – Voglio Vivere Così
Per la sua prima personale nella sede romana di T293 Patrizio Di Massimo presenta Voglio Vivere Così. Il titolo della mostra prende in prestito un verso della popolare canzone di Ferruccio Tavaglini, alla quale faceva già riferimento il titolo della mostra personale che l’artista tenne nel 2010 nello spazio napoletano della galleria e che era intitolata ‘Col Sole in Fronte’.
Comunicato stampa
Voglio vivere così / col sole in fronte / e felice canto / beatamente… Ferruccio Tavaglini, 1941
Per la sua prima personale nella sede romana di T293 Patrizio Di Massimo presenta Voglio Vivere Così. Il titolo della mostra prende in prestito un verso della popolare canzone di Ferruccio Tavaglini, alla quale faceva già riferimento il titolo della mostra personale che l’artista tenne nel 2010 nello spazio napoletano della galleria e che era intitolata ‘Col Sole in Fronte’.
Lo spazio della galleria sarà diviso in tre zone distinte da due elementi semi-architettonici che richiamano l’idea del ‘boccascena’ teatrale: due grandi cornici che, una dopo l’altra, amplificano e incorniciano lo spazio e creano il contesto per i lavori esposti, tutti inediti e creati appositamente per l’occasione.
Una serie di nuovi lavori a parete prende spunto dal sipario teatrale e lo trasforma in un monocromo sospeso tra pittura e oggetto. Il primo di questi lavori, intitolato Sipario n.1 (Ritratto di Alfredo Casella) è stato recentemente esposto al Castello di Rivoli e ha dato il via a una serie di nuove opere numerate in modo progressivo e che, talvolta, hanno nel titolo il riferimento al nome del personaggio di cui sono il ritratto. In mostra saranno presenti cinque esemplari di colori, materiali e dimensioni diverse che richiamano la tipica confezione del sipario teatrale chiamata arricciatura all’italiana o all’austriaca. Sipario n.2 (Ritratto di Canio) apre la mostra ed è realizzato in velluto di Bruxelles rosso arricciato all’austriaca; a seguire Sipario n.3 (Ritratto di Mattia Pascal) e Sipario n.4 e 5 sono formati da quattro mantovane orizzontali arricciate all’Italiana rispettivamente di velluto Tancredi color naturale e di poliestere verde e blue chromakey; mentre Sipario n. 6. (Ritratto di Amleto) – in velluto nero arricciato all’austriaca – chiude il percorso espositivo.
Tra questi sipari troviamo due piccoli dipinti a olio. Il primo, intitolato Voglio Vivere Così, è il ritratto di un ragazzo immaginario, senza nazionalità o storia specifica, che si staglia nudo di fronte a un bosco, fitto a tal punto da non lasciar intravedere nulla aldilà. Nel secondo dipinto, Ritratto di Nicoletta, vediamo il volto della compagna dell’artista, immerso in un abito voluminoso e in un cielo ricco di nuvole.
Il video Portrait of the Artist as an Old Man completa il progetto: qui l’artista stesso, trasformato da un trucco cinematografico in un anziano ‘artista-guru’, recita un testo che ironizza, in maniera grottesca, sulle scelte compiute in una vita di lavoro, parlando del proprio presente e futuro ma ‘retoricizzandolo’ al passato. Allo stesso tempo si denotano alcuni aspetti caratterizzanti dell’arte Italiana, identificandola con il paradigma dell’anti-avanguardia e stigmatizzando l’idea di sviluppo nel linguaggio artistico come forma borghese di intrattenimento.
Voglio Vivere Così incentra la sua riflessione sulla tematica del ritratto e dell’autoritratto, articolandone le possibilità attraverso media espressivi diversi. Il ritratto, genere classico della storia dell’arte, è per Di Massimo il momento in cui la vita reale e la sua finzione entrano in simbiosi. Non è un caso infatti che alcuni dei ritratti esposti siano di personaggi che all’interno della fiction si ritrovano a verificare una sovrapposizione tra la loro vita reale e quello che stanno recitando, come Tonio in Pagliacci di Leoncavallo o Mattia Pascal nell’omonimo romanzo pirandelliano. Allo stesso tempo è appunto necessaria la presenza di persone reali e vicine all’artista, come il Ritratto di Nicoletta o quello proprio, all’interno dello stesso contesto.